Era l'inizio del 2021 quando una
follia collettiva travolse i mercati azionari americani.
In pochi se ne ricorderanno, mentre sicuramente il segno è rimasto indelebile in coloro che provarono a cavalcare uno dei movimenti speculativi più sorprendenti della storia, rimanendo poi con il classico cerino in mano.
"Meme stock" è il termine sdoganato anche dalla Sec (l'equivalente americana della nostra Consob) a identificare le azioni i cui prezzi sono letteralmente e ingiustificatamente esplosi in poche settimane.
Movimenti al rialzo che furono frutto di una coalizzazione fra piccoli traders online che, come novelli Robin Hood, volevano contrastare lo strapotere dei grandi hedge fund, finendo per impattare un pò su tutto il mercato.
Ci sono stati così titoli, per lo più ignoti al grande pubblico, che sono arrivati a toccare rialzi a tre cifre percentuali, stravolgendo di conseguenza la composizione di fondi ed Etf, nonché anche gli assetti della finanza tradizionale.
Tutto sembrava un gioco all'epoca.
Un gioco finito poi male.
Il tam tam passava sui social e nelle community online, spacciandosi come sfida dei piccoli investitori al sistema finanziario dominato da pochi.
Le parole più in voga nei forum e nelle chat online erano "diamond hands", mani di diamante, ad indicare chi si teneva stretta un'azione anche quando il rischio di vederla crollare era elevato; "paper hands", mani di carta,
a identificare invece chi si faceva prendere dal panico e vendeva tutto al minimo segnale di calo.
C'è stato poi il fenomeno "Fomo" (Fear Of Missing Out), di cui ti ho parlato anche nella mia 7in7 del 29 Luglio 2022 al punto 2.
Si tratta di un acronimo inglese che identifica la paura di chi teme di perdere l'occasione della vita, e investe allora in azioni solo perché vede altri farlo.
In italiano potremmo assimilarlo all'effetto-gregge.
Non mancarono gli appelli alla prudenza, ma rimasero inascoltati anche perché le ondate speculative sono difficili da fermare.
Ma, alla fine, i conti si pagano sempre.
Il caso simbolo fu quello di GameStop.
Te ne parlai a caldo nella mia 7in7 del 5 Febbraio 2021 al punto 7.
Il titolo passò, in poche settimane, da 4 a 80 $.
Oggi si muove attorno ai 23, con una perdita pesante dal, mai più rivisto, top di allora.
Altro caso scuola fu quello di AMC, società attiva nell'intrattenimento: il suo titolo balzò dai 2 ai 60 $ di picco nel Giugno 2021.
Oggi vale 4 $ e qualcosa: chi lo acquistò due anni fa ha praticamente azzerato l'investimento.
Ma che cosa favorì questo fenomeno?
- Il frazionamento azionario, ovvero la possibilità di acquistare anche "pezzi" di singole azioni;
- le commissioni zero applicate da alcune piattaforme di trading online per attirare i clienti;
- l'elevata liquidità in circolazione iniettata nel post pandemia dal governo americano.
Mixiamo i tre fattori e otteniamo la spiegazione del fenomeno meme stock.
Ma alcuni titoli sono forieri di guai anche da "morti".
L'ultima tendenza in America è infatti l'intenso scambio, fuori Borsa, di azioni rappresentative di aziende che hanno già portato in tribunale i loro libri per avviare le procedure fallimentari.
E' il caso di Bed Bath & Beyond, catena di negozi di articoli per la casa che ad Aprile ha presentato istanza di bancarotta con 5,2 miliardi di debiti, a fronte di un patrimonio di soli 4,4 miliardi.
Numeri che non lasciano speranze di recupero per gli azionisti, che, in qualità di soci, saranno gli ultimi della fila a ricevere un rimborso dalla vendita degli attivi, dopo dipendenti, creditori e obbligazionisti.
Eppure, sulla scia di voci di un possibile piano di rilancio dell'azienda, nelle ultime settimane le azioni sono state scambiate intensamente fuori Borsa.
Parliamo di ben 18 milioni di azioni passate di mano sui mercati over the counter.
Anche questo titolo era rientrato nel boom delle meme stock del 2021, passando in poco tempo dai 18 ai 53 $ per azione.
Già a fine 2021 aveva ritracciato a 15 $, per poi continuare a scendere verso quota zero.
A spingere ancora i piccoli risparmiatori a scommettere sui possibili rimbalzi di questi "gatti morti" non sono solo le piattaforme social americane.
Diversi broker online, anche in Italia, continuano spudoratamente a proporre maxi guadagni flash con esposizione alle meme stock.
Follia pura.
Invece di seguire alla cieca le mode o i consigli sui social, è fondamentale basare le proprie decisioni di investimento sulla ricerca e su un percorso solido e strutturato di pianificazione finanziaria.
Perché alla fine è un pò sempre come dice saggiamente il buon Warren Buffett: "il prezzo è ciò che si paga, il valore ciò che si ottiene".
La cultura finanziaria dev'essere sempre alla base di tutto!