In questa parte del libro si affronta il tema di come mantenere la ricchezza acquisita.
Piccola anticipazione: milioni sono i modi per arricchirsi, ma per rimanere ricchi è fondamentale la costanza nel non compiere sciocchezze!
Una combinazione di parsimonia e paranoia.
Perché guadagnare soldi è un conto.
Conservarli è tutta un'altra storia.
Una parola che va a braccetto con il successo economico è sicuramente "sopravvivenza", ovvero la capacità di rimanere in gioco a lungo, senza rovinarsi o alzare bandiera bianca.
Pensa che il 40% delle aziende che, nel tempo, hanno riscosso abbastanza successo da quotarsi poi in borsa, hanno perso in seguito tutto il loro valore nel corso del tempo.
Allo stesso tempo, la classifica Forbes 400 degli americani più ricchi ha un tasso medio di ricambio del 20% al decennio, per cause diverse dalla morte o dal trasferimento del patrimonio a un altro membro della famiglia.
Già, il capitalismo è difficile...
Ma lo è anche perché guadagnare denaro e conservarlo sono due talenti diversi.
Per guadagnare bisogna infatti correre dei rischi, essere ottimisti e sapersi mettere in gioco.
Ma per conservare il denaro guadagnato serve l'esatto opposto della propensione al rischio.
Serve umiltà, e bisogna avere paura che il denaro possa esserci tolto con la stessa rapidità con cui ci è arrivato.
Serve parsimonia, serve la capacità di accettare che almeno una parte del nostro successo sia attribuibile alla fortuna, e quindi che i successi del passato potrebbero non ripetersi in futuro.
Non "crescita" o "cervello" o "buone idee".
La capacità di restare in gioco per molto tempo, senza rovinarsi o essere costretti ad arrendersi, è il fattore che fa la differenza.
E questo, sia per i tuoi investimenti che per la tua carriera o azienda.
L'interesse composto, che abbiamo ben approfondito due settimane fa, sprigiona tutta la sua potenza solo se possiamo lasciare al denaro anni e anni di tempo per crescere.
Possiamo sforzarci per anni di capire come Warren Buffett sia riuscito ad ottenere quei rendimenti stellari: come ha scovato le aziende migliori, i titoli meno costosi sul mercato, i manager più bravi...
E' difficile.
Meno difficile, ma altrettanto importante, è capire cosa NON ha fatto.
Il buon Warren NON si è indebitato a dismisura.
NON si è fatto prendere dal panico e NON ha venduto tutto durante le 14 recessioni che ha attraversato (e la quindicesima è probabilmente in corso...).
NON ha infangato la sua reputazione nel mondo degli affari.
NON ha aderito a un'unica strategia, una sola visione del mondo, una tendenza passeggera.
NON si è bruciato rapidamente per chiudere bottega e andare in pensione.
Warren Buffett è sopravvissuto, e la sopravvivenza gli ha garantito longevità.
E la longevità, a sua volta, con il suo investire con costanza dall'età di 10 anni fino ad almeno 89, è ciò che ha permesso all'interesse composto di compiere miracoli.
Questo è stato il fattore cruciale del suo successo.
Applicare la mentalità della sopravvivenza al mondo reale significa allora 3 cose:
1. Più che ottenere alti rendimenti, è importante essere finanziariamente invulnerabili, così da restare in gioco abbastanza a lungo affinché l'interesse composto possa compiere il suo miracolo.
L'interesse composto non richiede rendimenti elevati.
E' preferibile infatti avere un buon rendimento medio, mantenuto per periodi di tempo molto lunghi.
Soprattutto nelle fasi di caos e stravolgimento.
Ecco allora che impedire anche una sola vendita sbagliata, dettata magari dalla disperazione del periodo, è più importante che selezionare dozzine di titoli redditizi.
E per non essere costretti a vendere quando magari è sconveniente farlo, l'unico modo è tenere un adeguato (non certo eccessivo) tesoretto di liquidità a disposizione.
2. Pianificare è importantissimo (e lo sostengo da sempre), ma è fondamentale anche sapere cosa fare se le cose vanno storte.
Pochi piani finanziari sopravvivono al primo impatto con il mondo reale.
Un buon piano accetta la realtà e lascia spazio all'errore.
Perché il futuro, sotto tutti gli aspetti, è pieno di incognite per ognuno di noi.
Più avrai bisogno che certi elementi di un piano vadano per il verso giusto, più fragile diventa il tuo futuro.
Il margine di errore, spesso chiamato "margine di sicurezza", è una delle forze più sottovalutate in finanza.
E non è eccesso di prudenza.
Un investitore conservatore o prudente evita di superare un certo livello di rischio.
E' questione di comprendere che più è alto il margine di sicurezza e più piccolo dev'essere il rischio per ottenere un risultato positivo nel tempo.
Se nel tuo tasso di risparmio c'è abbastanza margine di errore da consentirti di dire: "sarebbe fantastico se il mercato rendesse l'8% annuo per i prossimi trent'anni, ma se anche dovesse rendere solo il 4% andrebbe comunque bene", il tuo
piano sarà più efficace.
3. E' necessaria una personalità a bilanciere: ottimista sul futuro, ma paranoica su ciò che potrebbe impedirle di raggiungere il futuro stesso.
Possiamo essere ottimisti in finanza, e credere che la traiettoria di crescita a lungo termine sia orientata verso l'alto.
Ma dobbiamo essere altrettanto sicuri che quel percorso sarà costellato di mine.
Le due cose non si escludono a vicenda.
L'idea che una grandezza possa crescere nel lungo periodo, pur oscillando vistosamente nel breve, non è di immediata intuizione, ma è così che funzionano molte cose nella vita.
E' il normale percorso del progresso.
Le economie, i mercati e le carriere, seguono spesso un andamento simile: crescono nel lungo periodo nonostante le perdite di breve.
Un esempio?
Ecco cos'è successo in America negli ultimi 170 anni:
- 1,3 milioni di americani sono morti combattendo in 9 grandi guerre;
- il 99,9% delle aziende fondate nel periodo è fallito;
- 4 presidenti degli Stati Uniti sono stati assassinati;
- 33 recessioni sono durate in totale 48 anni;
- il mercato azionario ha perso almeno il 10% da un recente massimo almeno 102 volte;
- le azioni hanno perso 1/3 del loro valore per almeno 12 volte;
- l'inflazione annua ha superato il 7% in 20 diversi anni.
Nonostante tutto questo e molto altro, dal 1850 al 2010 il tenore di vita degli americani è cresciuto di 20 volte, sebbene non sia quasi passato giorno che non offrisse motivi tangibili per essere pessimisti.
Avere una mentalità paranoica e ottimista allo stesso tempo non è certo facile, ma abbiamo bisogno della paranoia di breve termine per restare vivi abbastanza a lungo, così da poterci godere i frutti dell'ottimismo di lungo termine.
Nel prossimo capitolo dal titolo Eventi di coda, vedremo come la perfezione serve se si è un pilota di aerei o un chirurgo, ma nel mondo degli investimenti non è richiesta.
Si può infatti sbagliare addirittura una decisione su due, e diventare ugualmente ricchissimi.
A Venerdì 7 Ottobre allora!