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www.davideberto.it2024-10-11
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    A leggere le pagine dei quotidiani, le home page di molti siti internet, o ad ascoltare i titoli di molti telegiornali, verrebbe voglia di scappare in un posto lontano da questo nostro attuale, che sembra il peggiore in cui si possa vivere.
    Viviamo un tempo in cui sembrano concentrarsi molti aspetti negativi.
    Ci parlano di crisi energetiche, di trasformazioni digitali, di tensioni sanitarie, di crescente inflazione, di colli di bottiglia che bloccano la produttività di tante aziende in tutto il mondo, di guerre potenziali che starebbero per scoppiare.
    Nulla per cui stare allegri insomma, non trovi?

    Come si fa allora a decidere di investire guardando al futuro?
    Come può un imprenditore decidere di progettare nuove attività all'interno della sua azienda?
    Come fa un genitore a guardare negli occhi i propri figli, e ad immaginare che possano avere una vita più facile di quanto non l'abbia avuta lui?

    Cerchiamo di comprendere meglio ciò che accade intorno a noi.
    Il mondo è spettacolare, e noi possiamo, almeno in parte, viverci scegliendo come starci.
    E' la vocazione naturale a spingerci a lavorare, a produrre, a risparmiare, nonostante tutto ciò che ci può giornalmente scoraggiare.
    Non il mero guadagno.
    L'orgoglio, per un imprenditore, di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito e ispirare fiducia a clientele sempre più vaste.
    Le imprese si costruiscono così.
    Ci vuole passione.
    Proprio la stessa passione dovrebbe guidare le nostre vite, qualsiasi cosa si faccia.
    Quando c'è passione, i risultati possono spingersi ben oltre le attese.
    Anche senza provare fatica.
    Anche senza sforzo.

    Anche i nostri investimenti hanno bisogno allora di una guida appassionata.
    Una guida che ci faccia costruire un futuro diverso, molto diverso da quel posto buio e cupo che possiamo immaginare oggi.
    Manca un pò di luce?
    Accendila!
    Investire vuol dire anche guardare oltre.
    Oltre le difficoltà del momento.

    Ti auguro una buona lettura!
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    1 - LA CHIAVE E' NELLA PRESA DI RISCHIO CONSAPEVOLE

    Nel nostro paese vi è la tendenza a oscillare tra due estremi quando si tratta di investimenti: dal rischio zero (o quasi), alla speculazione.
    Dai Btp, al Bitcoin.
    Qual'è la soluzione di tutto questo?
    In considerazione del fatto che i tassi governativi a zero (se non addirittura negativi) hanno annullato l'asset class risk free (priva di rischio), la chiave per risolvere il problema è nella presa di rischio consapevole.

    Il vecchio adagio funziona sempre: non esistono scorciatoie.
    Che in finanza non esistano pasti gratis, spero ormai sia noto a tutti.
    Ma forse, come mai in questo momento, anche solo sedersi a tavola è diventato complicato.
    Nel dubbio su quale alternativa adottare, la tendenza (ormai evidente da anni) è quella di tenere i soldi fermi sul conto corrente, senza però considerare che nemmeno questo parcheggio è gratuito, anzi.
    Tra imposte di bollo, canoni laddove previsti, e circa il 3% di inflazione annua, stando agli ultimi dati dell'eurozona, il valore del capitale si riduce e con esso il potere d'acquisto.
    Un rischio, purtroppo, ancora poco percepito concretamente dai risparmiatori.
    La liquidità sui conti correnti continua a crescere, proprio per l'assenza di soluzioni evidenti su come investirla.

    Tra le prime cose da fare, oltre prendere coscienza che tenere fermo il capitale significa eroderlo sicuramente nel tempo, occorre allungare l'orizzonte temporale, aumentare la propensione al rischio, e soprattutto modificare radicalmente un approccio che per molto tempo ha condizionato il modo di investire delle famiglie.
    Perché il paradigma degli investimenti oggi è totalmente diverso dal passato, e con il permanere degli attuali tassi d'interesse, il non rischio si associa inevitabilmente a un rendimento negativo.
    Il (bravo) Consulente Finanziario deve allora, nello svolgere il suo lavoro, partire dall'ascolto delle esigenze e degli obiettivi del cliente.
    Perché la consulenza permetta di diversificare il portafoglio per soluzioni e strumenti, pianificando al meglio l'opportuno tempo a disposizione.
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    2 - IL MANIFESTO DELL'INVESTITORE CONSAPEVOLE (1di2)

    Con questa notizia, vorrei condividere con te il manifesto dell'investitore consapevole, fatto di 11 regole che vanno a sintetizzare decenni di scoperte e studi in ambito finanziario.
    Chi segue queste regole non ha nulla da temere, ma tanto, invece, da guadagnare.
    Seguimi allora con attenzione in queste prime 6:

    1. IL RISPARMIO E' PIU' IMPORTANTE DELL'INVESTIMENTO
    Non si può investire se prima non c'è stata la capacità di risparmiare.
    Per farlo, ci vogliono consapevolezza e lungimiranza: il risparmio è una privazione immediata e certa, a beneficio di una conquista futura ed incerta.
    Nessuno risparmia sulla base dell'istinto.
    Lo si fa quando la ragione suggerisce, e fa capire, che una piccola rinuncia oggi consente di ottenere una grande conquista domani, e che la fatica di risparmiare è ampiamente ricompensata dal premio che un buon investimento paga nel tempo.

    2. NON PUOI TOGLIERE DI MEZZO I RISCHI, MA DEVI TOGLIERE DI MEZZO I PERICOLI
    Il rischio è una componente ineliminabile della nostra vita.
    In tutte le nostre azioni quotidiane è intrinseca una componente di alea, di incertezza e di variabilità, la stessa che ci consente tuttavia di raggiungere risultati prodigiosi e inaspettati.
    La finanza non fa eccezione: non c'è ritorno senza rischio.
    Se ti sembra troppo bello per essere vero, verosimilmente lo è: credere di poter conseguire rendimenti fuori mercato, di conoscere il momento giusto di investire, di scovare scorciatoie che gli altri non vedono, non è rischioso.
    E' pericoloso!

    3. LA DIVERSIFICAZIONE SERVE DI PIU' PROPRIO QUANDO PENSI CHE SERVA DI MENO
    Chi diversifica sa di non sapere.
    È consapevole di pagare un prezzo che, col senno di poi, avrebbe volentieri fatto a meno di sostenere, perché sarebbe stato in grado di scegliere il meglio, cestinando il peggio.
    Tanto facile farlo dopo, quanto impossibile farlo prima: il buon senso, oltre che la storia, dimostrano quanto mettere insieme attività di valore che si muovano senza tenersi per mano sia indispensabile.
    Questo vale soprattutto quando sembra che non ce ne sia bisogno, perché la turbolenza arriva sui mercati quando meno te lo aspetti.
    Impara quindi a vedere la diversificazione come il sonnifero che aiuta ad addormentare la volatilità.

    4. CONCENTRARE MOLTO DENARO SU UN SINGOLO TITOLO E' IL MODO PIU' VELOCE PER CREARE RICCHEZZA, MA ANCHE PER DISTRUGGERLA
    La speranza di poter trovare un passaggio segreto, ignaro ai più, capace di aumentare il patrimonio in tempi brevi è il sogno di tutti.
    Per farlo c’è un modo soltanto: mettere “molto su poco”.
    Scovare il cavallo vincente e destinare a questo investimento gran parte delle proprie disponibilità, quando nessuno è disposto a fare altrettanto.
    È l’unico sistema che può funzionare.
    Disgraziatamente però la statistica dice che accade molto di rado, mentre molto più spesso il rischio specifico (argomento trattato peraltro nella mia scorsa 7in7, all'articolo nr.5) altro non è che il “rischio rovina”.
    Ne vale la pena?

    5. LA SEMPLICITA' VINCE SULLA COMPLESSITA'
    Quando investi, ricorda sempre che la prosperità è figlia della semplicità.
    La forza sta nell’adottare sistematicamente poche regole: risparmiare con costanza una quota del reddito disponibile, destinarla ad investimenti coerenti con le proprie esigenze, definendo un metodo in grado di proibire all’istinto di aver la meglio sulla ragione.
    Allo stesso modo, la forza sta nel prendere le distanze dalla complessità di strategie e strumenti che inseguono l’irraggiungibile: performance sistematicamente sopra la media, riduzione dei rischi, costanza di rendimento, sono speranze effimere e dannose, smentite dall’evidenza.

    6. LA STRATEGIA CHE VINCE E' PERDENTE, SE NON LA SAI ASPETTARE
    Il tempo è la prima, incontestabile condizione che devi esser certo di rispettare quando decidi di investire.
    Non esiste strategia che dimostri efficienza scientifica senza il requisito della pazienza.
    Se le circostanze sono sfavorevoli ne serve di più, in caso opposto potresti conseguire profitti sorprendenti anche nel breve periodo.
    In ogni caso il principio di fondo rimane lo stesso: rispettare gli orizzonti temporali conferisce una statistica certezza nel raggiungimento dell’obiettivo pianificato.
    Il denaro è prezioso, ma il tempo lo è di più.

    Nella prossima 7in7 ti andrò ad elencare e spiegare le altre 5 regole, molto importanti, dell'investitore consapevole.
    Vuoi una piccola anticipazione?
    3 di 5 tratteranno dell'interesse composto, delle emozioni e degli investimenti azionari.
    Ci riaggiorniamo allora Venerdì 11 Febbraio!
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    3 - 4 CONSIGLI PER NON ANDARE IN ROVINA INVESTENDO IN AZIONI (1di2)

    E' nella nostra natura, nella natura umana, ambire a qualcosa di più.
    Avere aspirazioni e desideri che tendono ad andare anche oltre la realtà in cui viviamo.
    Spesso però, il gap tra quei desideri e la nostra vita quotidiana, può rivelarsi così incolmabile da spingerci a fare scelte che possono mettere in serio pericolo la nostra serenità finanziaria.
    Come, per esempio, investire una buona fetta dei propri risparmi in quell'azione che, negli ultimi anni, sta dando rendimenti stellari.

    Ma come si può davvero sperare di ottenere qualcosa di più, se ci si espone a dei rischi evitabili che potrebbero mandare all'aria il proprio patrimonio?
    E con questo, qualsiasi possibilità di farlo crescere nel tempo?

    La verità è che il successo di un investitore dipende, prima di tutto, dalla sua capacità di sopravvivere a livello finanziario.
    Per questo allora ho deciso di condividere con te 4 semplici consigli che, se rispettati a dovere, ti permetteranno di non andare in rovina quando intendi investire in singole azioni.

    Credimi, ricevo anch'io settimanalmente chiamate da numeri sconosciuti che mi invitano a "diventare ricco investendo in singole azioni, Amazon o altre ancora".
    "Il titolo XYZ ha guadagnato nel 2021 il 57%. Investici anche tu!".
    Il più delle volte sono delle vere e proprie truffe.
    Ma, anche se non lo fossero, incappando in rischi e pericoli di questo tipo, oltre al danno economico già di per se terribile, sarebbe ancor peggiore il danno psicologico ricevuto da un simile evento.
    Di soldi, infatti, se ne possono accumulare anche altri negli anni, ma le ferite emozionali rischiano di rimanere aperte per il resto della vita.
    Partiamo allora assieme per questo "viaggio", con i primi 2 consigli che voglio darti per non andare in rovina quando investi in azioni.

    1. PIANIFICA PRIMA DI INIZIARE A INVESTIRE
    Come già ti ho detto, non è la spasmodica ricerca di rendimenti elevati che dovrebbe guidare le tue scelte di investimento.
    Ciò che veramente aiuta a comprendere cosa fare quando i mercati sono al ribasso, è una valida strategia di investimento che ti possa rendere finanziariamente invulnerabile.
    Avere una strategia, significa avere le risposte a tutte quelle domande che dovresti porti prima ancora di iniziare ad investire.
    Solo pianificando come si deve, solo avendo una valida strategia di partenza, ad esempio, saprai bene quanto capitale puoi permetterti di destinare all'investimento in singole azioni, o ad altri tipi di speculazione.
    Buona regola è comunque quella di destinarvi solamente una parte contenuta del tuo capitale.
    Quella parte che non ti serve, e che saresti anche disposto a veder diminuire considerevolmente.
    Solo con una buona strategia di investimento alla base, si riuscirà a mantenere la giusta direzione anche quando il mercato è avverso.
    Devi immaginare la strategia di investimento un pò come le corde che tenevano Ulisse ben legato all'albero maestro della sua nave, grazie alle quali uscì indenne dal canto delle sirene.
    Nessuno impose ad Ulisse di legarsi all'albero maestro, ma, ben conoscendo il rischio di rimanere incantato dalle sirene, trovò un modo efficace per evitarlo e per proseguire così nel suo viaggio.

    2. ATTENZIONE A FIDARTI, E VERIFICA COMUNQUE SEMPRE
    Quando ti trovi davanti a messaggi come: "affidami i tuoi soldi, ci penso io, non ti preoccupare...", oppure ancora "questo è davvero un investimento sicuro e redditizio, non puoi fartelo scappare!", ti si devono alzare le antenne e devi prestare la massima diffidenza.
    Questi tipi di messaggi fanno leva su emozioni a cui tutti noi siamo sensibili, come il desiderio di importanti guadagni a rischio zero o comunque contenuti, e di risultati positivi in poco tempo.
    Non è immune da tutto questo nemmeno chi ha tanti, tanti soldi, sebbene non abbia bisogno di spingere particolarmente sull'acceleratore quando si parla di guadagni e rendimenti.
    Pensa, ad esempio, alla famigerata truffa dei diamanti del 2019 in cui rimasero vittime anche persone illustri come Vasco Rossi, Federica Panicucci e altri personaggi famosi, insieme a migliaia di comuni risparmiatori.
    Alcune società, presentandosi attraverso banche accreditate, promuovevano la vendita di diamanti a prezzi molto più alti rispetto al loro reale valore, promettendo agli investitori elevati guadagni, e applicando loro esorbitanti commissioni da spartire ovviamente con le banche segnalatrici.
    Nel 2020 è poi uscita la notizia della truffa ai danni di Lorenzo Bernardi, miglior giocatore di pallavolo del XX secolo, al quale sono stati sfilati ben 130.000€ dietro promessa di un tasso d'interesse compreso tra il 25 e il 27%, per soli 4 mesi di investimento.
    Con lui cadde nella truffa anche una sua conoscente, che, come Bernardi, non rientrò più in possesso dei suoi 250.000€ consegnati ad un amico, rivelatosi poi un truffatore.
    Risale poi al 2021 la clamorosa vicenda che coinvolse Antonio Conte, famoso allenatore di calcio ora al Tottenham.
    Conte perse ben 30 milioni di € in investimenti "sicuri e ad alto rendimento".
    Questo per invitarti a prestare la massima attenzione al tuo risparmio e ai tuoi investimenti.
    Diffida assolutamente da chi ti promette rendimenti elevati, e verifica comunque sempre l'andamento dei tuoi investimenti!

    Anche in questo caso, ci si raggiorna Venerdì 11 Febbraio per i 2 consigli rimanenti.
    A presto!
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    4 - MA I PENSIONATI CANADESI SONO GIOCATORI D'AZZARDO?...

    Qualcosa non torna...
    CPP Investments, fondo pensione canadese dotato di un patrimonio doppio rispetto a tutti i fondi pensione italiani messi assieme, ha recentemente investito 200 milioni sullo sviluppo dell'area Expo di Milano a Rho-Pero.
    Qui sorgerà, accanto all'ospedale Galeazzi e allo Human Technopole (istituto italiano di ricerca per le scienze della vita), il nuovo campus dell'Università degli Studi e tante altre attività civili, industriali e commerciali.
    Il progetto, denominato MIND (Milano Innovation District), vede impegnati, in un'ampia collaborazione tra pubblico e privato, non soltanto i pensionati canadesi, ma anche il gruppo immobiliare australiano Lendlease, tanto per citare un altro nome di grosso investitore d'oltreoceano.

    Si tratta di un progetto prestigioso e ambizioso, ad emissioni zero, parte di altri interventi previsti di rigenerazione urbana e ambientale nella città metropolitana milanese per un totale di 800 milioni di €, su 335.000 metri quadrati.
    Ma, come dicevo in partenza, qualcosa sembra non tornare.
    Perché ciò che i pensionati canadesi trovano conveniente, non lo è per noi italiani, e soprattutto non lo è per chi vive e conosce l'area metropolitana di Milano?
    E non si tratta nemmeno di un mero progetto finanziario (costruisco, vendo, incasso e addio), bensì di un progetto di sviluppo e gestione delle attività dell'area sul medio e lungo periodo, con conseguenti ricadute economiche, sociali e culturali a 360 gradi, grazie anche alla presenza, come visto, di università, ospedali, centri di ricerca.

    Insomma, il risparmio italiano, per lo più bloccato su conti correnti a rendimento certo negativo, o in gestioni nelle quali l'Italia conta se va bene per l'1%, non avrebbe, con tutte le necessarie garanzie, interessi a investimenti di questo tipo?
    A maggior ragione se, come visto, hanno una ricaduta non solo economica ma anche sociale e culturale sul territorio?
    O i pensionati canadesi sono dei giocatori d'azzardo, oppure ci sta sfuggendo qualcosa di veramente importante.
    Sembra si sia perso lo spirito che convinse i milanesi a finanziare l'Expo del 1906, o la costruzione, tutta meneghina, della linea 1 della metropolitana negli anni '60.
    Stiamo lasciando, in sostanza, che siano i fondi stranieri a partecipare alla crescita e allo sviluppo delle nostre città.
    In parte, ciò può essere dovuto anche al pensiero che i fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza siano sufficienti al nostro fabbisogno di investimenti.
    Così però non è.
    Il Pnrr soddisfa solo una quota minoritaria della necessità di opere pubbliche che il nostro Paese manifesta, ed è necessario ricorrere anche al risparmio privato, coinvolgendo i cittadini, rendendoli protagonisti ed anche responsabili dei progetti che cambieranno le loro vite.

    Azimut è assolutamente operativa in tutto questo, con soluzioni di investimento dedicate anche a quest'ambito del real estate.
    Servono strumenti comprensibili, adatti a valorizzare la ricchezza privata, aiutando al contempo il nostro paese. 
    Anche per non lasciare che i frutti delle buone opere vengano goduti solo dai pensionati canadesi, che, a quanto pare, vedono molto più lungo di noi...
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    5 - POLIZZE: PROTEZIONE O INVESTIMENTO?

    Da sempre, in Italia, viviamo il fenomeno della sotto-assicurazione
    Solo una famiglia su 10 stipula infatti contratti assicurativi.
    I premi raccolti per le assicurazioni su beni, salute e patrimonio, sono pari solamente all'1,1% del Pil.
    Meno della metà rispetto alla media europea.

    Da decenni gli operatori del settore, gli studiosi e le stesse authority, si interrogano su questa tendenza che non accenna a cambiare.
    Da una parte c'è la storica scarsa propensione degli italiani ad assicurarsi contro i rischi, dall'altra ci si mettono le compagnie e le reti distributive, che non riescono a fare abbastanza per rendere le polizze più comprensibili e appetibili. 
    Le imprese assicurative trovano anzi ormai più semplice e redditizio offrire polizze a contenuto finanziario, proponendole come valida alternativa ai classici prodotti di investimento. 
    Si tratta però spesso di prodotti con una struttura articolata, e con un'elevata incidenza di costi.
    Bisogna infatti coprire il rischio morte (parte minimale del prodotto, ma comunque presente), e bisogna inoltre (abbondantemente) remunerare la compagnia assicurativa e l'intermediario collocatore. 
    Anche questo, allora, non contribuisce ad aumentare la fiducia degli italiani verso il mondo delle assicurazioni.
    Come non bastasse, molto spesso ci si imbatte in un livello di trasparenza non propriamente adeguato.

    Diventa così piuttosto difficile creare una cultura del rischio, principale problema dell'alfabetizzazione assicurativa nel nostro paese.
    Gli intermediari dovrebbero fare un passo indietro, concentrandosi maggiormente sull'offerta di coperture da rischi, piuttosto che su complessi prodotti di investimento, che possono per certi aspetti essere anche interessanti, ma solo per una ristretta fascia di clienti.
    Non certo da proporre allora a tappeto.
    Un circolo vizioso difficile da interrompere, ma è proprio dal lato dell'offerta che dovrebbe arrivare il primo passo, così da creare e consolidare la fiducia del cliente, che possa sentirsi tutelato, non depauperato
    Il settore (non solo) assicurativo deve ancora fare grandi passi in avanti per migliorare la qualità delle sue proposte.
    Ne guadagnerebbe il rapporto fiduciario tra le famiglie e gli operatori del settore.
    Se la strada è lunga, sarebbe almeno opportuno provare a muovere i primi passi...!
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    6 - IN PERFEZIONAMENTO CONTINUO

    Venerdì 14 Gennaio sono stato volontariamente oggetto di un tentativo di truffa finanziaria "versione 2022".
    Volontariamente perché, capendo di che cosa si trattava, ho pensato di registrare il tutto per metterlo a tua disposizione.
    Puoi allora rivedere la "simpatica conversazione" all'interno del mio canale YouTube cliccando qui > https://www.youtube.com/watch?v=ev3XpkFQ_XQ.

    Nei giorni precedenti una chiamata da un numero di cellulare con voce automatica, nel presentarsi come Amazon, mi invitava a dimostrare o meno il mio interesse verso un pseudo-investimento in titoli azionari dello stesso colosso USA, per la contenuta cifra di partenza di 250€.
    Questa "pseudo Amazon" avrebbe raddoppiato il mio investimento iniziale, riconoscendomi un bonus di altri 250€.
    Essendo del mestiere ho ovviamente capito subito di che cosa si trattava, ma ho finto di voler approfondire per capire meglio il modus operandi di questi tentativi di truffa, sempre più diffusi.
    Ma questa è solamente la più recente modalità di truffe finanziarie.
    Vediamo allora assieme di ripercorrere, a grandi linee, gli ultimi 20 anni di (non tanto) onorata carriera di questi sistemi, orientati all'alleggerimento del patrimonio di ignari risparmiatori.

    Nel periodo 2001-2021 abbiamo vissuto anni di enorme evoluzione tecnologica.
    Anni che hanno visto le classiche truffe (schema Ponzi perlopiù) affiancarsi a quelle digitali, come furti di identità sul web, false piattaforme di investimento, utilizzo indebito di carte di credito.
    Nei primi anni 2000 ci sono stati alcuni eventi finanziari, non tecnicamente definibili truffe, che però hanno avuto il medesimo effetto, ovvero quello svuotare le tasche dei risparmiatori.
    Risale infatti al 2001 la crisi economica dell'Argentina, che portò al default del paese stesso e del suo debito emesso in titoli di stato.
    Centinaia di migliaia di italiani erano stati convinti dalle loro banche ad acquistare quei bond, con una colpevole sottovalutazione del rischio-paese.
    In molti sbagliarono a proporli, altrettanti sbagliarono ad acquistarli. 
    Solo un anno dopo ci fu la Cirio, e nel 2003 arrivò Parmalat.
    Il settore agroalimentare era considerato anticiclico e anticrisi.
    Anche in questi casi vi fu una sottovalutazione del rischio specifico delle singole aziende.
    Nell'arco di soli 2 anni, dal Maggio 2000 al Maggio 2002, Cirio emise ben 8 titoli di debito che mai furono rimborsati ai sottoscrittori, mandando così in fumo un miliardo di € di risparmi in capo a 35.000 risparmiatori italiani. 
    Il denominatore comune di Cirio e Parmalat, ma anche di altri casi con minore eco mediatica, fu che a strutturare le emissioni di bond di queste aziende furono le stesse banche che le avevano a suo tempo finanziate.
    In maniera tutt'altro che etica, si spostò così il peso di un (prevedibile) fallimento sulle spalle dei risparmiatori italiani, liberando gli istituti di credito dalle loro passività ed esposizioni.

    Negli stessi anni iniziò a imporsi all'attenzione dei media un nuovo fenomeno: i siti web che proponevano investimenti eseguiti direttamente dal proprio pc, cliccando su ingannevoli banner pubblicitari che facevano planare su piattaforme apposite.
    Si puntava su criptovalute e su rischiosi contratti derivati.
    La pubblicità prometteva ovviamente facili e mirabolanti guadagni, e coloro i quali si incuriosivano al punto da cliccarci sopra, venivano raggiunti da telefonate di sedicenti consulenti.
    Chi ci cadeva, allora come ora, perdeva quasi sempre tutto.
    Dal 2020 in poi c'è stata una netta accelerazione di questi fenomeni, visto che l'utilizzo di pc, smartphone ed altri strumenti tecnologici, è diventato indispensabile per moltissime persone, per motivi di lavoro, per il tempo libero, e per mantenere contatti sociali in tempi di lockdown.
    Ed ecco servita l'insidia: furti di identità e furti di carte di credito
    Le carte vengono spesso utilizzate, anche per mesi ed anni, all'insaputa dei legittimi proprietari.
    Esiste anche un mercato nero, con un preciso tariffario stabilito sulla base delle ulteriori informazioni collegate al numero della carta, come nome utente, scadenza, codice di sicurezza.
    In Italia, secondo dati recenti, ne sarebbero state clonate e rivendute nel dark web oltre 83.000.
    Molte sono ancora attive all'insaputa dei loro poco attenti titolari.

    Un semplice consiglio per non incappare in queste spiacevoli situazioni, può essere allora quello di attivare il servizio SMS che avvisa dopo ogni spesa o prelievo, così da accorgersi tempestivamente di eventuali transazioni anomale. 
    E' importante anche controllare ogni mese l'estratto conto della propria carta di credito, per rilevare spese, magari anche di importo contenuto ma ripetuto nel tempo, non autorizzate. 
    I primi a tutelarci dobbiamo essere sempre noi stessi, aumentando la nostra consapevolezza, e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per evitare di ritrovarci con il conto irrimediabilmente prosciugato.
    Mai abbassare allora la guardia!
    Anche perché i criminali del web studiano e perfezionano continuamente nuove modalità di truffa.
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    7 - E IL SOCIAL SHOPPING IMPAZZA!

    Le televendite dei tempi moderni corrono sui social.
    Ti sembra impossibile che siano ancora di moda?
    Eppure da Tik-Tok, Facebook, Pinterest, Whatsapp, già arriva l'11% dell'e-commerce totale del nostro paese.
    Un dato addirittura superiore alla media mondiale pari al 9%.

    L'idea è partita, tanto per cambiare, dalla Cina.
    Qui il giro d'affari nel 2020 è stato di 171 miliardi, e ci si attende possa sfiorare addirittura i 500 miliardi nel 2022.
    In Cina spopolano, in particolare, brevi video su WeChat, in cui gli utenti possono acquistare i prodotti proposti con un semplice click.
    Anche Walmart ha stipulato in America, fin dal 2020, una partnership con TikTok per realizzare eventi di shopping in diretta, mentre Facebook propone i live shopping Friday, dove grandi marchi come Sephora o Abercrombie&Fitch fanno vedere e vendono in diretta i loro prodotti.

    Per vendere di più è necessario conoscere il cliente, e assecondarlo.
    Tutto ciò si realizza grazie alla personalizzazione dell'esperienza di acquisto, e si perfeziona attraverso le informazioni che i social network acquisiscono da noi ogni volta che vi navighiamo (i famosi cookie).
    Perfino il tempo in cui ci soffermiamo su un'inserzione pubblicitaria, fornisce un segnale agli sviluppatori, che intuiscono il nostro interesse per quel determinato articolo o servizio, e affinano così le pubblicità da mostrarci mentre scorriamo distrattamente la bacheca o le varie home page
    E' un mercato nuovo, ma sembra già funzionare alla grande.
    Secondo una recente ricerca, infatti, l'85% degli iscritti a TikTok nel mondo ha acquistato un prodotto o un servizio dopo averlo visto pubblicizzato o recensito sul social, il 70% dei consumatori ammette di andare a fare acquisti sui social anche "senza volerlo".
    Suscitare emozioni, creare esperienze coinvolgenti, spingere all'acquisto fatto sull'onda dell'emotività grazie ad un semplice click: sono tutti segreti ormai ampiamente conosciuti, e sempre più utilizzati per spingerci all'acquisto online.

    Le aziende si impegnano ad offrire esperienze di acquisto semplici e fluide ai loro clienti, e Facebook è già attiva nel rendere possibile la massima personalizzazione.
    Pensa, sono più di 300 milioni le visite mensili su Shops, la vetrina online di Facebook e Instagram con 1,2 milioni di aziende già oggi attive.
    Presto questa modalità di acquisto sarà resa disponibile anche su Whatsapp.
    In tutto ciò, il settore che ha conosciuto la maggior crescita è stato, a sorpresa, quello dell'arredamento, molto diffuso su Pinterest. 
    Analisi dei dati e intelligenza artificiale giocano un ruolo chiave in questo processo.
    Il prossimo step sarà quello relativo all'implementazione delle esperienze di realtà aumentata, consentendo agli acquirenti di visualizzare gli articoli nel contesto in cui poi saranno collocati realmente, il tutto senza muoversi da casa.

    I tempi allora cambiano.
    Le imprese innovative che offrono servizi per il social e il live shopping stanno crescendo esponenzialmente.
    Fioriscono anche le partnership con le piattaforme di pagamento, come Paypal e Shopify, le quali devono essere sempre più fluide e veloci nel finalizzare le operazioni, senza far subire all'acquirente lunghe attese o disservizi.
    Insomma, una complessa architettura finalizzata ad offrire un'esperienza di acquisto piacevole e confortevole all'utente finale.
    E tu, rientri già tra i nuovi acquirenti social?
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    Sono settimane queste piuttosto complicate per i mercati finanziari e non solo.
    Le soluzioni che più possono sembrare sicure, possono in realtà portarci a fare le scelte più sbagliate, in grado di esporre ad importanti rischi.
    Anche se non sempre è facile, occorre allora restare il più possibile razionali, e schivare le (ormai note) trappole mentali che possono compromettere seriamente i nostri piani finanziari.
    Vedrò allora di fare un pò il punto della situazione e parlarti anche di questo nella mia prossima 7in7, quella di Venerdì 11 Febbraio.

    Ti auguro un sereno fine settimana!
    Un caro saluto,

    Davide