Dopo l'invasione dell'Etiopia da parte dell'Italia, e la successiva condanna della Società delle Nazioni (antenata dell'ONU), il governo italiano nell'Ottobre del 1935 diede il via alla campagna "
Oro alla Patria".
A Dicembre, il giorno 18, fu proclamata la "Giornata della fede", durante la quale furono in molti a donare le proprie fedi nuziali e altri oggetti personali per sostenere i costi della guerra coloniale.
Nonostante diversi famosi dissidenti, l'iniziativa ebbe un grande successo: nella sola Roma vennero raccolti più di 250mila anelli, a Milano 180mila circa.
In tutto il paese oltre 33mila chili d'oro e 93mila d'argento.
Sappiamo però tutti, purtroppo, qual è stato poi il tragico esito di tutto ciò...
Ora, per fortuna, non siamo più nel 1935: l'Italia non è in guerra, e non c'è bisogno di finanziarla.
Le ultime iniziative del governo possono però un pò ricordare la chiamata a raccolta dei cittadini italiani, ovviamente con uno scopo ben diverso.
E' di tutta evidenza, infatti, far sì che il debito pubblico italiano (ora che non lo compra più la Banca Centrale Europea) torni in misura importante fra le mani dei cittadini italiani piuttosto che in quelle di investitori esteri, sicuramente
più pragmatici e meno coinvolti nella parabola del nostro paese.
Fin qui la cosa, non solo è comprensibile, ma anche condivisibile.
Nulla da dire.
Dopo anni di "vacche magre" sono finalmente tornati i rendimenti, e l'operazione è quindi sicuramente conveniente e l'Italia, è giusto ricordarlo, è stata sempre un pagatore puntuale.
Gli italiani hanno raccolto l'invito, e sono accorsi in massa a sottoscrivere Btp.
Detto questo, però, qualche considerazione va pur fatta: quando il collocamento del BTP Italia viene propagandato come l'investimento che meglio protegge dall'inflazione (in un momento in cui la stessa viaggiava al 10%, quindi facile presa sui cittadini)
salvo poi rendere molto meno di quanto promesso, quando il BTP Valore viene emesso solo per il pubblico retail e, visto il successo del primo, si fa subito un altro collocamento raccogliendo così in totale la bellezza di 35 miliardi, quando si inserisce
una nuova norma per cui i titoli di Stato non cubano più ai fini ISEE fino a 50mila €, quando il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, invita le imprese assicuratrici italiane a sostenere e a comprare a man bassa il debito pubblico
... beh, qualche domanda sarebbe giusto e legittimo farsela.
Per quale motivo tutta questa attenzione?
Per quale motivo il governo sollecita così fortemente la sottoscrizione del debito?
Perché un battage pubblicitario così insistente su radio, giornali e tv?
Perché, se è vero quanto detto prima sulla convenienza relativa all'acquisto dei BTP, è altrettanto vero che ci sono tante altre forme di investimento obbligazionario che rendono quanto e forse più del BTP stesso, pur non riferendosi a un debitore così
fortemente indebitato e in difficoltà, ma a nazioni e aziende decisamente più sane dal punto di vista del bilancio, e che una continua sollecitazione all'acquisto da parte di un debitore dovrebbe far riflettere.
Magari poi ci investo ugualmente, ma almeno c'ho ragionato su, e non compro solo perché "ho sentito che lo fanno tutti"...
Quindi sì, il BTP può anche essere un buon investimento, ma il consiglio di una corretta e sana diversificazione vale sempre.
Prova a metterti nei panni di un investitore canadese che cerca di investire privilegiando, in primo luogo, quella sicurezza che tutti poi ricercano: investiresti tutto in BTP?
O, perlomeno, diversificheresti anche in Bund tedeschi, OAT francesi, Bonos spagnoli e così via?
Ricordo un detto, riguardo al poker, che cita così: se nella prima mezz'ora al tavolo non hai ancora capito chi è il pollo ... alzati, perché il pollo sei tu!!!