Menu
www.davideberto.it2024-11-21
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    (TI E' UTILE SAPERE CHE...) C'E' CHI E' RIMASTO INDIETRO

    Negli ultimi tempi, i mercati finanziari, apparentemente indifferenti a tutto ciò che accade in giro per il mondo, sembrano danzare al ritmo di un'orchestra magistralmente diretta, con record positivi che si susseguono sui listini azionari, trainati soprattutto dall'impressionante performance del settore tecnologico e del mercato a stelle e strisce.

    Ma cosa si nasconde dietro questa apparente armonia?
    E soprattutto, quale approccio dovremmo adottare come investitori?

    E' oggi fondamentale effettuare un'analisi approfondita per individuare le possibili opportunità di investimento.
    Perché, anche se dallo scorso autunno i mercati azionari globali sembrano inarrestabili, esiste un universo di settori ed aree geografiche trascurate che potrebbero nascondere potenziali inespressi.
    Ci sono due scuole di pensiero ben distinte sull'approccio da adottare.
    Da un lato, c'è chi propone di continuare a cavalcare i mercati più forti, sfruttando così il più possibile il momentum positivo che li caratterizza.
    Dall'altro, ci sono invece coloro che preferiscono puntare sui mercati rimasti più indietro (logica contrarian), sperando così di poter scoprire in loro del valore inespresso.
    Probabilmente un mix dei due approcci può essere una ragionevole via d'uscita, ben consapevoli del fatto che gli eccessi sono destinati prima o poi a rientrare, senza sapere però quando ciò potrà avvenire.

    Da oltre un decennio il mercato azionario USA presenta una forza schiacciante rispetto agli altri mercati.
    Oggi questa sembra una regola assoluta e incontrovertibile, ma basta guardare indietro nel tempo (ad esempio al decennio 2000-2010) per capire che non sempre è stato così, e che in passato hanno saputo brillare quei mercati emergenti che oggi, invece, faticano.
    Sono allora diverse le aree di interesse caratterizzate da dati e multipli a sconto.
    Vediamole assieme.

    - Proprio i mercati emergenti sono oggi i grandi ritardatari.
    Con la Cina in primis, hanno patito moltissimo le tensioni geopolitiche internazionali, oltre che il rialzo dei tassi d'interesse e il rafforzamento del dollaro.
    E' indubbio che la grande delusione degli investitori è tutta per il mercato azionario cinese, una sorta di "gigante addormentato" negli ultimi tempi.
    L'economia del dragone è stata fortemente impattata dalle difficoltà del settore immobiliare, e da un modello di crescita più votato ai consumi interni e meno orientato all'export.
    Ma la Cina pesa: genera poco meno di 1/5 del Pil globale, e conta il 16% delle aziende quotate per un 20% della capitalizzazione totale dei mercati.
    Alle attuali, attraenti valutazioni, merita, con le dovute attenzioni, di trovare spazio in portafoglio.

    - Le piccole e medie imprese quotate (definite Small Cap da quelli bravi) sono state adombrate negli ultimi tempi dai big tecnologici globali, e, indebitate prevalentemente a tassi variabili, hanno sofferto molto il rialzo dei tassi d'interesse.
    La loro sottoperformance nasconde però del potenziale inespresso, e se le banche centrali (BCE in Europa e Fed in America) inizieranno nei prossimi mesi a tagliare i tassi d'interesse, potrebbero essere in grado di colmare il gap venutosi a creare.
    Inserire queste aziende in portafoglio, offre crescita e diversificazione, riducendo così il rischio di un'eccessiva concentrazione su pochi titoli (sempre i soliti...) o settori.

    - E' importante, infine, guardare oltre i settori di investimento attualmente di moda. 
    La transizione energetica, le dirompenti innovazioni nel campo della salute e la scarsità d'acqua, emergono come settori ad alta crescita, dove operano molte piccole società con grandi capacità innovative.
    Non ci si deve, infine, dimenticare delle infrastrutture che stanno beneficiando di ingenti risorse pubbliche, e dell'industria dei viaggi, tornata a girare a pieno regime, con fatturati e profitti anche superiori a quelli pre-pandemia.

    Guardando al passato si può imparare molto.
    I mercati sono storicamente soggetti a cicli, e la diversificazione del portafoglio è fondamentale per affrontarne le inevitabili fluttuazioni.
    Districarsi in tutto questo non è certamente facile: serve una guida che sappia scovare e gestire al meglio le potenziali opportunità.
    Il tutto con una logica estremamente personalizzata per profilo di rischio, orizzonti temporali e obiettivi da raggiungere.

    Consulenza finanziaria?
    CONSULENZA DI VITA!
  • E' tutto per questo Venerdì.
    Ti auguro un sereno fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide