Nello svolgere il mio lavoro di consulente, collaboro con numerose aziende e imprenditori.
Mi piace rapportarmi a loro, c'è sempre tanto da conoscere e da imparare.
Questo mi permette di approfondire argomenti importanti, come il passaggio generazionale nelle imprese familiari, una tematica che mi appassiona particolarmente.
Recentemente sono entrato in contatto per la prima volta con diverse realtà storiche imprenditoriali della nostra zona, vorrei condividere con te un paio di riflessioni in merito che ho portato loro.
Quante generazioni ha visto passare al suo interno l'azienda dalla nascita?
L'ultima generazione è già presente e operativa in azienda, o non ancora?
L'Italia, con la sua ricca storia e tradizione, è un paese in cui il passaggio generazionale spesso rimane nel regno dei tabù.
E non solo in ambito aziendale, anche familiare.
I freddi numeri raccontano che solo il 30% delle imprese familiari sopravvive al fondatore.
Appena il 10% giunge alla terza generazione.
Il processo di passaggio dalla vecchia alla nuova generazione imprenditoriale, richiede in media circa 3 anni e 1/2.
Nonostante gli imprenditori italiani dimostrino (per forza di cose) una certa sensibilità al tema, solo il 55% di loro ha risolto efficacemente la questione.
Questo dato ci spinge a riflettere sull'importanza di agire tempestivamente per garantire la continuità delle imprese.
Uno degli ostacoli principali è la mancanza di una regia coordinata tra i professionisti che affiancano l'imprenditore.
Troppo spesso ci si affida esclusivamente al commercialista, senza coinvolgere altre figure cruciali come anche quella del (bravo) Consulente Finanziario.
Questa mancanza di visione olistica può ostacolare un passaggio generazionale efficace, e mettere a rischio il futuro stesso dell'azienda.
La vulnerabilità del patrimonio aziendale è un'altra preoccupazione crescente tra gli imprenditori italiani.
Con un'età media di 68 anni, molti di loro temono di non riuscire a preservare e trasferire il loro patrimonio alle generazioni future.
Credo, tuttavia, che cambiando la mentalità si possa vedere una luce in fondo al tunnel.
Più che parlare di passaggio generazionale, sarebbe opportuno concentrarsi sulla coesistenza tra generazioni.
In un contesto come quello italiano, dove oltre l'85% delle imprese è costituito da piccole e medie imprese familiari, la presenza di diverse generazioni nel consiglio di amministrazione è cruciale.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a importanti segnali di cambiamento, con i figli (in alcuni casi formatisi all'estero) che vengono maggiormente coinvolti dai padri nelle aziende italiane: le nuove generazioni portano freschezza e novità, i genitori
mettono esperienza.
Questo cambio di paradigma favorisce l'innovazione, la crescita e la continuità dell'azienda, potendo così garantire un passaggio di testimone quasi impercettibile.
Mentre con il passaggio generazionale standard si ha un radicale spostamento di potere e responsabilità da una generazione all'altra, la coesistenza foraggia un approccio più collaborativo e inclusivo che enfatizza la convivenza tra diverse generazioni.
Nell'ottica di garantire una governance moderna ed efficace, sarebbe anche importante introdurre in azienda competenze esterne alla famiglia, donne e giovani soprattutto, nel board decisionale.
Serve apertura culturale.
Il passaggio generazionale nell'imprenditoria italiana è un tema complesso, che richiede ovviamente ben più dei 4 Minuti della mia Newsletter.
Questo mio vuole essere un input.
Occorre parlarne, affrontare il problema, e pianificarne per tempo la soluzione.
Serve una riflessione approfondita, seguita da azioni concrete impostate con metodo.
Coinvolgere professionisti competenti, esplorare strumenti avanzati e agire tempestivamente, sono allora elementi imprescindibili per garantire la continuità delle imprese e preservare il loro valore nel tempo.
Il futuro delle nostre PMI dipende da come verrà affrontata questa grande sfida nel presente.
È un'opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire, considerando il valore che queste imprese rappresentano per il tessuto socio-economico del paese.
Il rischio sarebbe altrimenti quello di assistere a una preoccupante dispersione del Made in Italy.