Negli ultimi anni gli ETF si stanno sempre più facendo spazio come strumenti d'investimento.
La loro diffusione ha reso popolare l'indice Msci World anche tra i piccoli investitori.
Conosci anche tu questo indice azionario?
Contiene circa 1.500 azioni e rappresenta l'85% delle aziende quotate nei principali listini mondiali, offrendo così un'ampia visione dei 23 paesi più sviluppati al mondo.
Ogni investitore, acquistando alcune quote di un semplice "clone" (questi sono appunto gli ETF) può così ottenere un'ampia diversificazione sul mercato azionario globale
.
Tutto bene dunque?
Non proprio.
C'è un però.
Nella composizione dell'indice, il mercato azionario USA ha raggiunto ormai un peso debordante, superando il 70% dell'intero indice: un livello storicamente molto elevato, grazie soprattutto alla corsa dei
big tecnologici come Apple, Microsoft e Amazon.
Le 3 aziende messe insieme valgono per oltre il 10% dell'indice (la sola Apple incide oggi per più del 5%...), e la distanza degli altri paesi è abissale: il Giappone, secondo mercato per importanza, pesa circa per il 6%, il Regno Unito per il 4%.
La Francia supera di poco il 3%, mentre la nostra Italia è "non pervenuta", nel senso che finisce nel gruppo "degli altri".
Negli ultimi anni, infatti, il peso del nostro paese nella capitalizzazione delle borse mondiali è sceso sotto l'1%, intorno allo 0,8.
Un nulla o quasi.
Comprare Msci World significa allora, sostanzialmente, comprare azionario America.
Oggi più che mai.
D'accordo che l'America fa e il resto del mondo insegue, ma ci sono state negli anni delle fasi di mercato in cui Europa ed altri paesi hanno fatto meglio.
Ci sono allora delle alternative?
Se si desidera ridurre la quota di azionario statunitense in portafoglio, è necessario rivolgersi a degli ETF veramente globali, che replicano, ad esempio, gli indici Msci All Country World (Acwi) o il Ftse All World.
Indici però che, nonostante la loro prospettiva globale, non hanno registrato nel tempo performance significativamente diverse dall'Msci World.
Questo perché la quota dei mercati emergenti nei due indici è pari solo al 10% circa, e l'impatto dei titoli azionari USA si mantiene molto rilevante.
C'è poco da fare insomma, in finanza (ma non solo) l'America domina.
E con essa le sue aziende tecnologiche che sempre più sono le stelle di riferimento al mondo.
Le cose potrebbero anche cambiare con il passare del tempo...
Ma oggi la situazione è questa, e quando si investe è fondamentale saperlo per fare delle scelte consapevoli.