Il recentissimo salone dell'auto di Parigi, passerà alla storia non certo per la rilevanza delle (poche) novità presentate, quanto piuttosto per la massiccia presenza di
costruttori cinesi che, sempre più, stanno mostrando i loro muscoli.
Ultimamente sembrano quasi dire: "Ci credevate dei costruttori di serie B, capaci solo di scopiazzare e costruire auto brutte e con una tecnologia arretrata. E invece no! Siamo qui, pronti a sfidare e a battere i tradizionali colossi automobilistici, con idee fresche, innovative, display sempre più evoluti e superbatterie".
Ma com'è stato possibile tutto questo?
Semplice, la rivoluzione dell'auto elettrica spinta dall'UE ha ridotto il gap competitivo, spostandone il baricentro verso software ed elettronica.
I cinesi hanno dunque finito di copiare in malo modo?
Sì, ma solo in parte, perché le ispirazioni le hanno prese eccome...
In questo nuovo contesto di mercato, spicca in particolare la figura dell'ingegnere cinese Li Shufu.
La sua Geely Holding è la più grande casa automobilistica privata della Cina, terzo produttore di auto nel paese che vanta oggi il più grande mercato automobilistico al mondo, e la più globalizzata con partecipazioni a tutti i livelli in tutto
il mondo.
Le sue ambizioni non si fermano infatti al vasto mercato asiatico: un passo alla volta sta prendendo posizione in Europa.
Volvo, i taxi neri di Londra, Lotus, Mercedes, Aston Martin, Renault...
Il suo percorso nel vecchio continente è iniziato nel 2010, quando staccò un assegno da 1,8 miliardi di $ per rilevare Volvo dal gruppo Ford.
Allora, le auto svedesi, famose per la loro sicurezza e l'essenziale design, sembravano sul viale del tramonto, ma con la cura Shufu le vendite hanno ripreso a correre.
Un successo tutt'altro che annunciato.
Il costruttore cinese ha poi reso pubblica la sua passione per i brand inglesi nel 2013, rilevando l'azienda produttrice dei famosi taxi neri di Londra e salvandola dalla bancarotta.
Investendo nella riconversione verde e su una fabbrica a Coventry, capace di produrre 20 mila black cab elettrici all'anno, è riuscito a vendere le vetture su diversi mercati internazionali, ritrovando l'attivo di bilancio.
Nemmeno la competenza nel settore delle supercar manca al gruppo cinese guidato da Li: Lotus, interamente acquisita nel 2017, ha appena annunciato il lancio di Eletre, il suo primo suv 100% elettrico.
Un gioiellino da 120.000 €.
Nel 2018 Geely è poi entrata nel capitale della tedesca Daimler AG (oggi Mercedes-Benz), con un'operazione da 7,5 miliardi di € utile a rastrellare sul mercato il 10% delle azioni.
Li Shufu è stato molto cauto nell'approccio con i tedeschi, evitando di reclamare un posto nel CDA di Stoccarda, ma riuscendo a stringere numerosi accordi commerciali: ha preso infatti il controllo del brand Smart, concedendo in cambio al marchio
tedesco l'esclusività nella fornitura di auto premium per il servizio di guida con autista costituito in Cina da Geely.
Li, infine, ha messo nuovamente piede in terra britannica con la recente acquisizione del 7,6% di Aston Martin, l'auto preferita di James Bond.
L'occasione utile è stata quella di un aumento di capitale da circa 750 milioni di €, promosso dal proprietario canadese del brand Lawrence Stroll.
L'ingegnere cinese si era già battuto per il controllo del prestigioso marchio nel 2019, anno in cui aveva proposto l'immediata transizione verso l'elettrico.
Stroll aveva invece respinto la proposta, guardando alla Formula 1 come traino per sfidare la Ferrari su strada nel segmento delle supercar di lusso.
Il CDA di Aston Martin decise di seguire la più romantica visione del tycoon canadese, ma la scelta non si è rivelata vincente, nè in pista nè nelle vendite, e nel primo trimestre del 2022 ha registrato altri 112 milioni di £ di perdite.
Questo non ha però scoraggiato i sogni di Li Shufu, convinto di avere la visione vincente per rilanciare il brand.
L'ultimo affare in ordine di tempo si è concretizzato a Maggio, con un'operazione da 200 milioni di € che ha permesso di acquisire il 34% dell'unità
Renault attiva in Sud Corea, una fabbrica da 300 mila vetture l'anno.
L'idea è poi quella di usarla come base per l'export verso gli Stati Uniti.
In sostanza, il 59enne ingegnere cinese sembra un moderno Re Mida delle automobili: tutto ciò che tocca sembra diventare oro, o, per lo meno, torna ad esserlo.
Ma le sue ambizioni non sono finite qui.
Geely in mandarino suona come "fortunato", e la sua fortuna Li Shufu continua a costruirsela con investimenti high-tech anche oltre il globo terrestre: sono già in orbita 9 satelliti Geely-01 che in un futuro non lontano saranno connessi con
la rete di controllo dei veicoli a guida autonoma del gruppo.
Geely ha inoltre acquisito il controllo del produttore di smartphone Meizu, ceduto da Alibaba, e a Giugno ha stretto un accordo con il gigante dell'internet cinese Baidu, per lo sviluppo di un'auto dotata di intelligenza artificiale.
Quello di Li Shufu sembra allora un nome da tenere a mente in ottica futura, in grado forse di riscrivere la storia del panorama automobilistico mondiale e non solo.
Niente male per un uomo che da bambino, fine anni '60, disegnava auto sulla sabbia perché il padre contadino non aveva soldi per comprargli giocattoli.
La sua ricchezza personale già oggi si attesta a 14 miliardi di $.
No, decisamente niente male...