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www.davideberto.it2024-10-11
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    Da Lunedì 30 Ottobre a Venerdì 3 Novembre, contro ogni aspettativa, Wall Street ha registrato la sua miglior settimana del 2023.
    Visto che molti, in questi mesi, sono presi da conti deposito e da investimenti obbligazionari (Btp e non solo) con rendimenti medi attorno al 4% annuo, in soli 5 giorni la Borsa USA (S&P 500) ha reso il 5,7%, con il Nasdaq addirittura quasi il 6,5%.
    Ma anche le Borse europee hanno seguito a ruota il listino americano, facendo registrare la miglior performance settimanale da Marzo.
    I rialzi sono proseguiti sui listini anche la settimana scorsa.
    Eppure, la stragrande maggioranza degli italiani non vuole saperne di investire in azioni, fondi o ETF, perché negli anni ci ha provato e ci ha solo perso.

    Cercare di scommettere sul mercato, azzeccando quando entrarvi o uscirvi, e/o su quale titolo/settore puntare pesantemente, è una scommessa a bassissima probabilità di vincita.
    Chi oggi, per paura, non investe, sta perdendo un treno.
    Parlo ovviamente sempre di investire gli importi giusti, su soluzioni diversificate, in base ai propri obiettivi finanziari ed alla personale situazione.
    Questa è pianificazione finanziaria.

    Ti auguro una piacevole lettura.
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    1 - LE 2 FACCE DEL RISPARMIO

    La parola "risparmio" è una sola, ma identifica a mio avviso due fasi completamente diverse tra loro.
    Vediamole insieme.

    La prima fase è quella che intende il risparmio come il "non spendere oggi e metterlo da parte, per averlo a disposizione un domani".
    Da un punto di vista economico, il risparmio è quella quota di reddito che non viene consumata, ma accantonata per un consumo futuro, più in là nel tempo.
    In generale, l'approccio al risparmio, inteso quindi come un accumulo di denaro non speso, dev'essere questo: "non risparmiare quello che ti resta dopo le varie spese, ma spendi ciò che ti resta dopo aver risparmiato".

    La seconda fase del risparmio, riguarda invece quel risparmio inteso come "i soldi che ho già a disposizione, perché li ho risparmiati in passato o perché qualcuno lo ha fatto per me".
    Potremmo dire "i risparmi", al plurale, così ci si capisce meglio.
    Ora, come avrai inteso, non esiste ricchezza, patrimonio e capitale, che non sia stato un risparmio precedente.
    Qualcuno (tu o qualcun altro per te) ha messo da parte quei soldi.
    "Si ma io ho fatto i soldi con l'azienda che ho venduto dopo averla ereditata ... non ho mai risparmiato 1 € in vita mia!"...
    Non è così.
    Perché, dal momento in cui quella somma è entrata nelle tue mani, ogni giorno potresti materialmente spenderla tutta, indipendentemente da quanto grande sia, e senza neppure troppi problemi al giorno d'oggi.
    Quello che ogni giorno non vai a spendere, stai decidendo (forse anche inconsapevolmente se vogliamo) di tenerlo buono per un domani.

    Domani...
    Ma domani quando?
    Che ci dovrai fare con quei soldi domani?
    Non li vorrai portare nella tomba per diventare così il più ricco del camposanto spero...
    Scherzi a parte, cosa intendi fare con quei risparmi in futuro?
    Dopo che hai "il risparmio" per costruire "i risparmi", che significato ha per te quel malloppo?
    Che desiderio, che obiettivo è chiamato a raggiungere questo gruzzolo che ti è costato lavoro e sacrificio, e che avresti potuto già spendere (lo puoi spendere ancora ovviamente) per soddisfare qualche legittimo desiderio?

    Questo denaro ha sicuramente due importanti finalità:
    1. comprare sicurezza
    2. comprare libertà

    Magari non ne sei pienamente consapevole, ma queste sono le profonde motivazioni che stai andando a ricercare quando risparmi.
    Oppure quando decidi di non spendere i tuoi risparmi.
    Ma in che modo un capitale, un patrimonio, può offrirti sicurezza e libertà?

    La realtà è che un capitale-patrimonio, da solo, non può.
    E anche la sicurezza e libertà che può offrire è effimera, e destinata a durare poco.
    È ampiamente dimostrato che il grado di serenità finanziaria di una persona (esprime quanto si sente al sicuro e quanto si sente libero) non è dato dai risparmi posseduti.
    Ovvero dallo stock, dalla ricchezza, dal patrimonio immobile e infruttifero o dai soldi in banca.
    E' dato, prima di tutto, dal flusso di entrate, quindi dal reddito e dalla rendita.

    Andiamo a "ridare vita" ai risparmi grazie alla rendita da capitale, al fine di guadagnare maggiore sicurezza e maggiore libertà individuale!
    Dopo aver "scalato la montagna" (aver accumulato risparmio), vogliamo starci sopra la montagna.
    E non è certo facile.
    Perché aver risparmiato una vita (o avere un patrimonio familiare a disposizione), e non usare correttamente quei risparmi per guadagnare in sicurezza e in libertà (ma, anzi, ottenere magari preoccupazioni e pensieri dalle gestione dello stesso), è una situazione che si può e si deve migliorare.
    Non trovi?
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    2 - A CACCIA DI GIOVANI (PENSIERI AD ALTA VOCE)

    Quando vado a riunioni o assisto a conferenze legate alla mia professione, mi balza sempre all'occhio la diffusione dei capelli bianchi tra la platea dei colleghi...
    Capelli bianchi dovuti non tanto (o non solo...) allo stress lavorativo, ma legati a una questione strettamente anagrafica: l'età media dei Consulenti Finanziari in Italia è oggi di quasi 52 anni
    Io, allora, con i miei 43, posso considerarmi ancora un giovanotto che contribuisce ad abbassare la media di settore!...

    Nel nostro Paese ci sono 51.575 professionisti iscritti all'Albo dei consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede.
    Quelli realmente operativi sono però poco meno di 35.000, circa il 67% del totale.
    Da appassionato di calcio, tanto per render l'idea, pareggiamo la capienza del Ferraris, lo stadio di Genova.
    Gestiamo circa il 15% della ricchezza finanziaria complessiva degli italiani, e solo il 22% di noi è donna.
    Mentre il 64% degli iscritti ha oltre 50 anni.
    Numeri preoccupanti che non vengono certo alleviati dai (troppo pochi) giovani consulenti che si accingono oggi alla professione.
    Gli under 40 sono infatti solo il 13,3% del totale, mentre gli under 30 solamente addirittura il 3,5%.

    E' allora la nostra, una professione poco attrattiva per i giovani?
    Sicuramente la necessaria esperienza da maturare nel ruolo, porta a procrastinare il momento in cui si decide di esser manager di sé stessi, aprendosi una partita iva e gestendo i propri clienti in autonomia.
    Io sono entrato in questo mondo poco più che trentenne, e tuttora sono tra i più giovani pur avendo all'attivo ormai oltre un decennio di lavoro come Consulente Finanziario.
    Ritengo di svolgere una delle professioni più stimolanti e utili per le persone, le famiglie e le aziende, in particolare nei momenti di forte instabilità, come quelli che stiamo vivendo proprio in questi ultimi 2 anni.
    Un ruolo appassionante e impegnativo, che non vive di freddi numeri, ma che si occupa di vite, prendendosi cura di emozioni, esigenze, obiettivi e sogni.
    E' però piuttosto evidente che la Consulenza Finanziaria non è ancora riuscita a raccontarsi nel modo giusto.
    E anche questo non le permette di attrarre i giovani.
    Continuando su questa strada, il rischio è quello che ci si possa trovare ad avere una forte carenza di professionisti attivi, pur avendo davanti ampi spazi di mercato nel quale operare.

    E tu, come vedi, da fuori, il mio lavoro?
    Mi farebbe piacere ricevere un tuo pensiero in merito.
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    3 - I "PESCI GROSSI" DI PIAZZA AFFARI

    Nell'immaginario collettivo, i listini azionari sono popolati dai piccoli investitori che si cimentano nel trading, comprando e vendendo titoli con il loro gruzzoletto.
    Certo, quota parte hanno il loro peso, ma mooolto contenuto.
    I veri "pesci grossi" che navigano il mare di Piazza Affari vengono perlopiù dall'estero: sono le società di gestione di ETF e fondi comuni di investimento , grandi aziende che raccolgono il denaro di milioni di investitori nel mondo, per investirlo e farlo fruttare al meglio nel tempo.
    Sono loro a muovere realmente i prezzi ed a spostare gli equilibri finanziari, premiando o bacchettando le varie aziende quotate a suon di acquisti o vendite.
    Le partecipazioni dei grandi fondi esteri nelle aziende quotate italiane hanno raggiunto la notevole cifra di 54 miliardi di €.

    Ma chi primeggia oggi in Borsa Italiana?
    L'americana BlackRock, maggior società di investimento al mondo, ha spodestato quest'anno Norges Bank, fondo sovrano norvegese, dal più alto gradino del podio, diventando così la regina di Piazza Affari.
    Questo è stato reso possibile grazie a un pacchetto di partecipazioni che ha raggiunto la cifra di 11,6 miliardi, ben il 78% in più rispetto al 2022.
    Un portafoglio certamente variegato e diversificato anche per settori, ma concentrato soprattutto sulle maggiori società presenti nell'indice Ftse Mib.
    La società capitanata da Larry Fink ha quote importanti nella galassia Exor (Stellantis, Ferrari e Cnh Industrial), nelle immancabili banche cresciute tantissimo grazie alla spinta dei tassi d'interesse, così come in Italgas, Snam, Prysmian.

    Nonostante il sorpasso subito, Norges Bank ha comunque aumentato il suo peso in Piazza Affari.
    A fine 2022 contava oltre 140 partecipazioni, per un valore superiore ai 9 miliardi.
    Particolarmente rilevante è la sua presenza in Enel (1 miliardo di €, pari al 2,1% del capitale), ma si fa decisamente sentire anche in Eni (800 milioni), oltre che in Unicredit e Intesa, entrambe partecipate con 700 milioni di €.

    Sul terzo gradino del podio si conferma Cvc Capital Partners, società britannica di private equity presente con 1 solo corposo investimento, visto che detiene la maggioranza (il 51,8%) di Recordati.
    Sembra però che sia anche interessata a Nexi.

    Indubbiamente la nostra borsa ha dimensioni ridotte e conta ben poco nel panorama finanziario mondiale, ma la presenza di questi importanti gestori esteri indica inequivocabilmente che c'è del valore da cogliere, viste anche le non banali cifre investite.
    Un pò di Italia nel proprio personale portafoglio d'investimento, merita allora di starci.
    Ovviamente, sempre in una logica di pianificazione per esigenze e per obiettivi.
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    4 - CONVERSE O NIKE? LA SCELTA DI MAGIC JOHNSON CON IL SENNO DI POI

    Più di 1 miliardo di $!
    A tanto ammonta attualmente il patrimonio personale di Magic Johnson, uno dei più grandi giocatori di basket della storia.
    Magic è entrato così a far parte di un ristretto club di miliardari cui fanno parte da tempo, sempre restando in ambito sportivo, Michael Jordan, LeBron James e Tiger Woods.
    Una fortuna costruita grazie al suo enorme talento in campo, ma anche attraverso le sue scelte di investimento.
    Bada bene: anche Magic Johnson è umano, e non sempre ha fatto canestro.
    Né in campo, né gestendo i suoi soldi.
    Lo ha raccontato lui stesso in una recente intervista, con un aneddoto, in particolare, legato alle sponsorizzazioni.
    Seguimi.

    Nel 1980, dopo aver vinto il campionato NBA con la franchigia dei Los Angeles Lakers, fu corteggiato da Converse, Nike e Adidas, che lo volevano come loro brand ambassador.
    Converse mise sul piatto più soldi delle altre due, ma Philip Knight, cofondatore e presidente Nike, rispose dicendogli "ti posso offrire la stessa cifra di Converse, ma te la pago in azioni della società, in azioni Nike".
    Non sapendone molto di borsa e listini, Magic scelse la via per lui più semplice, ovvero i soldi di Converse.
    Un pò di tempo dopo, gli venne però l'idea di farsi due conti, per capire, a distanza di anni, cosa sarebbe successo se avesse invece accettato le azioni Nike.
    Pensa, le azioni Nike all'epoca rifiutate avrebbero oggi un valore pari circa a 5 miliardi di $!
    4 o 5 volte superiore al suo attuale patrimonio. 

    La storia finanziaria di Magic Johnson è, in qualche modo, applicabile a tutti noi in qualsiasi ambito della nostra vita: un'occasione di lavoro mancata, aver scelto una scuola piuttosto che un'altra, aver sposato una donna e non un'altra, aver acquistato un'abitazione e non l'altra che si era valutata... 
    Rimpianto e frustrazione sono due sentimenti che spesso ci accompagnano, specialmente quando facciamo le verifiche a ritroso come ha fatto il buon Magic.

    Ma ha senso tutto ciò?
    No, in realtà.
    E' un mero esercizio teorico, e guardare indietro rimpiangendo una scelta fatta significa costruire nella propria mente una realtà alternativa ma molto poco realistica.
    Magic Johnson si è infatti proiettato una crescita costante e regolare del suo patrimonio, qualora avesse scelto le azioni Nike nel 1980.
    Ma come si sarebbe sentito nel 1984, ad esempio, vedendo che stava perdendo il 70% del suo valore iniziale?
    Magari avrebbe venduto tutto, arrabbiato e sconfortato, maledicendo il giorno in cui non aveva preso i comodi e facili contanti da Converse.
    E se anche avesse tenuto duro in quel difficile momento, avrebbe poi retto le altre 7 volte in cui, dal 1985 ad oggi, il titolo Nike si è trovato ancora a perdere oltre il 50% del proprio valore?
    Ecco, pensare allora che oggi avrebbe potuto stringere tra le mani un valore pari a 5 miliardi di $ è una visione del tutto irrealistica, perché non tiene conto di tutti gli altri fattori che lo avrebbero influenzato nel mantenere il possesso di quei titoli quando tutto sembrava andare a rotoli.

    Ad ogni modo, il ragionamento di Magic Johnson è assolutamente normale.
    E' la nostra mente a funzionare così.
    Pur vivendo in un mondo complesso, infatti, amiamo per natura i percorsi lineari.
    Tendiamo pertanto a eliminare la complessità dai nostri ragionamenti: ma questa è solo teoria, non applicabile alla vita di tutti i giorni, che invece é irta di complicazioni, anse e curve a gomito.
    Non dovremmo allora mai guardare alla strada lasciata, perché davvero non ci avrebbe portato dove pensiamo o immaginiamo.
    E' necessario invece rimanere legati alla realtà, mettendo a fuoco i propri obiettivi e percorrendo con convinzione la strada utile a raggiungerli.
    L'unica strada che abbiamo a disposizione è quella davanti a noi, non certo dietro, ed è a quella che dobbiamo pensare.
    Ed è quello che, alla fine, ha fatto anche Magic Johnson, conducendo il suo percorso personale e lavorativo cercando sempre di progredire, arrivando così ad essere uno dei 4 sportivi più ricchi di sempre. 
    Nonostante i suoi rimpianti sulle azioni Nike...
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    5 - UNA CRESCITA MONSTER!

    55 $ ad azione oggi.
    Sotto i 10 $, dieci anni fa.
    0,7 $, vent'anni fa.
    Apple? Microsoft? Amazon? Tesla?...
    Niente di tutto ciò: Monster Beverage Company!

    Già, perché l'ultimo decennio e più della dinamica borsistica americana passerà certamente alla storia come l'epopea del big tech.
    Ma i sopra citati titoli azionari, rappresentativi delle large corporate USA (possiamo aggiungere Alphabet, Meta e Nvidia), non sono stati certo gli unici ad aver illuminato il parterre di borsa con le loro mirabolanti ascese (ed anche con qualche caduta...).

    Anche un outsider della vecchia e cara old economy sta facendo faville.
    I più giovani sicuramente già la conoscono come la meno nota concorrente di Red Bull, perché Monster Beverage, azienda californiana fondata nel 1985, produce anche lei bevande energetiche, caratterizzate in questo caso dall'effige di tre graffi verdi sulle lattine.
    Monster corre alla grande, e vende ovunque nel mondo.
    Pensa che i ricavi complessivi dei primi sei mesi dell'anno hanno raggiunto i 3,55 miliardi di $, con costi operativi e di produzione che valgono solo la metà dei ricavi stessi.
    Tolti ammortamenti e alcune svalutazioni, l'utile netto nel semestre ha fatto registrare poco più di 800 milioni.
    L'azienda, di fatto, non ha debiti, e può vantare, tra cassa e titoli, su ben 3,3 miliardi di liquidità.
    Un bel business insomma, con spese concentrate molto in ambito marketing e advertising.
    Tutto ciò vale qualcosa come 53 miliardi di $ di capitalizzazione di mercato, e il titolo marcia a pieni giri anche quest'anno (+9%).
    Per l'intero 2023, le stime di consenso prevedono i ricavi lanciati a superare la storica barriera dei 7 miliardi, con utili netti per oltre 1,6, e un'incidenza sui ricavi superiore al 22%.
    Monster non ha nulla da invidiare ai più blasonati marchi di Coca Cola e Pepsi, anch'essi capaci di eccellenti track record borsistici, ma comunque inferiori a quello che l'azienda californiana ha saputo regalare ai suoi investitori.

    Attenzione però!
    Le performance sono certamente importanti, ma non dicono sempre tutto di un titolo e di un'azienda.
    Monster vale oggi in borsa oltre 7 volte i ricavi annui.
    Oltre 50 volte gli utili.
    Forse un pò troppo?
    I multipli sono più elevati dei, già alti, valori toccati da Coca Cola e Pepsi.
    Potere della redditività e del blasone del marchio, certo.
    Numeri, però, che devono far riflettere.
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    6 - LA PSICOLOGIA DEI SOLDI (RIPASSIAMO INSIEME)

    Capitolo dopo capitolo, settimane dopo settimane, siamo giunti in dirittura d'arrivo con lo splendido libro di Morgan Housel che ci fa compagnia da quasi 2 anni. 
    Oggi è la volta del penultimo capitolo: "Ripassiamo insieme - Le cose che abbiamo imparato sulla psicologia dei vostri soldi".
    Rivedremo allora qualche breve insegnamento pratico, utile da tenere a mente per prendere le migliori decisioni in ambito finanziario ed economico.
    Ma passiamo prima per una breve similitudine introduttiva.

    Medicina e finanza hanno forti somiglianze.
    Così come c'è una forte interazione fra medico e paziente, lo stesso c'è (o dovrebbe esserci) fra consulente finanziario e investitore.
    Medici e consulenti finanziari sono figure utili, in quanto possiedono informazioni.
    Conoscono le probabilità, sanno cosa può funzionare e cosa no, anche se spesso i pazienti (investitori) si fanno idee diverse su quale sia la terapia (o la strategia di investimento) migliore.
    Ci sono infatti verità universali nella scienza medica, così come nelle questioni di soldi.
    Anche se poi le persone scelgono come e se applicare quelle verità alla propria salute o al proprio denaro.
    Ecco allora i consigli migliori da tenere a mente quando ci si trova a prendere decisioni in merito ai propri risparmi.

    1) Scegliete di essere umili quando le cose vanno bene, e compassionevoli (con voi e con gli altri) quando invece vanno male.
    Il mondo in cui ci muoviamo è ampio e complesso.
    Fortuna e rischio sono entrambi reali e difficili da identificare: è necessario rispettarne il potere, concentrandosi su ciò che possiamo realmente controllare.

    2) Meno ego, più ricchezza.
    La formula è semplice: risparmio = reddito - ego personale.
    La ricchezza è ciò che non si vede.
    Si crea ricchezza rinunciando a ciò che si può comprare oggi, per comprarne di più domani.
    E' necessario allora porre un limite al godimento che i soldi ci danno nel presente, se vogliamo costruire una reale ricchezza futura.

    3) Gestite i soldi in un modo che vi faccia dormire dei sonni tranquilli.
    Alcune persone non dormono bene se non ottengono rendimenti alti; altri riposano solo se investono in maniera prudente.
    A ciascuno il suo: l'importante è avere ben chiara la propria personale idea di "dormire sonni tranquilli".

    4) Allargate l'orizzonte temporale.
    Il tempo è il motore più potente quando si investe. 
    Fa crescere le piccole cose e minimizza gli errori, pur senza annullare il potere di rischio e fortuna.

    5) Accettate l'idea che molte cose non vanno per il verso giusto.
    SI può sbagliare 1 volta su 2, e diventare ugualmente ricchi.
    Bisogna allora misurare i propri risultati guardando il portafoglio investimenti nel suo complesso, evitando di concentrarsi sui singoli prodotti.
    Si possono infatti avere tanti investimenti sbagliati e pochi eccellenti, ottenendo ugualmente grandi risultati.

    6) Usate il denaro per diventare liberi e padroni del vostro tempo.
    Non essere padroni del proprio tempo limita pesantemente la felicità.
    Poter fare ciò che si desidera, quando lo si desidera, con chi si desidera: è questo il vero guadagno, ed il maggiore che si possa ottenere dagli investimenti.

    7) Risparmiate.
    Non serve per forza un motivo per farlo.
    Farlo per obiettivi concreti (un'auto, una casa, un percorso di studi...) è sicuramente importante, ma altrettanto importante è risparmiare per tutto ciò che è impossibile prevedere.
    La vita è una catena di sorprese, e avere dei soldi da parte è come avere una polizza contro gli inevitabili imprevisti che sanno arrivare sempre nei momenti meno adatti.

    8) Definite il costo del successo e siate disposti a pagarlo.
    Tutto ciò che ha valore non è mai gratis. 
    La maggior parte dei costi non è tangibile: incertezza, dubbi, rimpianti sono costi molto diffusi nel mondo degli investimenti, e spesso vale la pena pagarli, considerandoli un prezzo necessario sopra cui passare, per ottenere poi in cambio qualcosa di bello.

    9) Evitate gli estremi opposti nelle decisioni finanziarie.
    Desideri e obiettivi cambiano nel tempo: più erano estreme le decisioni prese in passato, maggiore è il rischio di pentirsene man mano che la vita evolve.

    10) Fatevi piacere il rischio, perché alla lunga paga.
    Sempre con moderazione, e stando alla larga dai rischi eccessivi e catastrofici.

    11) Abbiate rispetto per il caos.
    Anche le persone più informate e intelligenti possono essere in disaccordo sui temi finanziari, perché ognuno ha i propri desideri e obiettivi.
    Non esiste una risposta universale e giusta per tutti: esiste solo la risposta che funziona per ciascuno di noi.

    Dopo questo ripasso finale ci attende a Dicembre l'ultimo capitolo, all'interno del quale potremo conoscere la personale esperienza dell'autore nella gestione dei suoi soldi.
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    7 - DAL BANKING AL DIGITAL BANKING

    Hanno nomi simpatici e un pò buffi se vogliamo, come Buddy Bank, Isybank e Widiba: sono gli alter ego digitali delle più note e importanti banche italiane, rispettivamente UniCredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena.
    Tre istituti bancari tradizionali che contano, messi assieme, 25 milioni di clienti nel nostro paese.
    Di questi, solo 1 milione circa sono al momento "digitali".
    Ma la transizione è solo all'inizio...

    Se 10 anni fa il numero delle filiali bancarie era il metro di misura della forza di una banca, oggi tutto è cambiato, e la filiale è vista soprattutto come un problema da risolvere.
    I piani industriali dei principali istituti di credito presentano infatti massicci programmi di riduzione del numero delle agenzie fisiche, spesso vuote, o relegate soprattutto allo svolgimento di lavori amministrativi dallo scarso valore aggiunto.
    La riduzione delle spese fisse è sicuramente uno dei driver che sta guidando questo processo di dematerializzazione delle banche, per contenere i costi di affitto o di manutenzione degli immobili di proprietà.

    Molto forte è la spinta di Intesa in questo senso. 
    Ne avrai probabilmente sentito parlare proprio in queste settimane, visto il clamore sollevatosi attorno al passaggio "forzoso" di 3 milioni di clienti ordinari a Isybank, nata solamente a Giugno.
    Clienti che sono stati profilati e ben studiati nel tempo, per esser poi selezionati e scelti per il passaggio alla banca digitale proprio in base alle loro abitudini operative: under 65, con meno di 100mila € in banca, senza deposito titoli e senza investimenti in essere.
    Clientela, insomma, che genera scarsa redditività alla banca, ritenuta inoltre in grado di arrangiarsi in tutto e per tutto online, senza il bisogno di recarsi in una filiale fisica.
    Pur con tutti i preavvisi previsti dalla legislazione in vigore, sono stati molti quelli presi di sorpresa da questo passaggio divenuto operativo il primo di Ottobre.
    Uno switch che comporta, tra le altre cose, anche il cambio dell'Iban, con tutte le ripercussioni burocratiche del caso.
    Le proteste e la mobilitazione delle associazioni dei consumatori non si sono fatte attendere, e c'è stata addirittura un'interrogazione parlamentare in merito.
    E pensare che si è trattato soltanto dei primi 300mila clienti migrati: altri 2 milioni saranno trasferiti da programma a Marzo 2024, e il processo è in itinere.
    Intesa ha replicato alle critiche evidenziando che la sua Isybank offre un canone più contenuto, bonifici gratuiti, e il cambio dell'Iban avverrà in automatico e senza aggravi per il cliente.
    Ma il malumore è concreto e crescente, soprattutto perché il cliente non ha potuto scegliere, e si è trovato così traghettato su una dimensione nuova e non desiderata.

    Le altre due banche digitali italiane hanno una storicità maggiore, anche se sono rimaste alquanto sottotraccia finora.
    Buddy Bank è nata nel 2018 e conta circa 400mila clienti, ma la situazione è in fermento, visto che anche UniCredit ha avviato a Ottobre un processo di migrazione della sua clientela fisica denominato R-evolution Buddy.
    Dopo il caos sollevato attorno alla vicenda Isybank, l'amministratore delegato Orcel si è però affrettato a precisare che si tratterà di uno spostamento volontario per il cliente, non una migrazione imposta.
    Widiba, nata nel 2014, è ancora un pò un oggetto misterioso per il gruppo senese partecipato dallo Stato.
    Conta attualmente circa 280mila clienti sui 3,7 milioni totali del Gruppo MPS.

    La trasformazione digitale dell'Italia è un processo che va a rilento e incontra ancora molte resistenze.
    Lungimiranti appaiono allora oggi realtà bancarie come Mediolanum e Fineco, che da subito hanno affiancato la presenza di un Consulente ai tradizionali servizi di banking digitale.
    Un modello ibrido e flessibile, in grado di coniugare la necessità di contenere i costi con la rassicurante presenza di un professionista in carne ed ossa al proprio fianco.
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    In conclusione ti riporto alcune righe lette sul Corriere Economia di Lunedì 30 Ottobre:
    "Negli scorsi 70 anni, l'economia mondiale è cresciuta di 14 volte mentre il commercio internazionale si è espanso di 45 volte.
    Negli ultimi 30 anni questo fenomeno è coinciso con la straordinaria fuga dalla povertà di interi pezzi del globo".

    Allora, vedi, la certezza in finanza non trova ospitalità.
    Ma, nonostante questo, ritengo che investire nell'economia del mondo sia sempre la direzione più corretta, perché, nel lungo periodo, quell'economia non farà altro che crescere.

    Ti auguro un sereno fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide