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www.davideberto.it2024-10-11
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    DIVERSIFICAZIONE E TEMPO: ANTIDOTI CONTRO LA PAURA DI PERDERE

    Una recente indagine dal titolo "Perché gli italiani investono come investono" ha ancora una volta confermato una virtù mai abbandonata da noi italiani, quella del risparmio.
    Da nord a sud l'abitudine di non spendere tutto il reddito disponibile è radicata, anche se il reddito reale delle famiglie è sceso di oltre l'8% negli ultimi 15 anni.
    Questo virtuosismo finanziario è però controbilanciato da un altro comportamento tipicamente nostrano: gli italiani hanno una gran paura di perdere denaro quando lo investono .
    Questa preoccupazione è condivisa addirittura dal 77% dei risparmiatori, con l'80% degli intervistati che si dichiara incerto o pessimista pensando al futuro dei propri risparmi, contro solo il 20% che denota invece ottimismo.

    Sono numeri che certamente non mi stupiscono.
    E questi timori spingono costantemente gli investitori del nostro Bel Paese verso l'home bias, ossia verso quelle tipologie di investimenti che ritengono più vicine e prudenti, come ad esempio i BTP, o l'acquisto di titoli azionari di società di casa (Intesa, UniCredit, Enel, Eni...), escludendo così tutto il resto del mondo che produce crescita economica ed è fonte di grandi opportunità.
    Spesso, allora, mi ritrovo a chiedermi: ma cos'altro posso fare per aiutare le persone a superare questa paura di perdere?
    Ecco allora che è opportuno ritornare alle basi del buon investimento, per trasmetterle, se possibile, in maniera semplice.
    La paura di perdere non ha ragione di esistere, a patto però che non si transiga sul rispetto di due precise condizioni: la diversificazione e il tempo.

    > LA DIVERSIFICAZIONE
    Parlare di diversificazione per chi fa il mio lavoro appare una cosa ridondante, datata, quasi inutile da tanto dovrebbe essere superflua.
    Eppure non è affatto così.
    Il 70% dei risparmiatori, davanti a crisi globali e ad un clima di forte incertezza, pensa sia meglio orientare i propri capitali verso strumenti finanziari italiani.
    Addirittura, quasi il 50% dei risparmiatori accetterebbe rendimenti minori pur di investire in Italia.
    Preoccupati da guerre e crisi globali, evitano come la peste il concetto di diversificazione geografica dei propri investimenti.

    Ma rifugiarsi in questo "patriottismo finanziario", è una strategia che ripaga?
    Capisco bene che le minacce globali, percepite come incombenti, possano giocare un ruolo chiave nell'agitare le paure finanziarie.
    Tuttavia, è proprio nei momenti di incertezza che la diversificazione rivela la sua importanza.
    Negli ultimi 35 anni, dal 1990 (guerra del Golfo) ad oggi (conflitto in Israele e Palestina), non c'è stato un angolo del pianeta risparmiato da difficoltà più o meno significative.
    Eppure, in mezzo a tutte queste tempeste, il rendimento medio annualizzato del mercato finanziario globale è stato prossimo all'8%.
    Perché ci sarà sempre una parte del mondo in crisi, ma le altre parti che in crisi non sono sapranno crescere e andar forte.
    Senza diversificazione ci si assume la possibilità di farsi trovare mal posizionati, correndo così possibili rischi anche estremi.
    Diversificare concede il lusso di non aver sempre ragione, permette infatti di sbagliare senza lasciarci per questo la pelle.

    > IL TEMPO
    La seconda pietra miliare che ti consentirà di evitare di incappare in perdite con i tuoi investimenti finanziari è il tempo, la pazienza, il rispetto dell'orizzonte temporale.

    Ma perché il tempo, in un investimento diversificato, elimina la possibilità di incappare in risultati negativi?
    Se parliamo di bond, di obbligazioni, la ragione è algebrica: a scadenza, un portafoglio contenente un numero sufficientemente ampio di titoli garantisce il pagamento del rendimento proposto al momento del loro acquisto.
    Se guardiamo invece all'equity, all'investimento azionario, la ragione è puramente statistica, e la storia dei mercati è di conforto in tal senso.
    Guardando al passato, i mercati azionari hanno impiegato in media due anni o poco più per assorbire i periodi di perdita.
    Anche le peggiori e più profonde crisi, sono state superate in un periodo di tempo di circa 7 anni.
    Attraverso alcune strategie è poi possibile ridurre artificialmente il tempo medio di recupero da eventuali cadute.
    Alleggerire e ribilanciare periodicamente il proprio portafoglio d'investimento è, ad esempio, una di queste.
    Il ricorso, allora, a questi e ad altri automatismi consente di uscire non solo indenni, ma addirittura fortificati dalle più difficili situazioni di mercato.

    Diversificazione e tempo quindi.
    Poche, semplici cose, sono la chiave che consente di navigare in acque burrascose come quelle dei mercati finanziari.
    Ah, dimenticavo una cosa...
    Il supporto e la professionalità di un bravo Consulente Finanziario of course.
    Provare, per credere!
  • Il mio augurio di un sereno fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide