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www.davideberto.it2024-10-11
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    Ricorda bene quanto ti sto dicendo.
    Un corretto comportamento finanziario vale molto di più che un'ossessiva ricerca del portafoglio perfetto.

    Molti "esperti di settore" e molti risparmiatori, impegnano tempo ed energie nel generare il portafoglio perfetto, con il prodotto meno costoso e con il miglior posizionamento sulla frontiera efficiente ... tralasciando poi del tutto la "cura dei comportamenti".
    Tempo perso!

    Se all'efficienza tecnica non associ una solida cultura finanziaria che parta dai comportamenti corretti, non otterrai mai dei buoni risultati.
    Perché sono le nostre azioni e le nostre abitudini a generare i risultati.
    Nella vita come anche in finanza, tutto è frutto delle nostre scelte.
    Il compito di un (bravo) Consulente non sta solo nella costruzione del portafoglio perfetto, ma sta anche (e soprattutto) nell'educare i clienti ad assumere i giusti comportamenti.
    Perché il 20% delle performance è generato dall'andamento dei mercati, mentre l'80% è generato dal nostro comportamento al cospetto dei mercati stessi.
    Non lo dimenticare!

    Ti auguro una buona lettura.
  • 1 - RENDIMENTO 1 + RENDIMENTO 2

    Fino a qualche anno fa, era piuttosto normale sentirsi chiedere dagli investitori "ma quanto mi rende?", "che tasso mi dai?".
    Ora queste domande cerco sempre di anticiparle, spiegando che il mondo finanziario passato è ormai un lontano ricordo, e che per ottenere dei buoni risultati dai propri investimenti non si può prescindere da un attento percorso di pianificazione.

    Oggi, Rendimento Totale = Rendimento 1 + Rendimento 2.
    Dove il Rendimento 1 è figlio del mercato e del posizionamento al suo interno, mentre il Rendimento 2 è figlio della consulenza, della competenza, del mettere al centro di ogni ragionamento e scelta strategica la persona.

    Partiamo dal Rendimento 1.
    Studiare i mercati e le attività finanziarie, il loro funzionamento, la loro evoluzione, è indispensabile.
    Eppure, per quanto si possano studiare e approfondire, è molto difficile giocare d'anticipo sul mercato e fare meglio del mercato stesso.
    Non impossibile, ma molto improbabile.

    Passiamo ora al Rendimento 2.
    C'è un rendimento garantito che la buona consulenza finanziaria può generare, ma solamente ad una condizione: non farsi distrarre dal mercato, e concentrare tutta l'attenzione sulla persona.
    E' il rendimento che deriva dal mettere in sicurezza quella persona, la sua famiglia, la sua impresa, i suoi progetti più importanti.
    Il suo futuro insomma.
    E' un rendimento assai faticoso da raggiungere, perché richiede di cambiare prospettiva e di essere maniaci del dettaglio.
    Per ottenerlo occorre attivare un processo continuo, ciclico, inesauribile.
    Un processo fatto di protezione, atto a rendere quella persona finanziariamente invulnerabile qualsiasi cosa accada.
    Fatto di lungimiranza, per blindare il suo benessere in termini di previdenza, assistenza, sanità, e di tutto ciò che lo Stato ha abituato a ricevere in passato, ma stenterà ad erogare in futuro.
    Fatto di razionalità, per evitare che gli inevitabili sbalzi d'umore dei mercati producano comportamenti nocivi e distruttivi di ricchezza.
    Fatto di altruismo, per pensare a chi verrà destinato il patrimonio e a come ottimizzare questo passaggio in futuro.
    Fatto di efficienza, per scegliere soluzioni finanziarie, fiscali e giuridiche all'altezza della situazione.

    Fatto di queste e di tante altre cose, per le quali sono convinto che la formazione di qualità, pignola e appassionata, possa migliorare le performance.
    In un modo che la maggior parte delle persone ancora non ha compreso...
  • 2 - IL TUO PORTAFOGLIO D'INVESTIMENTO PUO' VINCERE GLI EUROPEI? 1di2

    Hai seguito anche tu gli europei di calcio con la stessa enfasi con cui li ho seguiti anch'io?
    Da sempre sono un grande appassionato di questo sport, e la mia passione sta contagiando di brutto anche mio figlio Giulio di 5 anni e mezzo, che non la smette più di voler cantare l'inno di Mameli e il tormentone estivo di Italia '90 "Notti magiche".

    Ritengo che il calcio possa anche offrire degli spunti interessanti per qualsiasi investitore.
    Prova a dare una risposta a queste domande:
    Se tu fossi un allenatore, pretenderesti mai che sia proprio il portiere, il Gigio Donnarumma della situazione, a far gol nella porta avversaria?
    Oppure che sia uno degli attaccanti, mettiamo caso Lorenzo Insigne, a parare i rigori?

    Immagino che la tua risposta ad entrambe le domande sia NO.
    Perché allora moltissimi risparmiatori pretendono di integrare la propria pensione futura investendo in conti deposito o in singoli titoli azionari?
    O vorrebbero investire nel mercato azionario quel risparmio che gli servirà tra un anno per acquistare l'auto nuova?

    Investire in questo modo è un pò come pretendere che sia il portiere a far gol alla squadra avversaria.
    Apparentemente il mondo della tattica calcistica e quello della pianificazione finanziaria non sembrano così vicini, eppure, non solo una squadra di calcio è una perfetta metafora per spiegare la pianificazione finanziaria, ma c'è un concetto molto importante, quello della specializzazione, che lega entrambi questi ambiti. 
    Ma di che cosa si tratta?
    E come può aiutare a costruire una solida e adeguata strategia di investimento?
    Vediamolo assieme!

    Gli appassionati di calcio sanno bene che la perfetta organizzazione di una squadra può permettere di vincere le partite, anche se la squadra avversaria schiera giocatori singolarmente più forti.
    Nel calcio, i ruoli in campo sono chiari e ben definiti.

    Donnarumma, il portiere della nostra nazionale, deve impedire agli avversari di segnare.
    Chiellini e Bonucci, i difensori centrali, devono impedire agli avversari di arrivare troppo vicino alla porta e di far gol.
    I centrocampisti, Barella, Verratti e Jorginho, devono aiutare i difensori, e allo stesso tempo essere di supporto agli attaccanti.
    Questi ultimi, Insigne, Chiesa e Immobile nel caso della nostra nazionale agli europei, devono fare gol.

    Così come nel calcio, anche in una buona pianificazione finanziaria è necessario applicare questo concetto: ogni singola soluzione deve avere un determinato scopo, e compiere al meglio il proprio ruolo nella costruzione del portafoglio d'investimento.
    Se un allenatore non può pretendere una doppietta a partita dal proprio portiere o dal difensore, allo stesso modo non si può pretendere che la parte più difensiva e prudente del portafoglio d'investimento sia in grado di generare importanti rendimenti.

    Nella prossima 7in7, quella di Venerdì 20 Agosto, chiuderò il cerchio entrando nel merito di ogni singolo reparto di una squadra di calcio, e, per analogia, di un portafoglio di investimento.
    Difesa, centrocampo, attacco e allenatore.
    A presto allora!
  • 3 - LE BUONE RAGIONI PER VENDERE

    Prendiamo il mercato azionario americano negli ultimi 12 anni.
    Tra eventi naturali, politici, economici e sanitari, non sono certo mancati i pretesti per vendere, ed uscire così dal mercato stesso.
    Eccone alcuni:

    . 2009: uno dei peggiori dati di sempre sulla disoccupazione
    . 2010: crisi del debito greco
    . 2011: un fortissimo terremoto ha messo in ginocchio il Giappone + downgrade del debito americano + riacutizzarsi della crisi del debito sovrano europeo
    . 2012: prosegue la crisi in Europa + peggior mese negli ultimi 50 anni del Dow Jones
    . 2013: crisi del debito di Cipro
    . 2014: diffusione del virus Ebola
    . 2015: sell-off sul mercato azionario cinese
    . 2016: Brexit
    . 2018: quasi tutti i mercati chiudono l'anno fortemente in negativo
    . 2019: shutdown governativo in America + escalation nella guerra commerciale tra USA e Cina
    . 2020: ... fai un pò tu

    Non c'è pericolo che i media non ricordino puntualmente questi e altri eventi negativi.
    Il pericolo vero, sarebbe però quello di dimenticarsi che in questi 12 anni c'è stato anche dell'altro.
    Tanto altro, capace di portare il mercato americano a registrare una performance cumulata superiore al 300%.
    Certo, bisognava rimanere investiti per cogliere questo pazzesco risultato... 
    Meglio allora ricordarselo.
    Soprattutto quando, prima o poi, inevitabilmente arriverà la prossima turbolenza.
  • 4 - MARE AGITATO PER GLI INVESTIMENTI OBBLIGAZIONARI

    Che il meteo volgesse al peggio per i sottoscrittori di obbligazioni e fondi obbligazionari, era nell'aria già da tempo, visti i tassi di interesse ai minimi ormai da diversi anni.  
    Per una legge matematico-finanziaria, se i tassi di interesse scendono, il valore dei titoli obbligazionari salgono, permettendo così ai gestori dei fondi di esibire risultati positivi, come accaduto in questi anni.
    Al contrario, se i tassi salgono, i prezzi dei titoli saranno destinati a scendere.

    Allo stabilizzarsi dei tassi, il meccanismo del prezzo si arresta, e in questi anni solo i ripetuti interventi delle Banche Centrali hanno permesso di rimandare il momento in cui sarebbe apparso il segno "meno" davanti alle performance obbligazionarie.
    Poi, a inizio 2021, è ritornata anche l'inflazione, ed ecco che la tempesta è arrivata, portando in territorio negativo oltre la metà dei comparti obbligazionari collocati in Italia, con punte anche del -13%. 
    Considerando però che tali fondi sono addirittura più di 2.000, c'è stato anche chi ha viaggiato in controtendenza, realizzando rendimenti positivi anche a doppia cifra.
    Come sempre, si tratta di selezionare con accuratezza come e a chi affidare i propri risparmi. 

    Non si è trattato però della tempesta perfetta che ha colto i gestori impreparati come nel 2006, nel 1999 o nel 1994, quando, al rialzo dei tassi, molti fondi erano sbilanciati su scadenze piuttosto lunghe, e questo generò un vero e proprio bagno di sangue per i clienti sottoscrittori.
    Il 2021, infatti, non dovrebbe concludersi in modo così catastrofico, almeno per i gestori che possono muoversi con flessibilità e sanno farlo con abilità.
    Quello obbligazionario, ora che la spinta favorevole della discesa dei tassi si è esaurita, é sicuramente un mercato da studiare con attenzione e irto di ostacoli.
    Questo vale ancor di più per quelle soluzioni di investimento che devono attenersi a un benchmark di riferimento, che di fatto limita le possibilità di manovra. 

    Ecco quindi che i risparmiatori, non solo quelli più prudenti, dovrebbero approfondire col proprio consulente questo aspetto, che assume particolare rilevanza in un contesto di mercato come quello attuale. 
    Capire, cioè, se le soluzioni obbligazionarie presenti nei loro portafogli sono di tipo flessibile, o più vincolate invece a seguire determinati obiettivi e politiche di investimento. 
    Anche se, per dirla tutta, un buon consulente non dovrebbe aspettare le domande dei propri clienti per prendere a cuore le sorti dei loro portafogli...
    Dovrebbe essere lui, in primis, ad avere un atteggiamento attivo rispetto alle dinamiche macro economiche e finanziarie.

    In conclusione, ci tengo a dirti che, nonostante le difficoltà che l'asset class obbligazionaria si trova ora ad affrontare, è estremamente difficile pensare di costruire un portafoglio d'investimento senza la componente bond.
    Perché questo significherebbe sbilanciarsi troppo verso la componente azionaria (molto volatile), oppure verso la liquidità (componente statica e non remunerativa, anzi, generatrice di perdite in termini di potere d'acquisto).
    Come sempre, allora, sarebbe opportuno inseguire il giusto equilibrio.
    Più facile a dirsi, che a farsi...
  • 5 - FONDO PENSIONE? ASSOLUTAMENTE SI', MA CON GRANDE ATTENZIONE AI SUI COSTI!

    Se mi segui da un pò, se soprattutto sei già un mio cliente, avrai capito bene che il tema della pensione integrativa è per me molto, molto sentito.
    Una volta compresa l'importanza di una buona pianificazione previdenziale, ci sono altri aspetti da considerare con grande attenzione.
    Aspetti che possono fare la differenza nel giungere al traguardo pensionistico con un gruzzoletto più o meno rilevante.
    Scegliere quindi il "veicolo" giusto per arrivare serenamente al momento della pensione può fare tutta la differenza, anche se non è facile percepire la differenza tra un veicolo ed un altro. 

    Se non possiamo direttamente agire sulle performance del prodotto che scegliamo, visto che le stesse dipenderanno dalla bravura del gestore e, ancor di più, dall'andamento dei mercati, possiamo però avere il controllo sui costi che andiamo a pagare, sia quelli fissi, sia quelli in percentuale.
    Scegliere quindi lo strumento più efficiente, almeno dal punto di vista della sua onerosità, può fare una grande differenza.

    Sai che i costi possono "mangiarsi" fino al 70% delle performance di una soluzione di previdenza integrativa
    Tanto vero?
    Questo perché un fondo pensione si sviluppa su più anni, spesso anche decenni, e quindi anche il minimo costo può amplificarsi nel tempo.
    Un pò come una valanga insomma, che parte piano per poi ingigantirsi sempre più nel proseguo della sua corsa distruttiva.

    Una prima macro distinzione può essere fatta sulla tipologia degli strumenti di previdenza integrativa.
    I meno cari in assoluto sono i fondi di categoria, accessibili solamente ai lavoratori di uno specifico settore (pubblico impiego, chimico-farmaceutico, industria metalmeccanica ...).
    Analizzando invece gli strumenti disponibili a tutti, i Fondi Pensione Aperti sono gli strumenti meno onerosi se raffrontati ai Piani Individuali Pensionistici PIP.

    Veramente tanti e sempre più, sono i prodotti offerti in quest'ambito.
    Ecco allora che il legislatore ha messo a punto una serie di direttive utili ad orientare il risparmiatore nella giungla delle varie proposte, imponendo un linguaggio univoco e il più possibile chiaro. 
    In particolare, è prevista l'obbligatoria consegna della Scheda Costi del prodotto, al cui interno dev'essere riportato l'ISC o Indice Sintetico di Costo.
    Un dato che, con estrema facilità, può essere utilizzato per confrontare l'onerosità delle varie soluzioni previdenziali proposte da banche, assicurazioni ed SGR.

    Oltre al costo del prodotto, è molto importante scegliere la giusta linea di investimento, possibilmente in una logica Life Cycle, che segue cioè il ciclo di vita del cliente sottoscrittore.
    Più si è giovani, infatti, più ha senso correre dei rischi sottoscrivendo una linea di investimento quantomeno accrescitiva, e ben orientata agli investimenti azionari.
    A mano a mano che ci si avvicina, invece, all'età della pensione, sarebbe opportuno "scalare la marcia", abbassando la rischiosità dell'investimento e consolidando così i rendimenti ottenuti negli anni precedenti.

    Sia lato costi, che lato linea di investimento sottostante, il bravo Consulente Finanziario dev'essere visto come una guida sulla quale fare affidamento nel miglior percorso possibile di pianificazione previdenziale e pensionistica.
  • 6 - IL LUSSO ITALIANO SBARCA ALLA BORSA...AMERICANA

    Un forte legame con l'italianità, ma la quotazione avverrà alla Borsa di New York...
    Spiazza un pò l'apparentemente improvvisa decisione del Gruppo Zegna di entrare nel mercato azionario a stelle e strisce.
    "Una scelta necessaria per un'azienda che esporta il 90% del suo fatturato...".
    Queste le parole di Gildo Zegna, Amministratore Delegato e rappresentante della terza generazione della famiglia.
    La quarta generazione è già presente e attiva in azienda nella persona del Responsabile Marketing ed ESG, mentre la quinta sta crescendo.
    Ma la triangolazione geografica non si ferma qui.
    Il 50% del fatturato di Zegna è realizzato in Cina e l'AD ribadisce che "se ho un € da investire lo investirò assolutamente in Cina, perché quello cinese presto rappresenterà oltre la metà del mercato mondiale del lusso".

    In tutto questo girovagare nel mondo, la sede del Gruppo rimarrà comunque italiana, e anche le fabbriche saranno sempre più "di casa nostra", visto che le assunzioni avvengono da noi e sono previste in crescita man mano che il mercato confermerà la ripartenza. 
    Zegna è un'azienda italiana con più di 110 anni di storia, attiva nell'abbigliamento uomo di alta gamma.
    All'interno del gruppo c'è anche Thom Browne, marchio USA rilevato da 3 anni, che si concentra nel settore donna e accessori, registrando incrementi a doppia cifra nel proprio mercato di riferimento.

    L'operazione di quotazione avverrà in sinergia con Andrea Bonomi, amico di famiglia e fondatore della Investindustrial Corp, società-veicolo (SPAC) creata appositamente per portare aziende italiane a quotarsi negli States.
    Ci sarà quindi la fusione tra le due società, con la famiglia Zegna che manterrà il controllo con il 62% del capitale, mentre Bonomi e un gruppo di soci avranno l'11%.
    Il resto sarà aperto al mercato, con un valore iniziale atteso di 3,2 miliardi di $ e una capitalizzazione di mercato iniziale prevista in 2,5 miliardi.
    880 milioni di $ circa arriveranno nella casse aziendali in seguito all'operazione.
    Serviranno a creare ulteriore liquidità per investimenti e nuove future acquisizioni.
    Gildo Zegna ci tiene infatti a sottolineare che si tratterà di un'operazione industriale, non finanziaria.

    Non ci resta quindi che attendere Novembre per la quotazione del gruppo italiano al New York Stock Exchange, trampolino di lancio per raggiungere l'ambizioso, già dichiarato, obiettivo di diventare il numero 1 al mondo nella moda uomo.
    Nel prossimo numero della mia 7in7, ti spiegherò più nel dettaglio che cos'è, e come funziona, una SPAC.
  • 7 - 21 VITTORIA, GRANDE BALDORIA

    Nei giorni scorsi ho riguardato il film 21.
    Non so se l'hai visto anche tu, ma se ancora non l'hai visto te lo consiglio assolutamente.
    Parla di alcuni studenti del MIT di Boston con spiccate doti matematiche, che, per pagarsi gli studi e molto altro, trascorrono i loro fine settimana a Las Vegas a sbancare in modo illecito i vari Casinò.
    La visione di questo film, mi ha portato a pensare al fatto che molte persone tendono ancora a paragonare i mercati e gli investimenti finanziari al Casinò.
    Al gioco d'azzardo.

    In realtà, come esiste il mercato del pesce, il mercato della frutta e della verdura, e tanti altri tipi di mercati ... c'è anche il mercato delle aziende.
    Sì, hai capito bene, il mercato delle aziende.
    La Borsa altro non è che un mercato al cui interno si comprano e si vendono pezzi di aziende in cambio di denaro.
    Pagando, si ottiene in cambio un pezzo di azienda, assieme ai diritti sui potenziali dividendi e sulla crescita della stessa.
    Quando ci si stanca di quell'azienda, si può rivendere allo stesso modo la quota a suo tempo acquistata, sempre in cambio di soldi. 
    E, per evitare il rischio di portarsi a casa un'azienda marcia o bacata, si possono anche comprare dei pacchetti che contengono diverse aziende (Fondi o ETF).

    Ecco quindi che è concettualmente sbagliato pensare alla Borsa come a un Casinò, dove puntare ciecamente sul rosso o sul nero affidandosi alla fortuna.
    In un aspetto, però, i mercati azionari possono presentarsi imprevedibili come il lancio di una moneta. 
    Ovvero quando si parla dei possibili rendimenti di breve periodo.
    Analizzando, ad esempio, l'andamento negli ultimi 90 anni dell'indice S&P500 americano, vediamo che, in un giorno qualsiasi di apertura del mercato, ci si presenta davvero una sorta di "testa o croce", con il 44% di probabilità di perdita, e il 56% di probabilità di guadagno.

    Ma cosa succede aumentando l'orizzonte temporale?
    Valutando con lo specchietto retrovisore lo stesso indice su una durata decennale, la probabilità di ottenere un rendimento positivo sale addirittura al 95%.
    Se ci allunghiamo a 20 anni, arriviamo al 100%. 
    Non c'è mai stata in passato, infatti, nessuna finestra temporale di 20 anni in cui l'S&P500 abbia chiuso in territorio negativo
    Mai.

    E attenzione, sto parlando di una serie storica lunga quasi un secolo, considerando tutti, ma proprio tutti, gli archi temporali lunghi 10 o 20 anni, con il metodo rolling, ovvero spostandoci avanti di un giorno alla volta: 
    - periodo 1 gennaio 1926 - 31 dicembre 1945: positivo
    - periodo 2 gennaio 1926 - 1 gennaio 1946: positivo
    - periodo 3 gennaio 1926 - 2 gennaio 1946: positivo
    E così via. 
    Ecco che allora i periodi analizzati sono davvero tantissimi, e sono comunque tutti positivi senza eccezioni. 

    Questo dimostra ancora una volta che i giusti investimenti azionari, diversificati e di lungo termine, funzionano e sempre funzioneranno.
    Al contrario, invece, del Casinò, dove più tempo rimani, e più aumenti la probabilità di perdita.
    Esattamente come accade allo speculatore di breve termine, che più operazioni compie, e più rischia di uscirne male.

    Non è però sufficiente saperle queste cose: occorre metterle in pratica. 
    Non basta comprare un Fondo o un Etf e tenerlo per 20 anni.
    Il mercato azionario italiano o quello giapponese, ad esempio, non hanno uno storico così favorevole come quello americano visto e considerato in queste righe... 
    Anche in questo caso allora, la figura del (bravo) Consulente Finanziario, con la sua professionalità, con l'esperienza e un aggiornamento costante, può fare tutta la differenza del mondo.
    Non trovi?
  • La mia 7in7 non va in vacanza.
    Ci ritroveremo infatti Venerdì 20 Agosto con 7 nuovi articoli economico-finanziari.
    Alcuni di questi sono già in fase di ultimazione.
    Posso allora anticiparti che parlerò, tra le altre cose di:
    - Inflazione ma con un esempio molto simpatico ed estivo;
    - Opportunità offerte dai periodici ribassi dei mercati;
    - Importanza dell'orizzonte temporale.

    Concludo augurandoti un sereno fine settimana e un buon proseguimento di questo mese d'Agosto.
    Un caro saluto,

    Davide