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www.davideberto.it2024-10-11
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    Il modo in cui reagiamo durante i periodi di panico e di correzioni sui mercati finanziari decide il nostro destino di investimento.
    I fallimenti e i successi vengono solitamente realizzati nei mercati ribassisti.

    Queste parole evidenziano in modo chiaro quanto il mercato sia spesso sentimento ed emotività, e come la capacità dei grandi investitori sia quella di essere lucidi e attivi proprio nelle fasi complicate.
    E' proprio lì che si fa la differenza.

    Il nostro 2020 assomiglia al nostro 2000, al nostro 2008 o al 2011.
    Tutte fasi difficili che ci hanno fatto capire che per essere vincenti serve il 50% di COMPORTAMENTO, il 48% di STORIA, e solamente il 2% di FINANZA.
    Il mare, finché calmo, deve ricordarci queste nozioni.
    Quando arriverà la tempesta (insita nel tempo, come la volatilità nei mercati) sapremo come difenderci e come affrontarla.
    Ricordalo allora.

    Ti auguro una buona lettura!
  • 1 - DIVIDENDI ALLA RISCOSSA

    L'arrivo della primavera segna anche l'inizio della stagione dei dividendi a Piazza Affari, per la gioia dei cassettisti, ovvero di quei risparmiatori che guardano più allo stacco periodico del dividendo, piuttosto che all'andamento quotidiano del valore borsistico del titolo prescelto.
    Dopo un 2020 coi "remi in barca" sotto questo punto di vista, 34 delle 40 società che compongono il principale paniere di Borsa italiana, il FTSE MIB, elargiranno quest'anno dei rendimenti ai loro azionisti. 
    Le banche sono al momento escluse da tutto questo, poiché la BCE ha vietato loro di staccare utili, almeno fino al primo Ottobre.

    Trattando questo argomento, la parola chiave da conoscere è dividend yield, ovvero quanto pesa il dividendo rispetto al valore azionario del titolo. 
    Si calcola dividendo l'importo erogato e il prezzo di Borsa, e moltiplicando poi tale valore per 100.
    Da questo punto di vista, Piazza Affari si sta mettendo bene in luce nel 2021, con un dividend yield medio attorno al 3%.
    E' un dato di tutto rispetto, specialmente se pensiamo che Wall Street stacca la metà dei dividendi rispetto ai nostri, e questo nonostante la nostra Borsa abbia messo a segno un +11% da Gennaio, contro il +6% statunitense.
    Ti ricordo che al salire del prezzo dell'azione, il dividend yield in percentuale scende.

    Anche in quest'ambito, però, bisogna prestare attenzione agli specchietti per le allodole. 
    Vedendo, ad esempio, che Banca Generali ha un dividend yield superiore al 10%, si potrebbe avere la tentazione di acquistare il titoli pochi giorni prima dello stacco, pensando di portarsi a casa questo lauto bottino per poi rivendere l'azione dopo pochi giorni.
    Non è così, in quanto il prezzo di Borsa tiene conto dello stacco del dividendo, e scenderà di pari importo il giorno della sua erogazione. 
    Se una azione che vale 5 € stacca 1 € di dividendo, si troverà a quotarne 4.
    In finanza, ricorda, non esistono pasti gratis!

    Non è poi sempre detto che i dividendi elevati siano distribuiti dalle aziende più in salute. 
    Un buon investitore dovrebbe sempre partire da un'attenta analisi dei fondamentali dell'azienda prescelta, conscio che un lauto dividendo può rappresentare la ciliegina sulla torta, ma non può essere l'unico driver per la scelta di un titolo su cui puntare.
  • 2 - ATTENZIONE! CAMPO MINATO...

    Qual'è, a tuo avviso, il più grande ed il più liquido mercato mondiale?
    Quello dei cambi valutari, of course!
    L'avresti mai detto?
    Si tratta però anche del mercato più imprevedibile, pure per gli operatori professionali, considerando le oscillazioni repentine e le quotazioni spesso lontane dai reali valori delle economie sottostanti. 
    Un sentiero irto di ostacoli allora, che non è certo consigliabile percorrere in solitaria per l'investitore fai da te.

    Questo vale specialmente se si parla di valute dei paesi emergenti
    Mettendo in portafoglio titoli obbligazionari di paesi stranieri, è forte e quantomai concreto il rischio di veder andare in fumo gli allettanti rendimenti offerti dalle cedole.
    Le potenziali oscillazioni della valuta di riferimento possono arrivare ad annullarne i benefici, e oltre.
    Le fluttuazioni dei cambi sono, infatti, la cartina di tornasole dello stato di salute di un paese, fra rischi politici ed economici.
    L'ultimo crollo è stato quello della lira turca, affossatasi nelle scorse settimane di oltre il 10% dopo l'ennesimo cambio al vertice della banca centrale da parte di Erdogan, con i tassi di rendimento dei titoli di stato che superano il 20%. 
    Vere e proprie montagne russe, in cui è altissima la probabilità di farsi del male.
    Non solo Turchia.
    Oggi sono diversi i titoli di debito che, attraverso il degrado del loro rating, riflettono possibili situazioni fallimentari.
    Pensa che nel 2020, 6 Paesi non sono stati in grado di onorare i loro debiti.
    Ecuador e (ancora) Argentina tra loro.

    Nonostante ciò, sono all'ordine del giorno le pubblicità di banche che offrono obbligazioni in valute estere come soluzione apparentemente perfetta e indolore a tassi di interesse che, nei paesi più sviluppati e politicamente stabili, rasentano da anni lo zero. 
    Intere pagine pubblicitarie che campeggiano su riviste di settore, come Il Sole 24 Ore, dove però in piccolo, leggendo ben bene, si può trovare scritto "state per acquistare un prodotto che non è semplice e può essere di difficile comprensione".
    Attenzione allora!

    Oltre all'acquisto diretto di bond esteri, si può però prendere posizione sulle valute in modo più diversificato attraverso fondi ed ETF, i quali non sempre (e non esplicitamente) proteggono dal rischio cambio. 
    Rischio che, per essere obiettivi, non dev'essere sempre inteso in senso negativo: è infatti possibile anche guadagnare nella compravendita di valute estere e titoli in esse espressi ma, come avrai capito, è necessario essere molto competenti e tempestivi per muoversi in questo mercato. 
    Ecco quindi che, per cogliere al meglio le opportunità dei cambi valutari, è sempre opportuno agire attraverso strumenti diversificati e professionali, quali sono proprio fondi ed ETF, valutando col proprio Consulente Finanziario se è opportuno esporsi al rischio di cambio, oppure se è il caso di acquistarli nella versione hedged - cioè coperta da tale rischio/opportunità.
    In quest'ultimo caso la quotazione rifletterà solamente l'andamento di mercato dei titoli sottostanti, e non risentirà delle fluttuazioni inerenti al cambio valutario. 

    Gli strumenti, come vedi, ci sono, e sono per tutti i gusti.
    Affidarsi a un bravo Consulente per inserirli al meglio nel portafoglio d'investimento è la cosa più saggia da fare.
  • 3 - L'IMPORTANZA DELLA PERFORMANCE REPUTAZIONALE

    Nei giorni scorsi leggevo che Amazon, nell'anno del Covid, ha visto aumentare le sue vendite del 37%, i posti di lavoro del 63% e la sua capitalizzazione di Borsa quasi del 60%.
    Nonostante questi ottimi dati, la sua performance reputazionale è stata ben diversa: è scesa infatti al 92esimo posto, perdendo circa 40 posizioni, nel Global RepTrak 100, la classifica delle top 100 aziende per reputazione globale.
    Una classifica guidata, anche quest'anno, da Lego, seguita da Rolex e Ferrari.
    Un calo ancora più significativo quello di Amazon, se si pensa che, fino a 5 anni fa, la società fondata da Jeff Bezos era stabilmente fra il 20esimo e il 25esimo posto.
    E il calo fa pensare, soprattutto perché è controcorrente rispetto al boom dell'e-commerce registrato nell'anno della pandemia, con in testa proprio Amazon, e all'ascesa diffusa nell'indice globale RepTrak delle aziende hi-tech.
    Evidentemente le notizie relative ai comportamenti aziendali nei confronti dei diritti dei lavoratori non favoriscono la fiducia dei clienti.

    The RepTrak Company è una società internazionale che studia e monitora la reputazione delle imprese, analizzando i dati di oltre 2.000 aziende con fatturato globale superiore ai 2 miliardi di $, e di oltre 68.000 interviste raccolte nelle 15 maggiori economie mondiali.
    La classifica che annualmente realizza, riserva molti spunti di riflessione in merito ai macrotrend sociali, oltre che economici.
    Spunti che possono provenire anche dall'assenza, apparentemente paradossale, di protagonisti del nostro tempo.
    Uno su tutti Facebook.
    Il numero 1 assoluto dei social network, che nel solo 3° trimestre 2020 ha aumentato il suo fatturato del 20% e gli utenti attivi del 12% a 1,82 miliardi, e che negli ultimi 12 mesi ha quasi raddoppiato il suo valore in Borsa.
    Ebbene, l'azienda fondata da Mark Zuckerberg non ce l'ha fatta a classificarsi fra i primi 100 di RepTrak.
    Così come Amazon, rischia di uscire definitivamente dai radar se non investe nella revisione delle proprie policy sulle risorse umane
    Facebook sconta ancora lo scandalo Cambridge Analytica e la sfiducia conseguente sull'utilizzo dei dati personali.

    Sono queste le tracce che rimangono profondamente, anche considerando la sensibilità verso i temi ESG (ambiente, sociale e governance) dei maggiori utilizzatori di social come Facebook o Instagram.
    E qui veniamo a un punto importante: nel rapporto di RepTrak, la top 10 cambia molto secondo le fasce d'età.
    Chi ha fra i 18 e i 25 anni (generazione Z) colloca infatti ai primi tre posti Netflix, Spotify e Nike, con Nintendo al quarto posto.
    I Millennials (26-40 anni), preferiscono invece Microsoft, Lego e Bosch.
    La Generazione X (41-55 anni) Lego, Harley-Davidson e Rolex.
    I Boomers (56-64), infine, Lego, Ferrari e Harley.

    Se le generazioni "digitali" hanno più fiducia nelle aziende tech, queste sono invece pressoché assenti nelle preferenze delle generazioni successive.
    Viene però da chiedersi: perché reputazioni percepite come poco lusinghiere non spingono all'abbandono del prodotto, o del servizio, offerto dal quella stessa azienda?
    Facebook ha perso qualcosa nel seguito fra i più giovani, che si sono per lo più trasferiti su Instagram (comprata a suo tempo dalla stessa Facebook, che ora è nel mirino dell'Antitrust).
    Amazon non ha subito contraccolpi, anzi.
    Non ci sono abbandoni significativi probabilmente perché mancano oggi reali alternative sul mercato.
    E tutto questo dovrebbe far riflettere le aziende sul valore di un asset intangibile come la reputazione, alla quale, per forza di cose, bisogna dedicare investimenti e attenzione nel lungo periodo.
  • 4 - CONOSCI LE POLIZZE KEY-MAN?

    Come ben saprai, il tessuto economico italiano è composto per lo più da piccole e medie aziende, spesso a conduzione familiare. 
    Proprio per questo, sono le persone, ed il bagaglio di conoscenze che portano con sé, ad essere sovente il vero capitale societario.
    Come si può allora tutelare il capitale umano, determinante per la crescita e la continuità aziendale?
    Lo strumento esiste, e si chiama polizza Key-Man (e Key-Woman, diciamolo).
    Si tratta di una soluzione assicurativa tanto utile quanto sconosciuta agli imprenditori, ma anche (e questo è molto grave!...) ai professionisti del settore. 
    Approfondiamone assieme le caratteristiche e i vantaggi principali.

    La polizza Key Man vede l'azienda sia come contrante che come beneficiario, mentre chi riveste il ruolo chiave è l'assicurato, e in tal senso deve dare il proprio benestare all'operazione, anche se su questa figura non gravano né obblighi né costi. 
    Ci possono essere diverse coperture, che vanno dalla "classica" caso morte, fino alla tutela per invalidità permanente o malattie gravi.
    Inoltre, se la persona che viene a mancare detiene anche importanti quote aziendali, si può disciplinare anche la questione relativa alla liquidazione della quota agli eredi. 

    > Come scegliere l'importo da assicurare? 
    Anche se la normativa non prevede limiti, va sempre tenuto conto del principio di congruità, ovvero va scelto un indennizzo che sia coerente con la rilevanza della figura aziendale e con le possibili conseguenze derivanti dalla sua improvvisa mancanza. 
    Nelle società di persone solitamente l'importo coincide con la quota societaria, mentre in contesti più strutturati, come le società di capitali, si parte dai 300/500 mila € per arrivare anche a diversi milioni. 

    > Ci sono vantaggi fiscali?
    E' doveroso ricordare che l'aspetto fiscale non deve rappresentare la spinta principale alla sottoscrizione di queste polizze, che vanno pianificate sulla base della loro reale utilità.
    In diverse occasioni l'Agenzia delle Entrate ha contestato la totale deducibilità dei premi, ma le sentenze hanno per lo più confermato che quanto pagato per l'accensione di polizze Key Man sono esborsi coerenti con le necessità aziendali di protezione, e quindi deducibili.
    Le eventuali somme erogate sono invece da considerarsi come reddito positivo, e vanno pertanto sottoposte a tassazione.

    In conclusione, questa tipologia di polizza va pensata come una sorta di ponte.
    Un ponte che possa supportare l'azienda, e consentirle l'attraversamento delle fasi cruciali in cui vengono meno le figure fondamentali del business.
    Momenti in cui l'operatività aziendale può subire un rallentamento o, nei casi peggiori, anche uno stop completo.
    La perdita di una persona chiave può comportare infatti il blocco operativo fino alla sostituzione del ruolo, lacune nel know-how, l'impossibilità di prendere decisioni strategiche, il rallentamento della produzione con conseguente mancanza di liquidità.
    Fasi magari improbabili, ma comunque possibili, le cui conseguenze finanziarie possono essere eliminate grazie ad una accurata pianificazione, anche di tipo assicurativo. 
  • 5 - TUTTE LE SORPRESE DEL GLOBAL INNOVATION INDEX

    Se ti dico "innovazione", a quali paesi ti viene da pensare? 
    Scommetto che il primo paese a cui ti viene da pensare è quello degli Stati Uniti d'America, forse anche alla Cina. 
    Ho invece una sorpresa per te: 7 dei 10 paesi più innovativi al mondo sono europei, con Svizzera e Svezia sui gradini più alti del podio, davanti agli USA, "solo" terzi.
    Una misurazione annuale, raccolta nel Global Innovation Index, che porta alla ribalta il Vecchio Continente, sovente rappresentato nell'immaginario comune come lento e arretrato. 
    Grazie a questa classifica, possiamo allora riscoprire l'Europa come culla di innumerevoli aziende veramente trasformative.
    E i 1.800 miliardi messi sul piatto dal Recovery Fund non potranno che dare ulteriore spinta a queste realtà, visto che l'obiettivo di rilancio dell'economia europea passa necessariamente attraverso l'implementazione di soluzioni green, digitali e resilienti. 

    Ma cos'è realmente l'innovazione?
    Negli ultimi anni questa parola è stata spesso associata alle big tech made in USA, mentre in Europa non abbiamo dei "giganti" in questo campo.
    Scienza e ingegneristica sono però gli elementi chiave per la creazione di nuovi prodotti e servizi, per migliorare quelli esistenti, per aumentare la produttività aziendale e la soddisfazione dei clienti.
    E in questo, noi europei siamo in prima linea. 
    Ci sono 5 settori, in particolare, in cui aziende innovative hanno il potenziale per risolvere le sfide globali. Vediamoli assieme.

    - DATA & PROCESSING.
    Dati accessibili e potenza/rapidità nella loro elaborazione sono i fattori chiave per lo sviluppo globale.
    L'Europa vanta alcuni primari player nell'industria dei microchip, sempre più utilizzati anche in settori non direttamente collegati all'elaborazione dei dati.
    Nei veicoli elettrici ce ne sono 5 volte di più rispetto alle auto tradizionali.
    I produttori come Tesla ottengono molta visibilità mediatica, ma sotto al cofano sono cruciali i semiconduttori, molti dei quali sono prodotti da aziende europee come la tedesca Infineon Technologies.

    - TRASPORTI.
    Attualmente il trasporto pubblico è caduto un pò in disuso a causa della pandemia, ma col ritorno alla normalità sarà sempre più pressante la necessità di utilizzare modalità meno inquinanti per spostarsi. 
    Le app di trasporti condivisi, o di prenotazione viaggi, avranno un ruolo importante da giocarsi in tal senso, soprattutto nel semplificare tragitti complessi che verrebbero altrimenti svolti in aereo.
    L'inglese Trainline, piattaforma nr. 1 per vendite digitali in UK, rappresenta un esempio chiave di innovazione, diventando sempre più popolare e garantendole una scalabilità senza precedenti, oltre ad avere il monopolio del mercato di riferimento. 

    - SCIENZE DEI MATERIALI.
    L'abbandono dei prodotti a base di petrolio sarà una parte importante del raggiungimento di un futuro più ecologico.
    La norvegese Borregaard gestisce una raffineria avanzata che usa il legno come materia prima per fornire prodotti poi usati nell'edilizia e nel tessile. 

    - TECNOLOGIA MEDICA E SANITA'.
    Il focus negli ultimi 12 mesi è stato la creazione dei vaccini per il Covid-19.
    E' ora necessario implementarne la produzione su larga scala, e in Europa sono presenti diversi siti con capacità produttiva avanzata, tra i quali la svizzera Lonza Group, che sta producendo il vaccino Moderna.

    - INGEGNERIA.
    Riveste un ruolo fondamentale nella creazione di infrastrutture più sostenibili, come i cavi elettrici che collegano le fonti di energia rinnovabili alla rete, o i sistemi di automazione per i magazzini, che creano una logistica più efficiente.
    La norvegese Hexagon AB, specialista in misurazioni di precisione, sta sempre più sviluppando i suoi software e sensori per catturare scenari del mondo reale e convertirli in ambienti virtuali 3D, permettendo così migliori visioni di cantieri e infrastrutture.

    Le aziende citate non sono famose al pari delle big tech americane, ma possono darti una idea del fermento che c'è in Europa nel campo dell'innovazione legata alla sostenibilità. 
    Investire in singole aziende è alquanto complicato e rischioso.
    Meglio allora affidarsi alla gestione attiva delle migliori case di investimento, sempre e costantemente sul pezzo, per cogliere le più importanti opportunità che questi diversi ambiti possono offrire oggi agli investitori.
  • 6 - ANALISI DELLA TRUFFA MADOFF

    Se 15 giorni fa ti ho parlato della più grande truffa finanziaria mai orchestrata da un singolo negli Stati Uniti d'America, oggi ti voglio spiegare come Bernie Madoff riuscì nel suo criminale intento.

    Il caso Madoff si presta a svariate considerazioni.
    Madoff orchestrò il tutto in assenza di scrupoli ed emotività: truffò infatti parenti, amici, associazioni di beneficienza.
    Insomma, chiunque.
    Il suo fu un bluff tutto sommato credibile, visto che sulle cifre investite offriva ritorni attorno al 10-12% l'anno.
    Non sparava pertanto rendimenti assurdi, e poteva vantare un track record privo di ribassi e volatilità.
    Verosimilmente, in assenza della grande crisi finanziaria del 2008, e delle conseguenti massicce richieste di riscatto da parte degli investitori impauriti, la sua macchinazione si sarebbe potuta perpetrare ancora per anni. 
    Invece quella crisi decretò la fine del castello fatto di nulla degli investimenti Madoff.

    Ricorda che il tutto iniziò nel 1991.
    I regolatori del mercato finanziario americano ignorarono le diverse richieste di chiarimento e le segnalazioni inviate nel corso degli anni, in merito all'anomalo andamento dell'hedge fund gestito da Madoff.
    Nessuna volatilità e nessun ribasso.
    Mai nel tempo.

    Perché sappilo e ricordalo per il futuro: non c'è investimento redditizio senza rischio e senza volatilità.
    Non sarà bello da sentirselo dire, ma così è.
    Se vuoi imbatterti in guadagni privi di rischi ... sicuramente ti imbatterai in una truffa.
    Perché ci sarà sempre qualche piccolo Madoff che ti offrirà questo, nella speranza di poterti spennare.
    Se ti preoccupi e stai male quando vedi un -5% in borsa o nei tuoi investimenti, un -10 o anche un -20%... dammi retta, non investire!
    Sta piuttosto liquido e perdi in potere d'acquisto a causa dell'inflazione, ma sta lontano dal mondo degli investimenti finanziari!

    Ancora, Madoff riuscì ad orchestrare la sua gigantesca truffa senza l'ausilio di pubblicità.
    Perché non si faceva mai intervistare e non comprava spazi pubblicitari sui giornali, non teneva webinar e non si vantava della sua ricchezza e delle sue capacità.
    Madoff giocava sull'esclusività.
    Cercava inizialmente di rigettare i suoi potenziali clienti per far crescere in loro il desiderio, sempre più alto, di poter entrare un giorno nel suo esclusivo club.
    Madoff giocava sul passaparola in circoli riservati, e il suo "prodotto" si vendeva praticamente da solo.

    E' importante allora cercare sempre la trasparenza.
    Cercare persone, professionisti che fanno ciò che dicono.
    Va in profondità, non farti ingannare dalle apparenze!
    Bernie Madoff teneva nascosti i risultati dei suoi investimenti, e li svelava solo alle persone interessate dopo averle, in partenza, rifiutate.
    Pensa che era soprannominato a Wall Street "l'obbligazione ebrea", per la puntualità con la quale rimborsava i suoi creditori.

    In questa analisi, cerca allora di comprendere che cosa fa parte del mondo reale, scartando invece immediatamente le promesse impossibili.
    Perché, quando sembra troppo bello per essere vero ... è troppo bello per essere vero!
  • 7 - MAXI SCANDALO NEL MONDO DELLE CRIPTOVALUTE

    Nella mia 7Nin7M di Venerdì 19 Febbraio, ho voluto parlarti del Bitcoin (notizia 7 - Sale la febbre).
    Venerdì 19 Marzo (sempre all'interno della notizia numero 7) è stata invece la volta di Amazon Coin ed E-Yuan.
    Innegabilmente le criptovalute sono il tema del momento.
    Anche fin troppo direi...

    Quando se ne parla troppo, e si scatena di conseguenza l'effetto gregge, c'è il concreto rischio che certe scelte diventino dei boomerang poco piacevoli per quegli investitori che, attratti dal canto delle sirene, si buttano a capofitto sulla gallina di turno dalle uova d'oro. 
    Come ci ha ricordato anche Warren Buffett nel suo recente meeting annuale, bisogna sempre fare attenzione a non confondere l'investimento con il gioco d'azzardo.
    Sembra facile poter far soldi con un semplice click dal proprio computer...

    Invece poi apriamo il giornale e troviamo notizie come questa: "Turchia, maxi truffa nel mondo delle criptovalute".
    Quasi 400.000 investitori coinvolti che non riescono più ad accedere alla piattaforma online, per oltre 2 miliardi di $ che non si sa ancora bene che fine abbiano fatto.
    L'exchange incriminato è Thodex, bombardato di reclami da parte degli utenti che, tutto d'un tratto, non sono più riusciti ad accedere ai loro cripto-investimenti.
    Da qui è partita un'indagine che ha portato all'arresto di ben 62 persone. 
    Il fondatore di Thodex, che nel frattempo ha lasciato in aereo il paese sembra verso la Thailandia, ha negato le accuse attraverso un post su Twitter, affermando che la società è stata presa di mira da una campagna diffamatoria, e che la sospensione del trading è stata fatta in maniera precauzionale a seguito di un presunto attacco informatico.
     
    E' ancora presto per sapere quale sia la verità e, soprattutto, se i soldi degli investitori si potranno in qualche modo recuperare.
    Ma questa vicenda, ancora una volta, ci ricorda che non bisogna dare per scontato che tutto andrà sempre liscio.
    Non dobbiamo pensare che siano questi accadimenti lontani da noi, o che noi non saremmo mai così sprovveduti da investire su una piattaforma di trading turca.
    Con la globalizzazione in atto, e grazie all'enorme diffusione di internet, siamo ormai tutti interconnessi, e un semplice click può portarci molto lontano, specie se ci addentriamo in mondi ancora poco conosciuti come quelli delle valute virtuali.

    S E M P R E - I N - G U A R D I A  allora ! ! ! 
  • Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a leggere una recente intervista fatta da un giornalista al fondatore di Technogym, Nerio Alessandri.
    Con piacere allora, in chiusura di questa mia 7Nin7M, condivido con te le sue parole:

    "Il motore di tutto sono la fame, lo spirito di sacrificio, la differenza fra immaginare il futuro e provare a costruirlo.
    Bisogna avere voglia di cambiare e di rimettersi in discussione, lo spirito di voler ripartire ogni giorno da zero.
    Se una cosa ha successo significa che è obsoleta.
    Il successo è un pessimo consigliere.
    I cambiamenti arrivano e ti spazzano via se non sei pronto ad adattarti.
    Se vuoi cambiare le cose, devi prima di tutto essere in grado di raccontarle a quanta più gente possibile".

    Ti auguro un sereno fine settimana.
    Un caro saluto,

    Davide