Dopo averti raccontato la bella storia della vita di Amadeo Peter Giannini, il banchiere galantuomo, due settimane fa, oggi rimango sempre negli Stati Uniti nel raccontarti, questa volta, la triste e misera vita di quella che arrivò ad essere, ai suoi
tempi, la donna più ricca del mondo: Hetty Green (1834-1916).
Nata da una famiglia benestante, a 30 anni Hetty ereditò 1 milione di dollari ma non se ne accontentò.
Volle accrescere sempre più il suo patrimonio e, nell'arco dei successivi 50, seppe destreggiarsi abilmente fra azioni e titoli, portandolo alla pazzesca cifra di 100 milioni.
Il tutto, anche se ad un prezzo molto alto: quello della propria salute mentale.
Hetty, capitalista in erba, aveva imparato da bambina a leggere i giornali finanziari di papà.
Le complicate operazioni di borsa non erano per lei quell'indecifrabile segreto che sono per la maggior parte dei comuni mortali.
Quando ancora portava le trecce e giocava con le bambole, ne sapeva già quanto basta ad un normale Consulente Finanziario.
Ma non si poteva affatto definire la signora Green come una persona in equilibrio.
Pur essendo sfacciatamente ricca, indossava sempre un solo ed unico vestito nero, che non lavava mai per non acquistare il sapone; scaldava la minestra sul termosifone o mangiava panini per non accendere i fornelli; viveva in squallide pensioni per non
dover pagare le tasse su un'eventuale casa di proprietà; trattava i suoi affari milionari in un angolino della propria banca per non dover affittare uno studio tutto suo.
Pensa, arrivò addirittura a portare il figlio Ned, ferito ad un ginocchio, in un reparto ospedaliero riservato ai nullatenenti per farlo curare gratuitamente.
Una volta riconosciuta dal medico, pur di non pagare la parcella, decise di riportare il figlio a casa e curarlo così da sola.
Dopo due anni Ned dovette subire l'amputazione della gamba...
Come si può definire una madre che si comporta in questo modo?
Ma Hetty non fu tenera nemmeno col marito.
A 33 anni sposò Edward Green, rampollo milionario di ottima famiglia, costringendolo a firmare un accordo prematrimoniale di divisione dei beni.
Quando egli perse tutta la sua fortuna in speculazioni di borsa, i due si separarono, ed Hetty, pur possedendo una ricchezza incalcolabile, allevò i due figli in condizioni di assoluta povertà, spostandosi da una locanda all'altra per non dover versare
le previste imposte patrimoniali.
Hetty non spendeva nemmeno per sé stessa: a 81 anni, litigando per il prezzo del latte, fu colpita da un ictus cerebrale.
Ned la circondò all'ospedale di infermiere che la assistettero fino al suo ultimo giorno, ma fu costretto a chieder loro di presentarsi in abiti civili per timore che le sue condizioni si aggravassero nel rendersi conto che le cure costavano tanto...
Per tutta la vita fu afflitta da un profondo mal di vivere, che la portò ad accumulare in maniera ossessiva, perdendo di vista il reale scopo del denaro e provocando così l'estrema infelicità di sé stessa e delle persone a lei vicine.
Non possiamo definirla semplicemente avara, ma tormentata dalla cupidigia.
Ossessionata dall'aumentare di continuo i sui averi.
Il segreto della colossale, inconcepibile ricchezza accumulata dalla Signora Green, consisteva sostanzialmente nel comprare titoli a condizioni vantaggiose, e nel rivenderli poi a caro prezzo.
Un segreto piuttosto semplice se vogliamo, condotto però con incredibile astuzia e implacabile tenacia.
Le sue manovre di borsa lasciarono di stucco i grandi magnati dell'epoca, e le valsero il soprannome di "strega di Wall Street".
Passava ore ed ore a contemplare il suo tesoro, formato da titoli e azioni cartacee, sul pavimento della camera di sicurezza della banca.
Benché fosse un genio nel far soldi, sviluppò un odio viscerale per ogni tipo di spesa, scegliendo di fare una vita di miseria.
Non lo fece certo per senso di solidarietà verso i veri poveri, ma, al contrario, solo per non intaccare la sua smisurata ricchezza.
Il mondo era spento per lei: si riduceva in pratica ad un forziere inesauribile dal quale aveva giurato di strappare, un pò alla volta, fin l'ultimo centesimo.
E le pareva che il segreto consistesse nel non spendere nulla, perché spendendo avrebbe restituito, sia pure in misura infinitesimale, quel denaro che le sue manovre di borsa le consentivano di guadagnare.
L'ironia della sorte volle che, alla sua morte, il figlio Ned, erede di gran parte della sua fortuna, la sperperasse con una vita dissoluta, fatta di feste, vasi da notte tempestati di diamanti, gioielli e lussuose imbarcazioni, in una sorta di rivalsa
per la vita di stenti che la madre lo aveva costretto a subire.
Va però anche detto che egli usò i soldi dell'eredità della madre anche per nobili scopi, come la costruzione di un ospedale.
Tutto questo può farci capire che un'anima persa è doppiamente pericolosa: fa perdere sé stessa, ma distrugge anche chi le sta attorno.
Riletta in chiave moderna, la storia di Hetty Green mette in guardia da una tendenza presente in gran parte della moderna umanità: un'avidità smisurata, demoniaca se vogliamo anche, che si innesta su anime sempre più vuote e prive di valori.
Non sappiamo se la gente si facesse il segno della croce, vedendo passare per strada la Strega di Wall Street col suo lurido vestito nero e col suo sguardo impenetrabile; ma è certo che ciascuno di noi, nelle proprie preghiere, dovrebbe chiedere
di non diventare mai simile a Hetty Green.
Di non spogliarsi fino a tal punto della propria umanità.