Anche se, come dico sempre, il rendimento è certamente importante ma non è tutto in un contesto di pianificazione finanziaria.
Storicamente il rendimento medio annuo del mercato finanziario nel suo complesso è del 7%.
Non male, vero?
Il rendimento medio storico portato a casa dagli investitori è però tristemente prossimo allo zero, se non addirittura in territorio negativo.
E questo accade per 3 diversi motivi, che sono poi sempre gli stessi.
Analizziamoli allora assieme, per capire come poter migliorare la gestione dei propri risparmi, investendoli in maniera congrua e profittevole nel tempo.
1. I COSTI
Investire ha un costo.
Questo è giusto e inevitabile, perché dietro ad una soluzione d'investimento ci sono dei professionisti che si prendono cura del capitale investito, e cercano di proteggerlo e farlo fruttare al meglio.
Anzi, bisogna sempre diffidare quando qualcuno ti propone degli investimenti "a costo zero".
Credo tu lo sappia, nessuno lavora gratis!
Il problema nasce quando i costi sono eccessivi, e soffocano così le possibilità di guadagno potenziale del capitale investito.
"Chi più spende, meno spende" può valere quando acquistiamo un bene materiale, non certo in finanza.
Nessuno è in grado di prevedere il rendimento futuro di un investimento, pertanto nessuno può garantire che, pagando un prezzo maggiore, si otterrà un rendimento maggiore.
Anzi, più sono alti i costi sottratti, minore sarà il rendimento residuo che finisce nelle tasche dell'investitore.
Lo so bene: non è affatto facile farsi un'idea dei reali costi a cui si va incontro, fra commissioni di ingresso, di gestione, di performance, di uscita...
E' allora importante non avere timore a chiedere una spiegazione chiara ed esaustiva in merito.
Un serio Consulente Finanziario non avrà mai alcun problema a parlare di costi con i suoi clienti!
2. GLI ERRORI COMPORTAMENTALI
Tutti vorrebbero entrare nel mercato quando è ai minimi, e uscirne vendendo quando è ai massimi.
Alcuni investitori sono spesso convinti di saperli riconoscere questi momenti.
Sono convinti di essere i re del market timing.
Bisogna invece prendere coscienza del fatto che questa è pura utopia: nessuno è in grado di anticipare
i movimenti dei mercati, e certe dinamiche sono evidenti solo dopo che si sono verificate.
Alla resa dei conti succede, invero, che le vendite più massicce avvengono quando i mercati sono nel loro più profondo rosso, mentre gli acquisti crescono vertiginosamente proprio quando si toccano i massimi di periodo, perchè l'emotività la fa
da padrona e puntualmente ci si fa trascinare da essa, sia in negativo che in positivo.
Anche questo problema si può neutralizzare, evitando il fai da te e gestendo con approccio professionale i propri risparmi.
Prevedendo eventualmente anche di entrare in maniera graduale nelle soluzioni di investimento più rischiose e volatili.
Meglio entrare un pò alla volta, piuttosto che andare all-in un solo momento.
3. L'INFLAZIONE
Ultimamente ne ho parlato spesso, visto che questo tema, rimasto sonnecchiante per diversi anni, si sta ora facendo sentire in maniera importante.
Ma attenzione, anche quando sonnecchia e non si percepisce, l'inflazione c'è.
Negli ultimi 10 anni è stata davvero modesta, pari a circa l'1% annuo, ed ora ha ricominciato a crescere.
L'inflazione è un buon segnale se resta entro certi limiti, perché significa che l'economia è viva e attiva, ma, guardando il lato finanziario, serve predisporre un'adeguata difesa.
L'inflazione erode i rendimenti.
Quindi, se riprendiamo il dato iniziale del 7% di rendimento medio annuo storico messo a segno dai mercati, avere un'inflazione all'1% significa che il rendimento reale scende al 6%.
Peggio va ai soldi lasciati in conto, destinati a rendere zero: in questo caso l'inflazione fa sicuramente perdere soldi, non in senso letterale, ma in senso reale, perché diminuisce il potere d'acquisto.
E' un lavoro silenzioso e subdolo, quello dell'inflazione, simile a quello della goccia che batte la roccia.
Ma batti oggi, batti domani, la piccola goccia scava la roccia e ne porta via dei pezzetti.
Come per i rendimenti, nessuno può prevedere l'inflazione futura.
L'unico strumento per combatterla adeguatamente è l'investimento, rimanendo così agganciati ai trend di crescita futura e partecipando ai progressi dei mercati.
Come vedi, e come probabilmente avrai già sperimentato sulla tua pelle, le insidie ci sono.
La cosa positiva è che sono tutte gestibili ed evitabili.
Diventa importante, allora, scegliere un bravo Consulente Finanziario.
Che gestisca i costi in maniera soddisfacente per tutte le parti in causa.
Che contenga l'emotività dei propri clienti nei momenti di paura, e, all'opposto, nei momenti di euforia.
Che sappia proporre un progetto di investimento su misura per ogni investitore, sia esso singolo, famiglia o azienda.
Non esiste una formula universale applicabile a tutti, è necessario un sapiente lavoro di composizione del portafoglio, per adattare l'investimento agli obiettivi personali di ogni cliente.
Questo è il modo in cui lavoro, e il metodo che applico da sempre.
I miei clienti già lo sanno.
Se tu ancora mio cliente non lo sei, e ti sei ritrovato in questi 3 motivi, il momento giusto per diventarlo può essere proprio ora!