I dati OCSE, aggiornati al 2020, raccontano che
tra il 1990 e il 2020 il reddito medio degli italiani non solo non è salito, ma
è addirittura sceso quasi del 3% (-2,9% per la precisione).
Il nostro non è proprio pertanto un "Bel Paese" sotto questo aspetto, bensì l'unico paese europeo ad aver subito un calo nel reddito in questi lunghi 30 anni.
Pensa che la Spagna, penultima e primo paese davanti al nostro in questa classifica, ha registrato un aumento, seppur contenuto, del 6,2% nello stesso periodo.
Fa invece impressione la crescita del reddito medio in alcuni paesi dell'Europa centrale e dell'est.
Paesi come la Lituania (+276%), l'Estonia (+237%), la Lettonia (+200%), la Slovacchia (+129%) e la Repubblica Ceca (+112%), hanno visto i redditi medi addirittura triplicati o, quanto meno, raddoppiati.
D'accordo, partivano da una base di redditi molto bassi e il loro reddito medio rimane tuttora inferiore al nostro, però...
Ma di quanto parliamo in soldoni?
l'OCSE ha rivelato che nel 2020 il reddito medio in Italia era pari a circa 35.150 €, dopo aver subito un importante calo rispetto all'anno precedente quando si attestava a circa 37.300 €.
Questa cifra, che può sembrare alta, si riferisce in realtà al reddito lordo, e occorre sempre ricordare che in Italia, di tasse sul lavoro, ne paghiamo parecchie.
Sempre l'OCSE stima infatti un cuneo fiscale del 46,5% sui nostri redditi in Italia, un livello tra i più alti in Europa.
Come potrai ben immaginare, i redditi più alti sono concentrati nei paesi del nord Europa (Norvegia, Danimarca, Finlandia...).
Qui i redditi medi viaggiano tra i 43.000 e i 53.000 €, per non parlare dei dati di piccole realtà come il Lussemburgo, l'Islanda e anche la vicina Svizzera, dove i redditi medi si innalzano addirittura oltre i 60.000 €.
Certo, il costo della vita è sicuramente più alto rispetto a quello italiano, però intanto...
In ogni caso, anche i dati dei nostri vicini surclassano i nostri: Francia, Austria e Germania si collocano tra i 42.000 e i 49.500 €.
In definitiva, ancora non siamo l'ultima ruota del carro, ma lo potremmo diventare presto se i nostri redditi continueranno a ristagnare come in questi ultimi 30 anni.
Anche perché, a differenza di quanto accaduto negli ultimi tempi, ora l'inflazione corre, e corre veloce (+6,9% su base annua a Maggio), e il Codacons stima che una famiglia italiana dovrà sostenere maggiori spese fino anche a 2.750 € l'anno.
Oltre ai dati OCSE, ci tengo a segnalarti anche il "JP Salary Outlook", uno studio portato avanti da qualche anno dall'osservatorio JobPricing, società specializzata nello studio del mercato del lavoro e delle dinamiche retributive in Italia.
Il JP Salary Outlook 2020 ha evidenziato alcune interessanti caratteristiche delle retribuzioni in Italia, come ad esempio:
- maggiore è la fascia di età, maggiore è il reddito medio;
- il titolo di studio tende a fare la differenza in merito al reddito percepito;
- l'inquadramento contrattuale (dirigenti, quadri, impiegati, operai) genera le differenze di reddito più marcate tra i lavoratori;
- ci sono settori (finanza, utilities, industria...) che pagano in media molto più di altri (agricoltura, edilizia, commercio...);
- nelle piccole aziende si percepisce un reddito medio inferiore rispetto a quello percepito nelle aziende grandi.
Dati diversi che mostrano alcune constatazioni ovvie ed altre meno.
Ricorda sempre che si tratta di dati medi, che, in quanto tali, non possono precisamente rappresentare tutti i lavoratori.
Si possono sempre infatti trovare dei diplomati che percepiscono un reddito a 5 zeri, così come delle microimprese in grado di riconoscere lauti stipendi ai propri dipendenti o, ancora, dei lavoratori nell'ambito della finanza che prendono un compenso
inferiore rispetto a quello di un lavoratore operativo nell'industria.
Non sono allora cifre per cui deprimersi o, al contrario, sentirsi sollevati.
E' però giusto, in qualità di lavoratori italiani, conoscere come gira al suo interno il nostro mercato del lavoro, e confrontarlo con quanto accade negli altri paesi.
Anche perché il reddito, ovvero il guadagno, è il primo necessario passo per poter poi intraprendere il processo di creazione e protezione della propria ricchezza finanziaria.
Guadagna, risparmia, investi.
Ed eventualmente, vivi di rendita!
Per vivere di rendita è necessario prima investire, per investire occorre saper risparmiare, e per risparmiare è necessario ovviamente guadagnare.
Se manca il guadagno, oppure se quel guadagno è limitato, anche risparmiare e investire è molto più complicato.
In Italia allora, il problema dei redditi bassi è concreto, ed ora, come detto, l'inflazione ci metterà il suo carico da novanta.
Sull'inflazione e sullo stato di salute dei redditi in Italia, non possiamo avere influenza o controllo, ma ciò che ci è possibile fare è sicuramente andare ad investire nel nostro capitale umano (ne ho parlato nelle mie 7in7 del 6 e del
20 Maggio), ed
eventualmente investire nella nostra impresa o iniziare una nostra attività imprenditoriale.
Nessuna scorciatoia, questi sono gli unici due modi per guadagnare e per creare ricchezza.
Il fatto che in Italia i redditi medi siano bassi, dovrebbe spronarci ad aumentare il nostro capitale umano, a specializzarci in ambiti e settori ricercati e ben pagati, ad aggiornare le nostre competenze, a non sentirci mai arrivati e cercare sempre
nuovi sbocchi professionali e nuove eventuali opportunità in altre imprese.
Certo, tutte iniziative che richiedono una buona dose di impegno e costanza, ma sarei un cretino se ti consigliassi di sostituire la prima fase del processo (quella del guadagno), con la terza (quella dell'investimento).
Non trovi?