Siamo oggi al secondo appuntamento con la rubrica inerente al libro La psicologia dei soldi (lezioni senza tempo sulla ricchezza, l'avidità e la felicità).
Se due settimane fa ho trattato l'introduzione, oggi voglio portarti alla scoperta del primo capitolo dal titolo NESSUNO E' PAZZO.
Tutti noi veniamo da famiglie diverse, economie diverse, culture diverse.
Abbiamo diversi valori, guardiamo il mondo attraverso diverse lenti e da diversi punti di vista.
Ognuno di noi ha allora la sua personalissima visione di come funziona il mondo, derivata dall'esperienza diretta, che lascia il segno molto più di quanto impariamo "di seconda mano", ovvero di ciò che ci viene raccontato e insegnato.
Abbiamo la presunzione di sapere per filo e per segno come funziona il mondo, pur conoscendone solo una piccolissima parte, perchè il vissuto personale di ognuno di noi influenza tutto il nostro pensare e agire.
Allo stesso modo, le nostre esperienze personali con il denaro sono una parte infinitesima di tutti gli eventi accaduti sulla terra ma, per noi, rappresentano circa l'80% di come pensiamo che il mondo finanziario funzioni.
Ecco che, anche se sarebbe opportuno, è raro che si prendano decisioni economiche basandosi sulla matematica e sulla statistica, ragionando per obiettivi e priorità.
Gli economisti hanno infatti scoperto che le decisioni di investimento che prendiamo sono fortemente connesse alle esperienze che abbiamo vissuto nella prima parte dell'età adulta.
Crescere in una fase favorevole di mercato azionario, ad esempio, porta ad investire maggiormente in azioni durante il corso della vita, al contrario di chi diventa adulto durante periodi di forti ribassi.
La tolleranza al rischio di ogni individuo dipende, in pratica, dalla sua storia personale.
Non dall'intelligenza o dall'istruzione, ma solo dalla fortuna o sfortuna di essere nati in un certo tempo e luogo.
Ti porto un esempio.
Nascere nel 1950 in America, significava sperimentare un mercato azionario calmo e stabile fino al proprio 30esimo compleanno.
Da lì in poi, la voglia di acquistare azioni rimaneva bassa, perché l'esperienza suggeriva che fossero strumenti poco attraenti.
Chi è nato nel 1970, ha visto invece decuplicare l'indice americano S&P500 durante gli anni della propria adolescenza e giovinezza, percependo così le azioni come strumenti entusiasmanti ed arricchenti.
Lo stesso si può applicare ad altri temi come l'inflazione: galoppante e fonte di preoccupazione per i nati negli anni '60, quasi inesistente e ininfluente per i nati negli anni '90.
Non bisogna aspettarsi quindi che tutte queste persone nutrano la stessa opinione sull'inflazione o sui mercati azionari, né che reagiscano alla stessa maniera, che accettino gli stessi consigli, o che siano d'accordo tra di loro.
Un'opinione che a noi sembra assurda, ad altri può sembrare assolutamente sensata.
Ovviamente non è comunque necessario essere sempre d'accordo con le opinioni degli altri: si può arrivare a comprenderle, almeno in parte, provando ad immedesimarsi nei panni altrui.
C'è un altro motivo che rende così difficile prendere le (giuste) decisioni sui soldi.
La ragione è che, per l'umanità, si tratta di un tema nuovo.
Il denaro in sé esiste da svariati secoli, ma le decisioni da prendere su risparmi e investimenti hanno fondamenta molto recenti.
Il diritto alla pensione, ad esempio, è un concetto acquisito da non più di due generazioni: fino alla seconda Guerra Mondiale si lavorava fino alla morte, e solo negli anni '80 si diffuse il concetto che tutti meritassero una pensione dignitosa.
Non siamo allora stupidi se ancora non riusciamo a pensare e ad investire per la pensione integrativa: siamo semplicemente dei principianti.
Improvvisiamo.
Lo stesso si può dire per i fondi indicizzati, per le soluzioni di economia reale, per la diffusione dei pagamenti rateali...tutte cose che conosciamo da pochissimi anni.
Noi però pretendiamo di essere perfettamente confidenti con il moderno sistema finanziario, che esiste da meno di 50 anni.
Ma ci vogliono centinaia, migliaia di anni, per rendere istintivo un comportamento appreso!
E questo è un problema, in un settore così tanto influenzato dalle emozioni e così poco dai fatti.
Per capire la pretestuosità di quest' idea, dobbiamo pensare, ad esempio, che il cane è addomesticato da oltre 10.000 anni, e ancora conserva comportamenti ancestrali.
Noi non sfuggiamo a queste regole della natura, pur essendo esseri maggiormente senzienti.
Allora sì, è vero: la gente fa pazzie con il denaro, perché si tratta di un "gioco" relativamente nuovo per tutti.
Ma nessuno è davvero pazzo.
Le persone possono essere mal informate, disporre di dati incompleti, non capirne nulla di matematica, ma ogni decisione finanziaria che una persona prende, è plasmata da specifiche esperienze e per lei sensata in quel preciso momento.
Tienilo a mente ogni volta in cui avrai l'impulso di giudicare le scelte altrui, che possono sembrarti folli o strampalate.
Noi ci rileggiamo fra 2 settimane con il secondo capitolo del libro.
Ti farò scoprire come sia diventato enormemente ricco Bill Gates, fondatore di Microsoft.