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www.davideberto.it2024-10-11
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    Lo so per certo ed è stato ribadito anche da un recente sondaggio: per la stragrande maggioranza degli italiani la Borsa è vista come un luogo misterioso e pericoloso.
    Qualcosa, in sostanza, da cui guardarsi bene, e a cui stare a debita distanza.

    Grave errore, però, pensarla così.
    Perché la Borsa è quel luogo all'interno del quale le aziende, che molto spesso fanno parte integrante della nostra quotidianità, sono quotate e possono essere, quota parte, comprate e vendute, con l'obiettivo anche di poter così raggiungere nel tempo gli obiettivi finanziari, obiettivi di vita di ogni investitore.
    A tal proposito, nei giorni scorsi sono venuto a conoscenza di una simpatica iniziativa nel sito del Nasdaq, che in 15 vignette mostra proprio il legame tra la nostra vita di tutti i giorni e la Borsa stessa.

    Ti svegli, allora, e sorseggiando un buon tè caldo controlli dal tuo iPhone (Apple) le mail arrivate sull'app di Gmail (Google - Alphabet), nonché eventuali notifiche di Facebook e Whatsapp (Meta).
    Nel corso della giornata fai poi magari degli ordini su Amazon, acquisti dei vestiti su Zalando, vai nel sito di Ryanair per programmare alcuni giorni di relax in una capitale europea nel prossimo week-end dell'8 Dicembre.
    Paghi il tutto con la tua Visa, Mastercard, o American Express.
    Fai poi una call di lavoro su Zoom, ed esci a prenderti un caffè americano da Starbucks...

    Un giorno nella vita di ognuno di noi insomma.
    O quasi.
    Un giorno pieno di aziende quotate in Borsa, pieno dei loro prodotti e dei loro servizi.
    Aziende che partecipano attivamente allo sviluppo e all'innovazione della nostra società.
    Qualcosa di cui aver paura e timore insomma?

    Ti auguro una piacevole lettura!
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    1 - COME SCALARE EL CAPITAN IN FREE SOLO

    Mattina di Sabato 3 Giugno 2017.
    Alex Honnold, unanimamente considerato il più forte free soloist al mondo (arrampicatore estremo in totale assenza di dispositivi di assicurazione, per cui ogni minimo errore si paga con la morte), scala in meno di 4 ore una parete di 900 metri su El Capitan, montagna di 2.300 metri situata nel parco nazionale di Yosemite in California.
    Per grado di difficoltà, lunghezza, tipologia di arrampicata, esposizione e soprattutto stress mentale, una scalata così non si era mai vista.
    In molti la indicano infatti come "la più grande impresa nell'arrampicata moderna", in grado di spostare l'asticella delle difficoltà alpinistiche ad un livello così alto da rimanere imbattuta per molti anni a venire.
    L'azione di Honnold su El Capitan sta all'arrampicata così come l'allunaggio sta all'esplorazione spaziale...

    Ma come riuscì Alex Honnold a realizzare una simile impresa?
    Alex, prima di tutto, si preparò per un anno intero, attraverso svariate e difficili vie di arrampicata tra Europa, Cina, Stati Uniti e Marocco.
    Alex si era creato la mappa mentale della salita, e conosceva in anticipo ogni possibile appiglio.
    Durante quelle 4 ore riuscì a rimanere calmo e analitico anche in situazioni potenzialmente critiche.
    Pensa che il suo autocontrollo di fronte a situazioni di pericolo, è oggetto di studio da parte di un gruppo di neuroscienziati, interessati a capire se il suo cervello si differenzia in qualche modo dalla normalità.

    Alex, in sostanza, si creò in modo ossessivo un vero e proprio metodo.
    Lo stesso metodo che un bravo investitore dovrebbe avere anche nell'affrontare questo contesto di mercato, lavorando possibilmente per "cassetti mentali" e in base agli obiettivi che intende raggiungere.
    Obbligazioni, azioni, mercati privati...
    Tanti possibili mattoncini utili alla più ampia costruzione di un ben strutturato e valido portafoglio d'investimento.

    P.S. L'ascensione di Alex Honnold è stata documentata in un film di National Geographic.
    Puoi recuperare il tutto anche su YouTube.
    Ti consiglio di vederla, è qualcosa di veramente incredibile!
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    2 - LA NUOVA VERSIONE DI "ORO ALLA PATRIA"

    Dopo l'invasione dell'Etiopia da parte dell'Italia, e la successiva condanna della Società delle Nazioni (antenata dell'ONU), il governo italiano nell'Ottobre del 1935 diede il via alla campagna "Oro alla Patria".
    A Dicembre, il giorno 18, fu proclamata la "Giornata della fede", durante la quale furono in molti a donare le proprie fedi nuziali e altri oggetti personali per sostenere i costi della guerra coloniale.
    Nonostante diversi famosi dissidenti, l'iniziativa ebbe un grande successo: nella sola Roma vennero raccolti più di 250mila anelli, a Milano 180mila circa.
    In tutto il paese oltre 33mila chili d'oro e 93mila d'argento.
    Sappiamo però tutti, purtroppo, qual è stato poi il tragico esito di tutto ciò...

    Ora, per fortuna, non siamo più nel 1935: l'Italia non è in guerra, e non c'è bisogno di finanziarla.
    Le ultime iniziative del governo possono però un pò ricordare la chiamata a raccolta dei cittadini italiani, ovviamente con uno scopo ben diverso.
    E' di tutta evidenza, infatti, far sì che il debito pubblico italiano (ora che non lo compra più la Banca Centrale Europea) torni in misura importante fra le mani dei cittadini italiani piuttosto che in quelle di investitori esteri, sicuramente più pragmatici e meno coinvolti nella parabola del nostro paese.
    Fin qui la cosa, non solo è comprensibile, ma anche condivisibile.

    Nulla da dire.
    Dopo anni di "vacche magre" sono finalmente tornati i rendimenti, e l'operazione è quindi sicuramente conveniente e l'Italia, è giusto ricordarlo, è stata sempre un pagatore puntuale.
    Gli italiani hanno raccolto l'invito, e sono accorsi in massa a sottoscrivere Btp.
    Detto questo, però, qualche considerazione va pur fatta: quando il collocamento del BTP Italia viene propagandato come l'investimento che meglio protegge dall'inflazione (in un momento in cui la stessa viaggiava al 10%, quindi facile presa sui cittadini) salvo poi rendere molto meno di quanto promesso, quando il BTP Valore viene emesso solo per il pubblico retail e, visto il successo del primo, si fa subito un altro collocamento raccogliendo così in totale la bellezza di 35 miliardi, quando si inserisce una nuova norma per cui i titoli di Stato non cubano più ai fini ISEE fino a 50mila €, quando il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, invita le imprese assicuratrici italiane a sostenere e a comprare a man bassa il debito pubblico ... beh, qualche domanda sarebbe giusto e legittimo farsela.

    Per quale motivo tutta questa attenzione?
    Per quale motivo il governo sollecita così fortemente la sottoscrizione del debito?
    Perché un battage pubblicitario così insistente su radio, giornali e tv?

    Perché, se è vero quanto detto prima sulla convenienza relativa all'acquisto dei BTP, è altrettanto vero che ci sono tante altre forme di investimento obbligazionario che rendono quanto e forse più del BTP stesso, pur non riferendosi a un debitore così fortemente indebitato e in difficoltà, ma a nazioni e aziende decisamente più sane dal punto di vista del bilancio, e che una continua sollecitazione all'acquisto da parte di un debitore dovrebbe far riflettere.
    Magari poi ci investo ugualmente, ma almeno c'ho ragionato su, e non compro solo perché "ho sentito che lo fanno tutti"...
    Quindi sì, il BTP può anche essere un buon investimento, ma il consiglio di una corretta e sana diversificazione vale sempre.
    Prova a metterti nei panni di un investitore canadese che cerca di investire privilegiando, in primo luogo, quella sicurezza che tutti poi ricercano: investiresti tutto in BTP?
    O, perlomeno, diversificheresti anche in Bund tedeschi, OAT francesi, Bonos spagnoli e così via?

    Ricordo un detto, riguardo al poker, che cita così: se nella prima mezz'ora al tavolo non hai ancora capito chi è il pollo ... alzati, perché il pollo sei tu!!!
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    3 - A SCADENZA CON CEDOLE: MASSIMA ATTENZIONE!

    Ormai è risaputo: dopo svariati anni di nulla o quasi, sono tornati i rendimenti obbligazionari!
    Il panorama di titoli destinati agli investitori retail si arricchisce, settimana dopo settimana, di nuove offerte.
    L'ultima proposta è arrivata da Cdp (Cassa depositi e prestiti), che ha collocato sul mercato uno strumento a tasso fisso (5%) per i primi tre anni, e a tasso variabile per i successivi tre (Euribor a 3 mesi maggiorato almeno dello 0,9%).
    Inutile dire che anche questo titolo è andato a ruba, raccogliendo 2 miliardi pur con richieste quasi doppie.

    Accanto ai singoli titoli investibili, stanno arrivando varie proposte di fondi a scadenza da parte delle società di gestione.
    Fondi obbligazionari, pertanto, con una certa data di scadenza.
    Fondi che io preferisco definire "Target", come, ad esempio, un Target 2026: al suo interno una diversificazione di titoli obbligazionari, tutti scadenti entro l'anno 2026.
    Fin qui, nulla di particolare, nulla da segnalare e nulla da cui tenersi a debita distanza.
    Molti di questi fondi prevedono però la classe a distribuzione periodica di un flusso cedolare, utile eventualmente ad integrare lo stipendio o la pensione del cliente sottoscrittore.
    Ma attenzione, è sempre bene ricordare che le cedole staccate da un fondo comune non sono sinonimo di rendimento!
    I proventi distribuiti potrebbero infatti essere superiori alla redditività complessiva del fondo stesso, rappresentando così un semplice rimborso parziale del valore delle quote a suo tempo acquistate.
    Se i titoli sottostanti al fondo non hanno infatti generato sufficienti performance, il coupon viene prelevato dal capitale investito nel fondo stesso, e il sottoscrittore riceve così indietro una parte del capitale investito, sulla quale ci paga pure le tasse.
    Cornuto e mazziato insomma.

    Ma si sa, il fascino del periodico flusso cedolare rievoca ai risparmiatori l'investimento in singoli titoli, BTP o altri ancora.
    E proprio questo cavalcano le varie case d'investimento nel proporre soluzioni a stacco cedolare.
    Unica certezza?
    Le laute commissioni incassate dalle reti distributive.
    Già, perché molto spesso questi strumenti sono collocati con delle commissioni di ingresso (investo, ad esempio, 100, ma la banca o la società di gestione ne trattiene subito 2, per investirne solamente 98), e delle commissioni di uscita, decrescenti nel trascorrere del tempo, e trattenute al cliente in caso di riscatto dell'investimento prima della sua naturale scadenza.

    E sotto l'aspetto fiscale?
    Quando l'investitore percepisce una cedola dal fondo, viene tassato con un'aliquota del 12,5% in presenza di titoli di Stato o equivalenti, al 26% in tutti gli altri casi, o, ancora, un'aliquota media tra le due nel caso in cui il portafoglio del fondo detenga entrambe le tipologie di titoli.
    Scadenza certa, risultato finale tutt'altro che certo!
    Negli anni, sono stati pochi i fondi a scadenza ad aver generato reale valore, indipendentemente dal rendimento di facciata e dalle cedole eventualmente distribuite.

    Fondi obbligazionari a scadenza e con stacco cedolare?
    Prestaci la massima attenzione!
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    4 - UNA DOTE PER I NOBEL

    E' attesa fra pochi giorni, il 10 Dicembre a Stoccolma, la cerimonia ufficiale di consegna dei premi Nobel 2023.
    Pace, Economia, Fisica, Letteratura, Medicina e Chimica: questi i 6 importanti ambiti in cui ogni anno si ricercano e si premiano le eccellenze mondiali. 
    Ma sai che ogni vincitore del Nobel riceve, oltre alla medaglia d'oro, anche un premio in denaro di circa 950mila €?

    Non si tratta allora solamente di un riconoscimento di grande prestigio, ma c'è anche un importante valore economico in tutto questo.
    I soldi vengono erogati dalla stessa Fondazione che si occupa delle nomine, fondata oltre un secolo fa da Alfred Nobel, chimico svedese divenuto celebre per l'invenzione della dinamite, nonché anche grande filantropo.
    La Fondazione dispone attualmente di un capitale di circa 500 milioni di €.
    Non v'è dubbio, un bel gruzzoletto che non viene di certo lasciato fermo in conto corrente in balia dell'inflazione…
    La cospicua somma è infatti investita in strumenti finanziari e asset immobiliari, proprio allo scopo di finanziare i premi erogati annualmente, possibilmente senza intaccare il capitale.
    Più in dettaglio, ecco come sta investendo in questo periodo il suo patrimonio la Fondazione Nobel:
    53% in azioni;
    21% in asset alternativi (hedge funds e altri);
    17% in obbligazioni e liquidità;
     9% in fondi immobiliari e infrastrutturali.

    Cosa ci possono insegnare allora i premi Nobel, oltre ad essere fonte di grande ispirazione morale e scientifica?
    - Investire con una valida diversificazione;
    - Orientarsi, se possibile, verso un orizzonte temporale di lungo, lunghissimo termine;
    - Non escludere dai propri investimenti gli asset illiquidi e non quotati.
    Questa strategia ha permesso alla Fondazione Nobel di chiudere il 2022 con una performance negativa di soli pochi punti percentuali, limitando così i danni di un anno particolarmente difficile per i mercati finanziari.

    Che dire allora...
    Forse che dai più grandi si deve sempre imparare?!...
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    5 - LA TRAPPOLA DELL' EFFETTO DIDEROT

    Sì è da poco concluso il Black Friday, periodo in cui un pò tutti siamo stati bombardati da offerte e proposte di ogni tipo.
    L'occasione è allora quella giusta per parlarti dell'Effetto Diderot: un meccanismo psicologico inconscio che prende il nome da un filosofo e scrittore francese del XVIII secolo, che si riferisce a quella pulsione ad acquistare cose nuove perché quelle vecchie ci sembrano "stonate".

    Diderot scrisse un saggio intitolato "Rimpianti sopra la mia vecchia vestaglia del 1769", in cui descrisse come l'arrivo di un nuovo abito avesse portato una serie di nuovi ragionamenti e desideri nella sua vita.
    Pur essendo una persona modesta e di basso profilo, egli, per lavoro, si trovava a frequentare una cerchia di personaggi molto facoltosi.
    Dopo aver ricevuto una sontuosa veste come regalo da parte di Caterina ll di Russia, Diderot iniziò a sentirsi inadeguato: il resto dei suoi beni non reggeva più alla bellezza e al prestigio del nuovo abito, non si adattava al suo nuovo stile di vita, creandogli così un senso di disarmonia.
    Proprio questo senso lo spinse a desiderare ulteriori acquisti, con lo scopo di adattare il suo ambiente alla nuova acquisizione, dando il là ad un circolo vizioso di consumismo.

    L'Effetto Diderot ci spiega allora come un singolo acquisto possa innescarne poi una serie.
    Una reazione a catena di desideri sempre più costosi, finalizzati a far pareggiare l'ambiente e lo stile di vita al nuovo oggetto. 
    Questo concetto è ampiamente utilizzato nel campo del marketing, per influenzare le scelte e le abitudini di consumo.
    Spinti dalla travolgente emozione del momento, dalla sensazione di aver acquisito un nuovo "status", non ci accorgiamo che stiamo cadendo vittima dei nostri bias comportamentali.
    A volte cadiamo così in inutili acquisti di piccole cose.
    Altre volte, però, gli acquisti e le spese sono ben più grandi ed importanti.

    Alcuni esempi?
    L'acquisto di una nuova casa potrebbe innescare una serie di desideri costosi, come la ristrutturazione di ogni singola stanza, l'acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici, nuova biancheria, nuovi soprammobili...

    Quando compriamo poi il nuovo smartphone, potremmo essere tentati dall'acquisto di accessori correlati per completarne l'assetto tecnologico, come cuffie wireless, smartwatch e cose simili...

    Anche ricorrere a un finanziamento per andare in vacanza, o per comprare un'auto nuova e lussuosa, sono comportamenti che rientrano in questo contesto.
    Sono tante le persone che finiscono così per rincorrere lo stipendio mese dopo mese, vittime di un tenore di vita che non si potrebbero realmente permettere.

    Ti ritrovi in questa descrizione? 
    Devi comunque sapere che esistono delle soluzioni utili a combattere questa trappola sociale.
    Eccone 3:

    - Stabilisciti un budget: sarà il tuo migliore alleato per evitare spese eccessive e mantenere il controllo sul tuo denaro.
    Inizia analizzando le tue spese attuali, mese per mese, così da prendere consapevolezza di come effettivamente stai usando ora i tuoi soldi.
    Scoprirai magari che stai spendendo molto in colazioni e aperitivi al bar, mentre il tuo obiettivo sarebbe quello di fare una bella vacanza: ecco, in questo modo puoi gestire le tue risorse al meglio, focalizzandoti sui tuoi reali obiettivi, e dirottando così le risorse dove desideri.

    - Pianifica: crea il tuo piano finanziario.
    Parti magari dal "fondo per le emergenze", qualcosa di assolutamente indispensabile anche se (o meglio, soprattutto se) fatichi ad arrivare a fine mese.
    Prima o poi, infatti, capita a tutti una rottura imprevista dell'automobile, una carie da curare, una visita medica non preventivata...
    Se non hai messo nulla da parte nel tempo, non riuscirai ad affrontare queste spese, compromettendo aspetti fondamentali della tua stessa vita.

    - Sii consapevole: quando ti prudono le mani per comprare qualcosa, impara a chiederti: ma questo acquisto è veramente necessario? Ed è necessario ora?
    Se la risposta è sì, procedi senza indugio.
    Se in tutta onestà la risposta è invece no, trattieni l'impulso di spesa, e risparmia quei soldi per farne un futuro uso migliore.

    Resistere alla tentazione di acquistare qualcosa che desideriamo fortemente, è difficile e richiede molto autocontrollo.
    Ne sono consapevole.
    Ma per evitare l'Effetto Diderot, bisogna ben ponderare le proprie decisioni finanziarie e non agire d'impulso.
    La consapevolezza è sempre alla base di tutto, ricordalo.
    E il successo finanziario riguarda soprattutto come gestiamo il nostro denaro.
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    6 - SAPPIAMO... (BY JOHN C. BOGLE)

    Nei giorni scorsi ho terminato la lettura de "Il piccolo libro dell'investimento", un bestseller tradotto in 15 lingue scritto da John Clifton Bogle, fondatore della casa d'investimento americana Vanguard.
    Il libro è complessivamente interessante, ma alcune righe, in particolare, mi sono piaciute, e voglio con questa mia condividerle con te.
    Seguimi.

    Bogle giustamente scrive che quando si cercano delle modalità per effettuare degli investimenti riusciti, occorre rendersi conto che non è possibile sapere quali saranno i rendimenti di azioni e obbligazioni negli anni a venire.
    Ma non ci si deve, per questo, scoraggiare.
    Malgrado tutta l'inevitabile incertezza che si incontra nella nebbia che circonda il mondo degli investimenti, ci sono comunque molte cose che noi, in realtà, sappiamo.
    Basta considerare allora le seguenti realtà basate sul buonsenso:

    . Sappiamo di dover iniziare ad investire il più presto possibile, e da quel momento in poi continuare a metter da parte regolarmente dei soldi.

    . Sappiamo che investire comporta dei rischi.
    Ma sappiamo anche che non investire equivale a fallire dal punto di vista finanziario.

    . Sappiamo quali sono le fonti dei rendimenti del mercato azionario e di quello obbligazionario, e questo è l'inizio della saggezza.

    . Sappiamo che il rischio relativo all'investimento in singoli titoli può essere facilmente eliminato grazie alla totale diversificazione offerta dal tradizionale fondo indicizzato.
    Resta così solo il rischio di mercato.

    . Sappiamo che i costi sono importanti, e a lungo termine lo sono in misura schiacciante, e sappiamo anche che dobbiamo ridurli al minimo.

    . Sappiamo che le imposte sono importanti, e che anche questa voce va limitata il più possibile.

    . Sappiamo che né il fatto di battere il mercato, né quello di individuare la giusta tempistica del mercato stesso, possono essere generalizzati senza costituire una contraddizione in termini.
    Ciò che funziona per qualcuno, non funziona per molti altri.

    . Sappiamo, infine, che cosa non sappiamo.
    Non possiamo mai avere la certezza di sapere come sarà il mondo domani, men che meno sappiamo come si presenterà fra un decennio.
    Tuttavia, con un'intelligente costruzione del proprio portafoglio investimenti, e con delle scelte sensate, possiamo prepararci alle inevitabili battute d'arresto che incontreremo lungo la strada, e dovremmo riuscire ad affrontarle senza ripercussioni.

    Sappiamo tutti che per perdere peso e acquistare una forma fisica migliore, occorre mangiare di meno e fare più attività fisica.
    E' semplice, ma non è facile.
    Ebbene, investire è la stessa cosa.
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    7 - SEMPRE PIU' BIG, E SEMPRE MOOOLTO OIL

    Le Big Oil, grandi compagnie petrolifere americane, non ci stanno.
    Non credono alle previsioni sulla fine dell'era del petrolio a favore delle energie rinnovabili, e si sono riorganizzate più grandi e determinate che mai.

    Dopo la fase di consolidamento avvenuta tra la fine degli Anni '90 e l'inizio del Duemila, a Ottobre ci sono infatti state le due maggiori acquisizioni degli ultimi decenni:  ExxonMobil ha sborsato 60 miliardi di $ per acquisire il produttore Pioneer Natural Resources, mentre Chevron ne ha messi sul piatto 53 per far propria Hess Corporation.
    Una vera e propria scommessa, contro ogni previsione, sulla futura resilienza delle fonti fossili come carburante dell'economia mondiale.
    Le stime degli esperti dicono infatti che la domanda di greggio, carbone e gas naturale avrà un picco in questo decennio, per poi decrescere addirittura del 50-75% entro la metà del secolo.
    Uno scenario tranchant, assolutamente non condiviso dall'amministratore delegato di Chevron, Mike Wirth, che si aspetta invece una crescita nel consumo di petrolio ben oltre il 2030.
    Su questa base ha avviato l'operazione di acquisto di Hess Corporation, i cui punti di forza sono estrazioni offshore al largo della Guyana e depositi di shale-oil (petrolio non convenzionale estratto da rocce bituminose) nel Nord Dakota.
    L'acquisizione di Pioneer ha consentito invece a ExxonMobil di raddoppiare e consolidare la sua presenza in Texas e New Messico.
    I produttori USA contestano, insomma, gli scenari tracciati.
    Chevron ha investito quest'anno 14 miliardi di $ per lo sviluppo, ma solo 2 di questi sono stati destinati alle energie pulite.
    Exxon ha stanziato 17 miliardi da dedicare allo sviluppo della transizione energetica da qui al 2027, ma c'è un ma ... è una transizione che, nella sua visione, passa comunque attraverso il consumo di risorse fossili, visto che si concentra sullo sviluppo di sistemi di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta dal consumo di idrocarburi.

    Chi intende investire allora nelle energie pulite, dovrà probabilmente rivolgersi altrove: le Big Oil americane non sono solo sempre più Big, sono ancora molto Oil.
    La strada intrapresa dalle compagnie europee sembra invece, almeno in parte, diversa.
    Bp, Shell e Total mostrano infatti un maggiore impegno nella ricerca e nello sviluppo di alternative all'oro nero, sotto la spinta di leggi e governi che puntano all'abbandono delle energie fossili a favore delle rinnovabili.
    L'amministratore delegato di Chevron direbbe che in Europa guardiamo più alle previsioni che al mondo reale, dove ancora si consumano 100 milioni di barili di petrolio al giorno.
    Appuntamento al 2050 allora.
    Per vedere chi, nel frattempo, ha avuto ragione.
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    Concludo questa mia 7in7 con un consiglio che mi sento di darti.

    Quando vivi la tua vita, goditi al massimo le emozioni che la vita stessa ti fa provare.
    Ma quando investi, dove possibile, cerca di lasciarle da parte le emozioni, per dare più credito ai freddi numeri e dati.
    Non sarà di certo affascinante o divertente, ma guadagnerai molto di più di chi butta soldi sui mercati finanziari "a sentimento" e inseguendo le mode di momento (Cina, cripto, intelligenza artificiale, il tech che non perde mai...).
    E, cosa molto più importante, sarà per te più semplice raggiungere i tuoi personali obiettivi di investimento.

    E' tutto.
    Appuntamento a Venerdì 15.
    Ti auguro un sereno fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide