, c'è una scelta che non paga, ma che paradossalmente è la più gettonata.
Già, perché, quando si apre un Fondo Pensione, si deve anche scegliere il suo "motore sottostante", ossia la linea di investimento del Fondo stesso.
Azioni? Obbligazioni? Un pò e un pò? Qualcos'altro ancora?...
E la linea garantita, il profilo più prudente di tutti, è fin troppo gettonata in Italia.
D'accordo, è quella che può far dormire "sonni tranquilli" agli aderenti, perché sentirsi dire "sai, è garantito..." fa piacere, ma che, a conti fatti, non ha permesso al capitale qui investito di crescere adeguatamente nel tempo, e di rimanere
al passo con l'inflazione e con la crescita delle economie globali.
Che poi, di veramente garantito, credo non ci sia più nulla al mondo ormai...
E non solo in ambito finanziario.
Ma con qualche numero e con qualche percentuale tutto ti potrà apparire più chiaro.
Seguimi allora!
Ben il 38% degli aderenti ad un Fondo Pensione ha scelto, in questi anni, i comparti garantiti.
Secondi solo alle linee bilanciate, scelte dal 40% degli iscritti.
Il peso delle più spinte linee azionarie è, invece, davvero esiguo: solo il 9% del totale.
Quasi 13 miliardi di €, nel nostro paese, sono attualmente allocati in linee (solo all'apparenza, visto quanto accaduto nel corso del 2022) tranquille e prudenti.
Talmente tranquille e prudenti che anche i loro rendimenti si sono rivelati ... addormentati.
Nell'ultimo decennio, infatti, le linee garantite dei Fondi Pensione aperti e negoziali (di sindacato) hanno reso mediamente tra il 3% e il 5,3%.
Bada bene: non un rendimento medio annuo, ma complessivo, in 10 anni!
Risultati assolutamente asfittici, specie se confrontati con i rendimenti delle linee azionarie (+60% medio in 10 anni), ed anche se si guarda alla rivalutazione del TFR che è stata del 26% nello stesso arco di tempo.
Come mai, allora, 4 italiani su 10, anche giovani o giovanissimi, scelgono le fiacche linee garantite, pur avendo tra le mani uno strumento di investimento che dovrebbe guardare al lungo, se non lunghissimo periodo?
Il tema della scarsa efficienza nell'allocazione delle risorse da destinare alla previdenza integrativa è una questione annosa, che affonda le sue radici nella carente cultura finanziaria degli italiani.
In parte, poi, questo fenomeno è dovuto ad una normativa del 2007, in cui si è previsto il "silenzio-assenso" per tutti quei lavoratori che non esprimono una scelta esplicita per la destinazione del proprio TFR.
Nelle aziende con più di 50 dipendenti, infatti, vi è l'obbligo di destinare il proprio trattamento di fine rapporto alla previdenza integrativa.
Non lo si può lasciare in azienda.
Gli iscritti che, per pigrizia o scarsa conoscenza, non hanno allora scelto una specifica linea di investimento per il loro TFR, sono stati automaticamente dirottati alle linee garantite, ritenute le più tutelanti, e comparabili alla rivalutazione
del TFR mantenuto in azienda.
Stiamo parlando ad oggi di quasi 300.000 posizione attive.
Sono passati 16 anni da allora, e la successiva evoluzione dei mercati finanziari ha evidenziato come sarebbe decisamente più opportuno un approccio "life cycle", ovvero uno stile di investimento dinamico nel tempo, che possa adeguatamente
sfruttare l'orizzonte temporale a disposizione di ogni aderente.
L'investimento life cycle prevede inizialmente una marcata esposizione ai titoli azionari, per poi operare in automatico un progressivo spostamento verso investimenti più conservativi, man mano che si avvicina il traguardo del pensionamento.
Queste sono anche le raccomandazioni dell'Ocse in materia, che per l'Italia auspicherebbe serie e strutturate campagne informative, e di educazione previdenziale.
Prima di guardare ai rendimenti, però, bisognerebbe affrontare un altro problema, ovvero il fatto che nel Belpaese solo 3 lavoratori su 10 sono iscritti alla previdenza complementare.
Un dato assolutamente insufficiente, stante le sempre più ridotte tutele che offre il sistema pensionistico pubblico.
E tu, stai pensando al tuo futuro pensionistico?
Certe scelte non possono essere rimandate!
Sono naturalmente a disposizione per approfondire l'argomento e parlarne assieme.