Ogni anno, prima dell'estate, vengono pubblicate le relazioni di varie commissioni ed enti operanti nel settore finanziario.
C'è allora la relazione di Banca d'Italia per il settore bancario, quella dell'Ania per quello assicurativo, quella di Assogestioni per il risparmio gestito, e quella di Covip per il settore previdenziale.
In merito a quest'ultima relazione, nei giorni scorsi ho letto degli articoli interessanti che ho voluto riassumere e portare così alla tua attenzione.
Seguimi.
> Nel nostro paese, su 25 milioni di lavoratori, appena il 33% ha aderito a un Fondo Pensione o a un Piano Individuale Pensionistico di tipo assicurativo, e non tutti vi versano con costanza.
E' un pò come se ti sedessi ad un tavolo con altre 3 persone, e 2 di queste non hanno fatto nulla per garantirsi un futuro sereno e non hanno sfruttato così i benefici fiscali previsti, lasciando all'azienda (o all'INPS) la gestione del loro TFR, con
tutte le conseguenze che ne derivano (maggiore tassazione, minore sicurezza, minori rendimenti...).
> In Italia il versamento medio 2020 in forme di previdenza integrativa è stato di 2.840 € (importo comprensivo della quota TFR).
Gli autonomi, i più penalizzati con i giovani a livello previdenziale, hanno versato mediamente 2.550 €.
> La relazione Covip dice che nella nostra regione solo 11 persone su 100 hanno aderito alla previdenza integrativa.
In Trentino Alto Adige solamente 3,5 su 100, e in Friuli Venezia Giulia solo 2,6 su 100.
Numeri decisamente preoccupanti.
Se la si vede in base, invece, alle fasce d'età, si scopre che ci sono molti più aderenti negli over 55 (il 31% ma ancora troppo poco), che negli under 35 (solamente il 17%).
Come se il problema riguardasse solamente coloro che andranno in pensione tra pochi anni...
> Per ogni € in previdenza integrativa, vanno 90 centesimi al Fondo di Tesoreria INPS.
Solamente dal 2018 le varie forme di previdenza integrativa raccolgono più del Fondo di Tesoreria.
Questo è dovuto alla "semplice ignoranza" in materia dei dipendenti, e (ahimè) alla poca e cattiva informazione fatta dagli operatori del mio settore di appartenenza.
Ti ricordo che lo scorso anno l'INPS, causa pandemia, ha utilizzato più del 70% dell'importo accantonato dai lavoratori nel Fondo di Tesoreria per fornire sussidi o aiuti alle persone in difficoltà.
Un nobile gesto, ma con risparmi e soldi non suoi...
> Si evince che il TFR ancora lasciato dai lavoratori in azienda, ammonti a oltre 14 miliardi di €.
Trattandosi del 6,91% del reddito lordo, lo stesso corrisponde a circa 212 miliardi di €.
Le aziende che trattengono allora il TFR dei loro dipendenti:
1) Potevano risparmiare 424.630.000 €, pari allo 0,20% del contributo di solidarietà, ma non l'hanno fatto;
2) Potevano risparmiare 594.482.000 €, pari allo 0,28% di contributo INPS, ma non l'hanno fatto;
3) Potevano risparmiare 220.065.000 €, pari all'1,5% di rivalutazione del TFR nel 2020 su quanto iscritto a bilancio, ma non l'hanno fatto;
4) Potevano risparmiare 211.262.000 €, pari all'1,44% di sconto IRES-IRAP nel calcolo della tassazione in capo all'azienda, ma non l'hanno fatto.
La somma di tutto questo, fornisce un totale di quasi 1 miliardo e mezzo di €!!!
Soldi che potevano essere risparmiati dalle imprese, e invece...
Perdona tutti questi numeri, ma ci tengo a farti capire, soprattutto nel caso tu sia un imprenditore, che nel corso del 2020 le aziende, sul TFR dei dipendenti che hanno trattenuto in casa, tra mancati benefici e maggiori costi hanno sborsato il 9,88% in più.
E quest'anno, a star fermi, andrà ancora peggio, perché, per effetto dell'inflazione, già il dato ufficiale di rivalutazione del TFR a Maggio è dell'1,57%.
Non è forse allora il caso di muoversi a far qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto fino ad oggi?
Parliamone assieme se ti va!