C'è poco da fare, da quest'area sempre più verrà la crescita economica del mondo intero.
Il baricentro si sta spostando e se, fino ad oggi, un portafoglio di investimento guardava per buona parte agli Stati Uniti, soprattutto nella sua composizione e allocazione azionaria, sempre più occorrerà dare spazio in futuro all'area asiatica.
Oggi allora non è pensabile non investire in Asia, il perché lo puoi anche comprendere leggendo questi 5 motivi.
1 - UN CENTRO DI POTERE POST-PANDEMIA
Alla luce delle riforme strutturali e della pazzesca crescita della classe media, sarebbe un grave errore ignorare oggi, in ambito finanziario, l'area asiatica.
Pensa che entro il 2030, si stima una classe media globale composta da 5,3 miliardi di persone.
2/3 di queste persone saranno asiatici, con Cina ed India che, da sole, rappresenteranno il 45% della popolazione mondiale di classe media.
L'aumento della ricchezza e il passaggio del livello di reddito della regione da basso a medio, trainerà i consumi interni presentando così interessanti opportunità agli investitori.
Con l'aumento del reddito, cresceranno di pari passo i risparmi e le spese verso beni e servizi discrezionali (tempo libero, lusso, sanità, prodotti finanziari e servizi educativi).
Un anno dopo il Covid-19, l'attività economica in tutta la regione asiatica è tornata in gran parte ai precedenti livelli, e l'Asia uscirà dalla crisi nettamente più forte e con una posizione più influente sulla scena mondiale.
2 - UNA REGIONE ANCORA POCO CONSIDERATA MA CON FORTI PROSPETTIVE DI CRESCITA
Si prevede che l'Asia emergente (Cina e India incluse) contribuirà a più della metà del PIL globale entro il 2045.
Numeri incredibili, che permetteranno presto a quest'area di raggiungere i dati economici dei paesi sviluppati.
Nonostante tutto questo, la regione è ancora molto soppesata negli indici azionari e obbligazionari mondiali.
Sebbene l'Asia emergente rappresenti oggi circa il 24% dell'economia e degli utili societari mondiali, essa contribuisce solamente al 10% dell'indice dei mercati azionari globali, e solamente al 3% dell'indice obbligazionario.
Ma i recenti accordi commerciali firmati nella regione, la migliore gestione della pandemia, e l'aumento della produttività, porteranno importanti benefici a chi investirà con un'ottica di medio-lungo periodo nell'area.
3 - LA SUPREMAZIA TECNOLOGICA
La Cina sta rapidamente avanzando sul fronte dell'innovazione tecnologica, e sta riducendo, al tempo stesso, il divario con gli Stati Uniti in termini di spesa per ricerca e sviluppo.
Il recente piano quinquennale cinese ha definito le ambizioni in termini di leadership tecnologica e di autosufficienza, concentrandosi sull'investimento in nuove infrastrutture e mantenendo al contempo un settore manifatturiero competitivo.
Al di fuori della Cina, paesi come India e Corea del Sud hanno dimostrato la loro superiorità in settori come la produzione di semiconduttori, big data, cloud computing, robotica e intelligenza artificiale.
Per gli investitori, questo nuovo ordine mondiale presenterà nuove sfide.
Servirà saper guardare lontano, allargare la ricerca oltre le aziende conosciute (e sempre più costose) della Silicon Valley, e allocare maggiori quote di capitale in aziende in rapida crescita attive in regioni calde, come appunto quella asiatica.
4 - ATTENZIONE VERSO L'AMBIENTE E LA TRANSIZIONE ENERGETICA
La quota cinese di energie rinnovabili, dall'inizio del secolo, è salita quasi ai livelli dei mercati sviluppati.
La "rivoluzione verde" è in corso e la Cina si è impegnata a diventare carbon neutral entro il 2060, con conseguenti importanti investimenti in infrastrutture di energia rinnovabile e miglioramenti tecnologici.
La Corea del Sud, con il suo nuovo Green Deal, prevede addirittura di anticipare la Cina di una decina d'anni.
Gli investimenti in materia stanno crescendo tantissimo nella regione.
5 - VALUTE SOTTOVALUTATE
Le valute asiatiche appaiono oggi straordinariamente convenienti.
Tra tutte spicca il renminbi cinese (RMB), sottovalutato, si stima, del 16% rispetto al dollaro USA.
Il mercato obbligazionario cinese potrebbe, di conseguenza, rappresentare una buona opportunità di investimento: è l'unico grande mercato nel quale si prevede un calo dei rendimenti obbligazionari nei prossimi anni e la riduzione dello spread rispetto
ai Treasury (titoli di Stato) americani dal livello attuale.
Con tutto questo, non intendo assolutamente dire che ci si deve buttare a capofitto in investimenti asiatici.
Ogni cosa deve infatti essere sempre ben ponderata e pesata all'interno di un congruo portafoglio d'investimento.
Certo che, come dice anche il titolo della notizia, non pensare all'Asia oggi nell'ambito degli investimenti finanziari sarebbe un errore imperdonabile.