Nel 1971 camminò su di una corda tra i campanili di Notre Dame.
Nel 1973 attraversò i piloni dell'Harbour Bridge di Sidney, in Australia.
La mattina del 7 Agosto 1974, Philippe Petit attraversò su di un cavo d'acciaio, spesso poco meno di 3 centimetri, i 60 metri sospesi a quasi mezzo chilometro di altezza da terra delle Twin Towers newyorkesi.
Erano le 7 del mattino, e il silenzio dominava ancora sulla città.
New York cominciava appena a rianimarsi.
Un'asta per mantenere l'equilibrio stretta in mano, e nessuna protezione.
Una piccola folla cominciò a riunirsi alla base delle due torri, tutti (o quasi) con il naso all'insù.
Petit, noncurante dei poliziotti sopraggiunti che gli urlavano di smetterla, fece avanti e indietro per ben 8 volte, stendendosi sdraiato sul cavo d'acciaio e inginocchiandosi per ringraziare il pubblico sottostante.
Alla polizia, che poi lo ammanettò, disse "quando vedo 3 arance, faccio il giocoliere, quando vedo 2 torri, ho voglia di passare da una all'altra".
A guardarla ancora oggi, quella scena mette i brividi.
A Philippe Petit e alla sua impresa tra le Twin Towers, è dedicato il film Man on Wire (Un uomo tra le torri) del 2008.
Lo stesso esercizio di funambolismo, lo stanno compiendo attualmente la maggioranza delle banche centrali in giro per il mondo.
In particolare la Fed americana e la Bce europea, impegnate nella difficilissima traversata da una politica monetaria espansiva, caratterizzata da bassi tassi d'interesse, che durava sostanzialmente dalla crisi finanziaria del 2008 (salvo la parentesi
americana del 2016-2018), a una politica, invece, restrittiva, con tassi d'interesse in ripetuta crescita, che ha preso avvio nella primavera di quest'anno.
E come il funambolo Petit, anche le banche centrali non possono permettersi errori: un passo falso e si cade, con tutte le conseguenze del caso.
Sia la Federal Reserve che la Bce, hanno più volte confermato che la loro priorità è la lotta all'inflazione.
Quel genio uscito dalla lampada che non vuole più rientrarci...
Anche a costo di scatenare una recessione economica.
Il punto è proprio questo: riuscire, alzando i tassi, a rallentare il passo dell'inflazione, senza però portare scaturire in una profonda recessione.
Cercare quindi quel soft landing (atterraggio morbido) dell'economia, scongiurando un hard landing dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
Evitare, insomma, di arrivare a quella battuta che faceva: l'operazione è perfettamente riuscita, ma il paziente è deceduto...
L'inflazione è allora oggi il vero e proprio tema dei temi.
Tutto ruota attorno all'inflazione stessa.
Dopo tanti, tanti anni, ci ritroviamo a fare i conti con il violento aumento dei costi dell'energia e di tanti altri prodotti.
Proprio nelle scorse settimane, l'Istat ha annunciato che l'aumento dei prezzi rilevati ad Ottobre segna un incremento su base annua dell'11,8%.
Ma, soprattutto, il carrello della spesa registra un +12,6%, dato che non si vedeva dal lontano 1983.
Gli italiani (le donne in particolare), hanno compreso perfettamente la portata di questo cambiamento, mutando le proprie scelte di acquisto, diventando molto più attenti nella selezione dei prodotti da acquistare, cercando di destreggiarsi tra offerte
e sconti senza possibilmente rinunciare alla qualità.
Ma se le donne italiane stanno mostrando saggezza e pragmatismo, altrettanto non si può dire per quei risparmiatori italiani (e non sono pochi...) che continuano a detenere somme esorbitanti sui conti correnti, rispetto alle loro effettive esigenze di
liquidità.
Tutti ricordiamo ancora quell'estate del 1992, quando il Presidente del Consiglio Giuliano Amato applicò il famigerato prelievo forzoso del 6 x 1.000 sulle giacenze di conto corrente.
A tanti anni di distanza, quel provvedimento ancora brucia sulla nostra pelle.
Mentre non si prova dolore nei confronti di quell'altrettanto forzoso prelievo che l'inflazione compie prelevando dai nostri conti correnti non lo 0,6%, ma ben il 12%!!!
Proprio oggi che potremmo invece, dopo tanti anni, investire in titoli obbligazionari a tassi di interesse che non si riscontravano da almeno dieci anni...