Menu
www.davideberto.it2024-10-11
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    Rapporto Censis 2023 sulla situazione sociale del paese, uscito da pochi giorni:
    - l'84% degli italiani teme il clima impazzito e il moltiplicarsi delle catastrofi naturali;
    - il 53% ha paura che l'incessante crescita del debito pubblico possa provocare il collasso finanziario dello Stato;
    - il 74% crede che tra qualche anno non ci saranno sufficienti lavoratori per pagare le pensioni;
    - il 69% pensa che la sanità pubblica non potrà garantire prestazioni adeguate, non tutti, di conseguenza, potranno essere curati.

    Eppure, nell'ordine:
    - il 95% delle abitazioni italiane non è assicurato contro le tanto temute calamità naturali;
    - Btp, Cdp e qualsiasi emissione di debito pubblico viene sottoscritta a mani basse come la più irrinunciabile delle opportunità d'acquisto;
    - l'Italia è al terz'ultimo posto in area OCSE per adesione ai fondi pensione integrativi;
    - l'investimento in protezione sanitaria integrativa, nel nostro paese, è circa del 70% più basso rispetto a quello di altri paesi europei.

    A guardare questi contrasti così stridenti, clamorosi, quasi divertenti per quanto sono surreali, non deve stupire la parola utilizzata dal Censis per definire noi italiani: sonnambuli.
    Una società, la nostra, che non si rende conto del sonno profondo in cui è caduta, e del livello di incoerenza dei propri convincimenti.

    Concludo informandoti che è ancora saldamente radicata l'idea che chi si occupa di consulenza finanziaria si occupi solo ed esclusivamente di soldi.
    Investirli bene quei soldi, farli lievitare, individuare mercati, settori e soluzioni efficienti.
    Ma, come spesso mi piace dire, è questa solo una parte (certamente anche importante) del mio lavoro.
    Considerarla l'unica o la più meritevole di attenzione, rimane la più grave forma di sonnambulismo da curare.

    E anche in questa mia ultima 7in7 del 2023, sono andato lungo con l'introduzione...
    Chiedo perdono.
    Ti auguro una piacevole lettura!
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    1 - UNA STAGIONE DOLOROSA, TROPPO IN FRETTA DIMENTICATA DALL' OPINIONE PUBBLICA

    Periodicamente occorrerebbe rinfrescare la memoria, e il lungometraggio "Cento Domeniche" di Antonio Albanese (ne ho parlato in chiusura della mia 7in7 del 03.11) ha avuto il merito di far rivivere le vicissitudini di migliaia di italiani che negli ultimi due decenni, loro malgrado, sono incappati in un crack bancario.

    Il film, liberamente ispirato al dramma causato dal fallimento delle banche venete nel 2015, è il triste racconto di una stagione dimenticata troppo in fretta dall'opinione pubblica, ma che ha lasciato una profonda ferita ancora aperta in tante famiglie, lungo la penisola, che hanno perso soldi e dignità.
    Quando una banca fallisce porta via con sé sogni e speranze a clienti e lavoratori, con ripercussioni per tutto il sistema bancario che dilapida così il suo capitale più prezioso, la credibilità.
    Per i clienti che si sono ritrovati a deposito dei titoli che valgono zero, la banca era un'istituzione, intoccabile per competenza e reputazione.
    Ma la fiducia è stata mal riposta.

    Nel rapporto banca-cliente la fiducia è il punto di arrivo, non certo di partenza.
    La fiducia è la meta da conquistare.
    Il punto di partenza dovrebbe essere la comunicazione, basata a sua volta sul dialogo e sulla chiarezza.
    La relazione tra banche e clientela, sappilo, non potrà mai essere idilliaca: l'interesse della banca, con impiegati e direttori (anche per questo) spesso sfuggenti e che cambiano continuamente di filiale, finisce infatti laddove inizia l'interesse del cliente.
    E proprio il cliente deve sempre partire dal presupposto che nessuna legge o authority può tutelarlo più di sé stesso.

    La prima regola da seguire è quella di investire in ciò che si conosce.
    Non occorre avere remore a tempestare di domande il proprio gestore o consulente finanziario, ma bisogna farlo prima, non dopo, quando ormai è troppo tardi.
    Anche a costo di fare la figura degli ignoranti, bisogna avere il senso dell'umiltà, non avere mai paura di chiedere e tenere in considerazione che, in teoria, il consulente avrebbe il dovere di fornire spontaneamente informazioni dettagliate sull'investimento proposto, costi e rischi compresi.
    Soltanto così dimostra di voler costruire un rapporto di fiducia con solide basi con il cliente.
    E per capire questo non occorre essere dei massimi esperti di finanza...
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    2 - BREVE GUIDA OPERATIVA ANTI FREGATURE

    Che cosa può allora insegnare il film "Cento Domeniche" in merito al rapporto banca-cliente?
    Partirei dal fatto che nulla può sostituire il sano buon senso del padre di famiglia, lo stesso che guida il consumatore al supermercato o nell'acquisto di un'automobile.
    Stessa cosa deve condurre anche nella scelta degli investimenti.
    Anche perché, da consulente finanziario, devo purtroppo informarti che il manuale del perfetto investitore non esiste.
    Eccoti dunque alcuni suggerimenti per declinare in chiave operativa quel buon senso.

    . Esame di coscienza
    Prima di recarsi in banca o dal proprio consulente finanziario, è necessario farsi una specie di esame di coscienza.
    Una check-list.
    Un pò come con la lista della spesa al supermarket, occorre chiedersi a che cosa, e tra quanto tempo, serviranno in futuro i nostri soldi: da qui deve partire ogni ragionamento di investimento.
    La seconda domanda è chiedersi che rischi siamo disposti a correre: se mi propongono (o se pretendo) alti rendimenti, devo sapere che i rischi da sopportare saranno altrettanto alti.

    . No timori reverenziali
    La banca non è di certo un luogo sacro: educazione e rispetto come dappertutto ovviamente, ma nessun timore reverenziale.
    Questo, per un investitore sveglio e consapevole, deve tradursi in una serie di domande da fare, senza aver paura di cadere in brutte figure.
    Se non capisci i prodotti finanziari che ti vengono proposti, hai due scelte: o poni domande per chiarirti meglio le idee, oppure ti alzi dalla sedia e te ne vai.
    Mai investire in qualcosa che non si capisce.

    . La fretta
    E' la tecnica più antica e utilizzata del marketing: la fretta.
    Mettere pressione sulla firma (é l'ultimo prodotto disponibile, questa settimana termina la promozione...) non si fa.
    Soprattutto quando in ballo ci sono soldi guadagnati dopo Cento Domeniche passate al tornio: sono i soldi di una vita.
    Se ti mettono fretta, rinuncia all'investimento proposto e cambia subito interlocutore.
    In merito ai prodotti finanziari offerti, accertati quanto prima se ti vengono proposti soltanto i prodotti della casa (quelli con il marchio della banca o della società di gestione di proprietà del gruppo bancario): difficilmente saranno i migliori sul mercato, ed è meglio che l'offerta sia allargata ad altri strumenti simili ma gestiti da altre case d'investimento.
    Questo consente di fare confronti e probabilmente di risparmiare in costi, un pò come al supermercato.

    . Vincoli eventuali
    E' molto importante poi capire se ci sono dei vincoli sul prodotto finanziario proposto.
    Un investitore può aver infatti pianificato in modo perfetto i propri bisogni e obiettivi, ma si può presentare sempre l'imprevisto che costringe a smobilizzare delle somme.
    Un conto è essere allora penalizzato dal cattivo andamento del mercato, un altro conto è pagare delle penali di uscita dall'investimento fatto.
    Chiedi allora, prima di firmare, se ci sono penali da pagare in caso di uscita anticipata.
    Puoi anche sottoscrivere quell'investimento perché interessato al prodotto, ma è fondamentale essere consapevoli di eventuali penali da pagare.
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    3 - SI FA PRESTO A DIRE "RENDIMENTO"

    Il fattore della fiscalità è cruciale quando si parla di investimenti finanziari.
    Spesso tutto questo viene relegato sullo sfondo, ma può assumere una valenza strategica nella scelta di uno strumento finanziario piuttosto che di un altro, soprattutto su asset class complesse, come quella obbligazionaria.
    La distinzione tra rendimento lordo e netto non è così elementare, e nasconde al suo interno alcuni passaggi che è importante conoscere per evitare l'effetto (brutta) sorpresa.

    Quante volte ti è successo, infatti, di aver visto un rendimento particolarmente attraente di un titolo di Stato, ad esempio un BTp decennale al 5%, ma poi, alla prova dei fatti, la tassazione finale ha ridotto di molto questo tasso, ben al di sopra del tradizionale 12,5%?

    Fino a quando si parla di rendimenti lordi i problemi non esistono, perché il rendimento lordo è uguale per tutti.
    La faccenda, però, si complica non poco quando si parla di rendimento netto.
    Perché, quando di tratta di tassazione subita dai titoli obbligazionari, bisogna sempre considerare che le obbligazioni sono soggette a due tipi di tassazione: le cedole ricevute sono dei redditi di capitale (e quindi sempre tassate alla fonte e trattenute dalla banca o intermediario finanziario), mentre le variazioni del prezzo del titolo, in positivo o in negativo, sono considerate redditi diversi, e quindi compensabili con altri redditi della stessa natura.
    Sulla base di queste premesse e in base alla propria situazione fiscale, è possibile generare efficienza all'interno dei portafogli.

    Ma vediamo il tutto con un semplice esempio.
    Prendiamo 2 BTp simili in scadenza entro l'anno 2027: Il BTp Valore 06/2027, e il BTp tradizionale 09/2027.
    Entrambi i titoli rendono al lordo intorno al 3,7%, ma il contributo al rendimento è differente.
    Il BTp Valore, quotando vicinissimo a 100, ha un rendimento generato esclusivamente dal suo generoso e crescente flusso cedolare, che genererà così un reddito di capitale tassato pertanto al 12,5%.
    Al contrario, il BTp tradizionale ha una cedola modesta (0,95%), e il suo rendimento complessivo è dovuto prevalentemente al suo apprezzamento in conto capitale visto che si può acquistare poco sotto 91, e a scadenza verrà rimborsato a 100 generando così un reddito diverso.

    In questo momento storico, le obbligazioni sono uno strumento molto valido ed efficiente per compensare eventuali minusvalenze pregresse, in quanto, con la salita dei tassi d'interesse proseguita anche nel corso di questo 2023, i prezzi di molti titoli sono scesi ben sotto la pari (100).
    4 anni è sempre il termine ultimo fissato per legge per recuperare le minusvalenze realizzate vendendo strumenti finanziari in perdita, nel corso degli anni precedenti.
    Attenzione però sempre al rischio specifico, ossia al rischio eventuale di fallimento del governo o azienda emittente il titolo.
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    4 - POCHE LUCI

    Siamo ormai giunti a fine anno, tempo di bilanci in vari ambiti e settori.
    Guardando al futuro del nostro paese, le luci sono poche, mentre molti sono gli elementi di preoccupazione.
    Non facciamo gli struzzi allora, andiamo a vedere cosa ci aspetta.

    Nel 2022 in Italia sono nati meno di 400mila bambini.
    Il dato più basso dal 1863. 
    Anche negli anni più bui della prima e seconda guerra mondiale, il numero di nati era stato ben superiore.
    In aggiunta a ciò, sono praticamente 30 anni che i decessi superano le nascite, e la tendenza è destinata a peggiorare.
    L'Istat stima infatti che, a politiche invariate, fra 50 anni la nostra popolazione potrebbe contrarsi del 20%, scendendo sotto i 50 milioni di abitanti dai 59 attuali.
    I flussi migratori, in parte, danno una mano, ma non bastano comunque a frenare il decremento in atto.
    Invertire questo trend è complesso: solo per stabilizzare la popolazione sui numeri attuali servirebbero 650mila nuovi nati all'anno, come all'inizio dei fiorenti anni '80. 
    A complicare le cose, però, bisogna considerare che oggi ci sono meno donne in età fertile rispetto ad allora, quindi il numero di figli per donna dovrebbe più che raddoppiare, passando dagli attuali 1,23 a 2,65. Sarebbe questo il tasso di fertilità conosciuto dall'Italia durante gli anni '60.
    Utopistico, direi...
    Questo inverno demografico porta importanti conseguenze con sè.
    La scarsità di capitale umano si riflette, ovviamente in negativo, sul Pil del paese, e sulla sua rilevanza nello scenario geoeconomico mondiale. 

    Possibili soluzioni?
    Lavorare tutti, e lavorare di più. 
    Sul "lavorare tutti" ci sarebbero ampi margini di miglioramento, soprattutto nei dati di occupazione femminile.
    In generale, il numero di persone che lavorano rispetto alla popolazione in età da lavoro, nel nostro paese è il più basso dell'UE.
    "Lavorare di più" è invece maggiormente complesso, perchè si tratterebbe di invertire un trend che vede le ore lavorate per persona diminuire costantemente da oltre 50 anni: se all'inizio degli anni '70 si lavorava in media 2mila ore l'anno, i dati più recenti dicono che oggi si lavora meno di 1.700 in media. 
    Improbabile riuscire allora a cambiare delle abitudini sociali particolarmente radicate.
    Bisognerebbe piuttosto sfruttare l'innovazione tecnologica, in modo che, a parità di ore lavorate, si riesca ad essere più efficienti ed a produrre di più, spingendo sui settori a maggior valore aggiunto e sulle eccellenze del nostro paese.
    Tutto ciò potrebbe bastare? 
    Difficile dirlo, ma innovazione e occupazione sono due fattori su cui è possibile agire più rapidamente e incisivamente rispetto alla natalità, per contrastare il declino del nostro paese.

    Attenzione, infine: come mi piace dire e consigliare, occorre sempre investire guardando al futuro.
    Investiresti allora in un paese, come il nostro, che sicuramente verrà frenato in ambito economico dai suoi dati demografici?
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    5 - AD UN PASSO DAL SECOLO

    A fine Novembre, quasi sotto il traguardo dei 100 anni (li avrebbe compiuti il 1° Gennaio 24), se n'è andato Charlie Munger, personaggio leggendario del mondo degli investimenti, nonché grande amico, socio e consigliere di Warren Buffett.
      
    Da molti è stato definito come l'architetto della Berkshire Hathaway, una delle più grandi holding al mondo con una capitalizzazione di borsa pari circa a 800 miliardi (oltre 10 volte quella della Ferrari, la prima tra le aziende quotate in Italia), e con importantissime partecipazioni in molti colossi globali (Apple, Bank of America, American Express, Coca Cola, Chevron...).
    Un aspetto singolare della sua lunga carriera e di quella del grande Warren, è quello che, nel tempo, Berkshire non ha mai distribuito un dividendo ai propri azionisti.
    I guadagni generati di anno in anno, infatti, sono sempre stati utilizzati per ulteriori investimenti.
    Questo ha contribuito a far crescere nel tempo il valore della società stessa, grazie alla capitalizzazione composta dei rendimenti, cioè al fatto che i guadagni reinvestiti producono ulteriori guadagni, sempre più grandi col passare del tempo.
    Charlie Munger ha offerto negli anni numerosi spunti interessanti per gli investitori e non solo.
    Con piacere ne condivido allora alcuni, suddivisi in due gruppi: vita e finanza.

    VITA
    . Chi continua ad imparare, continuerà a crescere nella vita.
    . Non c'è insegnante migliore della storia per determinare il futuro.
    Ci sono risposte che valgono miliardi di dollari in un libro di storia.
    . Vedo costantemente crescere persone che non sono le più intelligenti, a volte nemmeno le più diligenti, ma sono macchine per imparare.
    Vanno a letto ogni sera un pò più saggi e questo aiuta, soprattutto quando si è giovani e si ha davanti un lungo percorso.
    . In tutta la mia vita non ho conosciuto nessuna persona saggia che non abbia letto tutto il tempo.
    Nessuna, zero.
    Saresti sorpreso da quanto Warren legge e da quanto leggo io.
    I miei figli ridono di me.
    Pensano che io sia un libro con un paio di gambe che spuntano fuori.
    . Fate il lavoro che avete sopra la vostra scrivania.
    Fatelo bene, sicuramente ne arriverà dell'altro.
    . Per ottenere ciò che vuoi, devi meritarti ciò che vuoi.
    Il mondo non è ancora un posto abbastanza folle da premiare persone non meritevoli.
    . La maggior parte degli errori della vita è causata dalla dimenticanza di ciò che si sta realmente cercando di fare.
    . Coloro che sono stati fortunati hanno il dovere di restituire.
    Che si dia molto man mano che si procede, come faccio io, o poco e poi molto quando si muore, come farà Warren, è una questione di preferenze personali.
    . Dovete costringervi a prendere in considerazione le argomentazioni contrarie.
    Soprattutto quando mettono in discussione le vostre idee più amate.
    . Ricordate che reputazione e integrità sono i vostri beni più preziosi, e possono essere persi in un attimo.
    . Le buone aziende sono aziende etiche.
    Un modello di business che si basa sull'inganno è destinato a fallire.
    . Ovunque ci sia una grande commissione, c'è un'alta probabilità di fregatura.
    . Penso che si debba riconoscere la realtà anche quando non ci piace.
    Anzi, soprattutto quando non ci piace.
    . Per un uomo con un martello, tutto sembra un chiodo.

    FINANZA
    . I grandi guadagni non si fanno comprando o vendendo, ma aspettando.
    . E' l'attesa che vi aiuta come investitori, e molte persone non sopportano di aspettare.
    Se non avete ricevuto il gene della gratificazione differita, dovete lavorare sodo per superarlo.
    . Un grande business a un prezzo equo è superiore a un business equo a un grande prezzo.
    . Molte persone con un QI elevato sono dei pessimi investitori perché hanno un terribile temperamento.
    E' necessario tenere sotto controllo le emozioni irrazionali.
    . Se non riesci a sopportare cali anche del 50% nei tuoi investimenti, otterrai i rendimenti mediocri che ti meriti.
    . La prima regola del compounding (capitalizzazione composta, ottenere rendimento dai rendimenti precedenti)? Non interromperlo mai inutilmente.
    . Per arrivare dove sono arrivato io sotto l'aspetto finanziario è necessario costantemente sottospendere rispetto alle proprie entrate.
    Diventare ricchi è come far rotolare una palla di neve.
    E' utile partire dalla cima di una lunga collina, iniziare presto e cercare di far rotolare quella palla di neve per molto tempo.

    Gli spunti offerti da Munger sono troppi per essere riportati tutti in un articolo come questo, ma voglio congedarmi con una sua ultima citazione che, nello svolgere la mia professione, provo sempre a fare un pò mia, e che fa comprendere ancor di più la grandezza di questo personaggio: "la cosa migliore che un essere umano può fare è aiutare un altro essere umano a saperne di più".
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    6 - LA PSICOLOGIA DEI SOLDI (CONFESSIONI)

    Con un tempismo perfetto, nell'ultima mia 7in7 del 2023 arriva anche l'ultimo capitolo del libro "La Psicologia dei Soldi" di Morgan Housel.
    Il suo titolo è: "Confessioni - la psicologia dei miei soldi".
    Dopo aver letto tutti i consigli e gli esempi che Housel ci ha portato nello scorrere del suo libro, diamo oggi allora uno sguardo a come l'autore stesso gestisce le proprie risorse economiche e finanziarie.
    Ti anticipo già che tutto è improntato alla semplicità.
    Seguimi.

    Metà dei gestori dei fondi comuni americani non investe personalmente nei fondi che amministra.
    Molti medici tendono a scegliere terapie di fine esistenza diverse da quelle che consigliano ai loro pazienti: richiedono e ricevono molte meno cure.
    Dedicano infatti così tanto tempo alla morte altrui, che affrontano la loro con fatalismo e con una certa serenità.
    Se ne vanno, sostanzialmente, in punta di piedi.
    Contrasti forti allora, più frequenti di quanto possiamo immaginare. 
    Lo scarto tra quello che gli esperti ci suggeriscono di fare e ciò che fanno per sé stessi, evidenzia come, davanti a questioni importanti e complesse, non esiste una risposta univoca.
    Esiste solo la risposta giusta per ciascuno di noi, quella che ci permette (si spera) di raggiungere gli obiettivi, e ci lascia dormire sereni la notte.
    E ciò che funziona per uno, può non funzionare per un altro. 

    Charlie Munger, miliardario americano scomparso nei giorni scorsi alla veneranda età di 99 anni, ha detto più di una volta: "non mi prefiggevo di diventare ricco, volevo solo essere indipendente".
    Anche per Housel è sempre stata l'indipendenza economica l'obiettivo principale. 
    Indipendenza intesa non come "smetto di lavorare per il resto dei miei giorni", ma piuttosto come "faccio il lavoro che mi piace, con le persone che mi piacciono, quando e come lo desidero".
    Housel ha raccontato nel suo libro di non essere interessato a rincorrere i rendimenti.
    O, peggio, di indebitarsi per vivere nel lusso.
    Desidera solo svegliarsi ogni mattina sapendo che, con la sua famiglia, può fare ciò che vuole e nel modo in cui vuole.
    L'indipendenza, a qualsiasi livello di reddito, è alimentata dal tasso di risparmio.
    Housel e la sua famiglia hanno mantenuto negli anni uno stile di vita invariato, dedicando ogni dollaro di aumento reddituale al loro "fondo per l'indipendenza".
    Il loro risparmio è così sempre in aumento.
    Anche egli ha delle aspirazioni: ama le belle cose e ama vivere bene, ma non ha spostato in avanti il suo traguardo col trascorrere del tempo.

    Vivere confortevolmente al di sotto del proprio reddito, senza desideri eccessivi, rimuove gran parte della pressione sociale che viene oggi percepita nel mondo occidentale moderno.
    Si potrebbe riassumere il tutto citando il grande Nassim Taleb: "Il vero successo è tirarsi fuori dalla corsa al successo per modulare le proprie attività in vista della pace mentale".
    La liquidità è l'ossigeno dell'indipendenza, e averne da parte permette di non essere costretti a vendere degli investimenti in un momento magari poco propizio, così da non interrompere anzitempo il lavoro svolto dall'interesse composto.
    Ancora Charlie Munger a tal proposito: "la prima regola dell'interesse composto è: non interromperlo mai senza necessità"
    In un mondo in cui le brutte sorprese sono più frequenti di quanto si possa immaginare, il risparmio riveste allora un ruolo fondamentale per ottimizzare gli investimenti e per dormire sonni tranquilli.

    Posto che ogni investitore dovrebbe scegliere la strategia di investimento che meglio gli permette di raggiungere i propri personali obiettivi, Housel ha comunque un consiglio valido per tutti: un PAC, un piano di accumulo su un fondo indicizzato alla crescita globale, può offrire le migliori possibilità di successo nel lungo termine, a patto di lasciarlo lavorare indisturbato nel tempo, possibilmente per decenni.
    Non serve dunque essere il miglior investitore del mondo, l'importante è non essere un cattivo investitore: ragionando in questo modo, un fondo indicizzato è la scelta che si rivela migliore, almeno nel caso di Housel e della sua famiglia.
    Egli ci svela nel libro anche com'è composto il suo patrimonio: una casa (priva di mutuo), un conto corrente e alcuni fondi indicizzati.
    Housel ama le cose semplici, profondamente convinto che ci sia scarsa correlazione tra lo sforzo profuso negli investimenti e i risultati che dagli stessi si ottengono.
    Questo perché il mondo è governato dagli eventi di coda: poche variabili non pronosticabili determinano la maggioranza dei rendimenti finanziari.

    Come potremmo allora riassumere la ricetta di Housel per una serena vita finanziaria?
    Elevato tasso di risparmio + pazienza + ottimismo e fiducia nella crescita economica globale per i prossimi decenni.
    Sui primi due, in particolare, ognuno può esercitare il proprio controllo.
    Obiettivo ultimo?
    Padroneggiare ovviamente la psicologia dei soldi!

    Per me è stato un viaggio molto bello Morgan.
    So per certo che è piaciuto anche a molti miei lettori.
    Grazie, allora, di tutto!
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    7 - PIU' CHE RADDOPPIANDO ANNO SU ANNO

    I dati parlano chiaro: i pagamenti facili, veloci e in mobilità, tramite smartphone o smartwatch, stanno più che raddoppiando anno su anno.
    Questo anche nel nostro paese, ancora molto tradizionalista e legato al contante, che rimane comunque ancora il mezzo più utilizzato.
    Ma il punto di pareggio si avvicina e può essere raggiunto a breve.

    Il trend dei pagamenti digitali viaggia infatti in una traiettoria di crescita esponenziale: +108% nel 2021, +124% nel 2022 e +97% nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2022.
    In questo 2023, le transazioni nei negozi avvenute via smartphone e tramite dispositivi "wearable", cioè indossabili, ha già superato quota 12 miliardi di €.
    La maggior parte avviene attraverso la tecnologia contactless NFC, marginalmente attraverso servizi che utilizzano il Qr code e la geolocalizzazione come l'app Satispay.
    In generale stanno comunque crescendo tutti i pagamenti digitali, quindi anche quelli che passano attraverso i più tradizionali bancomat, prepagate e carte di credito.
    I consumatori, in sostanza, si stanno modernizzando, e già il 75% dei clienti bancari (quasi 26 milioni di persone) è abilitato ad operare online attraverso le varie app degli istituti di credito.
    Solo 5 anni fa erano la metà.

    Un trend solido che ci proietta allora verso un futuro caratterizzato da pagamenti sempre più dematerializzati.
    Da un lato ci sono le banche che mettono in campo innovazioni continue, dall'altro ci sono le generazioni cresciute con lo smartphone in mano, che progressivamente entrano nel mondo del lavoro, già propense a gestire digitalmente il proprio stipendio.
    Una spinta ulteriore alle transazioni digitali arriverà dall'evoluzione dei Pos, gli strumenti di accettazione del denaro digitale.
    Quelli tradizionali sono in netto calo, soppiantati dai mobile Pos e dagli smart Pos, basati su tecnologia Android.
    Questi apparecchi racchiudono anche interessanti opportunità per gli esercenti, come il contenimento delle commissioni e delle manutenzioni degli apparecchi fisici, oltre alla possibilità di installare app che si integrano tra loro e permettono di gestire più cose in contemporanea.

    I pagamenti digitali, dopo le resistenze degli anni scorsi, sono sempre più richiesti dagli esercenti stessi, che oggi ne apprezzano i vantaggi: minor tempo per la rendicontazione, meno errori e meno rischi derivanti dalla gestione del contante (rischio rapina, rischio di introitare banconote false, tempo necessario per andare in banca a versare...).
    Permane ancora qualche "battaglia" sul fronte delle commissioni a carico dei negozianti, ma in maniera marginale, visto che i pagamenti digitali sono spesso sollecitati e richiesti direttamente dai clienti, e per rimanere competitivi i negozianti non possono esimersi dal rispondere alle richieste del mercato.

    Io vado ancora molto di contante o, al massimo, di bancomat.
    Uso infatti poco e quasi esclusivamente online la carta di credito.
    E tu, sei un fedelissimo dei vecchi metodi come me, o ti sei già lanciato con Satispay, Apple Pay, o altre "diavolerie" simili?
    Sarei curioso di sapere che ne pensi in merito.
  • play_arrow
    volume_up
    volume_down

    Questa è stata la mia ultima 7in7 del 2023.
    Concludo informandoti che il 2024 sarà un anno ben diverso sotto l'aspetto delle mie informative e newsletter.
    Probabilmente non me l'hai mai detto esplicitamente, ma so benissimo che queste mie 7in7 sono più che altro delle 7in30 se va bene...
    Tanto materiale, forse anche troppo, che può portarti a non leggere appieno i miei contenuti.
    Nonostante allora la mia grande voglia di comunicare e di mettere a fattor comune argomenti che ritengo interessanti, con il nuovo anno voglio arrivare di più, voglio essere più letto.
    Tutto sarà più leggero e fruibile.
    O almeno spero...

    Ti auguro di trascorrere delle Serene Festività Natalizie.
    Un grande abbraccio.

    Davide