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www.davideberto.it2024-10-11
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    E' un periodo molto particolare quello che stiamo vivendo.
    Lo è sotto tanti punti di vista.
    A distanza di un anno e più dallo scoppio della Pandemia siamo ancora qui a combattere contro i mulini a vento, con un paese intero sull'orlo di una crisi di nervi.
    Ho sentito dire che vorrebbero assegnare a medici e infermieri italiani il Nobel per la Pace.
    Credo che avrebbero preferito cose diverse.
    Avrebbero preferito non essere costretti a morire per mancanza di strumenti di protezione e informazioni.
    Avrebbero preferito non essere trasformati in eroi.
    Loro, molto semplicemente, stavano (e stanno) facendo il loro lavoro.
    Un paese che ha bisogno di eroi è un paese in forte difficoltà.

    Il nostro è un paese in forte difficoltà anche dal punto di vista degli investimenti e delle competenze finanziarie.
    In un mondo in cui tutto accelera alla velocità della luce, dal punto di vista degli investimenti bisogna davvero fare tanta attenzione.
    Per questo voglio raccontarti una breve storia: "Un uomo con i soldi incontra un uomo con l'esperienza. L'uomo con l'esperienza se ne va con i soldi, mentre l'uomo con i soldi se ne va con l'esperienza".
    Questa è la verità sui mercati e sugli investimenti.
    L'esperienza tende ad essere un insegnante brutale, ma è solo attraverso l'esperienza che impariamo come costruire ricchezza con successo a lungo termine.

    Il più grande errore che gli investitori commettono è credere che ciò che è accaduto nel recente passato probabilmente persisterà.
    Presumono che qualcosa che è stato un buon investimento nel recente passato, sia ancora un buon investimento.
    In genere, i rendimenti passati elevati implicano semplicemente che un asset è diventato più costoso e l'investimento più povero, non certo migliore.
    Ecco perché ogni grande investitore nella storia, in forme diverse, ha una semplice ma fondamentale regola di investimento di base in comune: non perdere soldi.
    Il motivo è semplice: perdi il tuo capitale?
    Sei fuori dal gioco!
    Molti giovani investitori acquisteranno alla fine molta esperienza cedendo la maggior parte dei loro soldi a coloro che hanno esperienza.
    E' una delle più antiche storie di Wall Street.
    Presta attenzione.

    Ti auguro una buona lettura!
  • 1 - LA MORTE DI HOUDINI E IL CONCETTO DI RISCHIO

    Il 31 Ottobre 1926 si spegneva Harry Houdini, leggendario illusionista ed escapologo, entrato nell'immaginario collettivo come l'uomo dalle fughe impossibili.
    Il suo nome è ancor oggi sinonimo di magia, di imprese incredibili, per la sua abilità di scappare da ogni costrizione.
    Il pericolo era il suo pane quotidiano, abile ad uscire da bauli di legno chiusi con dei lucchetti, da celle di una prigione dopo esservi stato rinchiuso con tre paia di manette ai polsi e due alle caviglie.

    Houdini, alla fine dei suoi show, era solito invitare sul palco l'uomo più forzuto presente tra il pubblico per farsi colpire nello stomaco con tutta la sua forza, rimanendo impassibile.
    Nell'Ottobre del 1926 si trova a Montreal, quando uno studente universitario, con fare di sfida, gli chiese, tra le altre cose, "E' vero che i pugni nello stomaco non ti fanno alcun male?".
    A seguito di queste parole, gli sferrò una scarica di pugni nello stomaco dai quali Houdini fu preso di sorpresa, inerme e senza la possibilità di assumere una posizione di difesa.
    Non stava contraendo i muscoli addominali.
    Non stava trattenendo il fiato.
    Non era pronto a ricevere quei pugni.

    Quella stessa sera l'illusionista aveva uno spettacolo che portò a termine in preda a fortissimi dolori.
    Pensando di poterli sopportare, si recò in ospedale solamente 2 giorni dopo, in preda alla febbre a 39°: i medici gli riscontrarono un'appendicite acuta che doveva immediatamente essere operata.
    Houdini rifiutò però l'operazione, perché lo aspettava una performance a Detroit.
    Quello sarebbe stato il suo ultimo spettacolo...
    Con la febbre a 40° svenne numerose volte durante lo show.
    Fu rianimato e continuò, in sprezzo di dolore e pericolo.
    Al termine dell'esibizione fu portato d'urgenza all'ospedale, dove morì di peritonite.

    Il pericolo era il pane quotidiano di Houdini.
    Durante le sue imprese riusciva sempre a sopravvivere e ad uscirne indenne perché, grazie ad anni di pratica ed esperienza, sapeva a cosa stava andando incontro.
    L'unica cosa per cui non era pronto... lo uccise.

    Tutto questo dimostra, ancora una volta, che il rischio è una componente ineliminabile nella vita di tutti noi, e quindi anche nell'ambito degli investimenti.
    Il rischio è ciò che non si vede e non si conosce.
    Com'è possibile prevedere qualcosa che non si conosce?
    Come poteva immaginare Houdini che dei pugni allo stomaco gli sarebbero stati fatali, con tutti quelli che era abituato a prendere al termine delle sue performance?

    Cercare di avere il controllo e prevedere tutti gli eventi del futuro è cosa impossibile.
    Perché, che ci piaccia o no, siamo giocati dal caso e viviamo in una condizione di incertezza.
    Al punto che, se volessimo ridurre all'osso la definizione della condizione umana, potremmo dire che l'esistenza è una successione di decisioni dall'esito incerto.
    Accettare questa incertezza, non significa che sia meglio prendere decisioni completamente a caso, o non prendere affatto decisioni, abbandonandosi pertanto al fatalismo.

    Semplicemente, significa accettare che su alcuni eventi non abbiamo il controllo.
    Ciò su cui possiamo, però, avere il controllo, è l'ottimizzazione del processo decisionale, per migliorare comunque i risultati, pur sapendo di non poterli prevedere al 100%.
    Nel mio mondo, quello degli investimenti, tutto questo si traduce nella definizione di una strategia di pianificazione finanziaria che massimizzi le probabilità di prosperare a prescindere dagli eventi casuali che dovremo affrontare.
    Una strategia che tragga, dalla condizione d'incertezza, certamente più vantaggi che svantaggi, e che, possibilmente, funzioni in qualunque scenario economico e in qualunque condizione di mercato.
    Una strategia, per concludere, che faccia dormire sonni tranquilli, a prescindere da quanti pugni nello stomaco i mercati finanziari abbiano in serbo per noi.
  • 2 - PAC: LE DOMANDE PIU' FREQUENTI

    Nella mia precedente 7Nin7M ti ho spiegato tutti i vantaggi dei PAC (Piani di Accumulo del Capitale).
    Strumento, a mio avviso, principe della pianificazione finanziaria.
    Ti avevo promesso, quest'oggi, di dare risposta alle domande più frequenti che, in questi anni, mi sono sentito rivolgere dai clienti (o potenziali tali) in fase di spiegazione dei PAC stessi.
    Ci sei? Partiamo!

    Quando è il momento migliore per avviare un PAC?
    Un vecchio adagio pubblicitario del caffè Lavazza, quello con Nino Manfredi testimonial (era il lontano 1987), recitava che ogni momento è quello giusto per bere un buon caffè.
    Ricordi? E' Lavazza, più lo mandi giù e più ti tira su!...
    E' così anche per i PAC: ogni momento è quello buono per partire con un progetto di pianificazione finanziaria, l'importante è aver bene in testa l'obiettivo finale e il tempo a disposizione per raggiungerlo.

    Che cosa succede se, lungo il percorso, cambiano gli obiettivi di investimento?
    I PAC sono molto flessibili e offrono, per loro natura, diverse possibilità, come ad esempio: variare la frequenza dei versamenti, effettuare dei versamenti aggiuntivi (preferibilmente quando i mercati offrono le migliori opportunità di ingresso) che riducono la vita residua del piano purché per ammontare multipli di una singola rata.

    Cosa si può fare in caso di imprevisti o sopraggiunte necessità finanziarie?
    Niente paura!
    E' sempre possibile interrompere i versamenti futuri revocando il rid collegato al proprio conto, così come liquidare senza commissione alcuna, totalmente o parzialmente, l'investimento in essere.
    Nel giro di pochi giorni l'importo liquidato sarà disponibile nel proprio conto.

    Come si comporta il piano nei momenti di volatilità dei mercati?
    Grazie alla mediazione del prezzo di acquisto delle quote, il PAC consente un'ottima gestione della volatilità nel medio/lungo periodo.
    E' proprio nei momenti di più elevata volatilità che sarebbe, anzi, opportuno effettuare dei versamenti aggiuntivi nel piano.
    Dev'essere bravo il Consulente, in questo, a far capire la cosa al cliente supportandolo lungo il percorso.

    Che rischi comparta investire nei PAC?
    Con il PAC si investono somme contenute con una cadenza periodica.
    Il prezzo di acquisto delle quote varia, di conseguenza, di volta in volta a seconda del momento di mercato.
    Capiterà allora di acquistare a dei prezzi più o meno alti.
    In generale, quando i mercati sono molto positivi e in assenza di volatilità, il PAC potrà sottoperformare rispetto all'investimento singolo in un'unica soluzione.
    Il PAC non elimina totalmente i rischi connessi con l'investimento nella soluzione oggetto del piano.
    Li riduce però di molto, e se il piano viene nel tempo rispettato dal cliente sottoscrittore, sarà molto difficile conseguire dei risultati non soddisfacenti.
  • 3 - RENDIMENTI E BASTA, O RENDIMENTI MA CON UN OCCHIO ALLA SOSTENIBILITA'?

    Ha preferenze per investimenti che considerano fattori ambientali, sociali e di governance?
    Questo recita una domanda all'interno della più completa profilatura Mifid oggi in Azimut.
    Chiaro e sempre più importante, è lo sguardo rivolto dal mio settore alla Sostenibilità e ai criteri di investimento ESG (Environmental, Social, Governance).
    Non ti nego che alcuni clienti rispondono alla domanda dicendomi "ci credo poco e in ogni caso preferisco ottenere dei buoni rendimenti, con o senza i criteri ESG".

    Il sentiero è tracciato e indietro non si torna.
    Tuttavia, nonostante la forte accelerazione impressa negli ultimi anni, anche in ambito finanziario, verso le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG appunto), la strada da percorrere è ancora lunga.
    Non bastano i proclami per rendere sostenibili gli investimenti e i portafogli dei clienti.
    Ci vuole, alla base, una corretta informazione, che può poi portare a una certa cultura dell'investimento sostenibile.
    E non sto parlando di un ecologismo solamente di facciata, quando il driver principale che guida e guiderà le scelte di investimento rimane sempre e solo la ricerca delle performance.

    Già.
    Purtroppo il mondo ESG è ancora solamente una petizione di principio.
    A performance positive, anche analizzando i titoli di Borsa Italiana, non si accoppiano sempre i massimi punteggi di sostenibilità.
    Anzi.
    A riprova che i rendimenti sono ancora le uniche ancore degli investitori, piccoli e grandi, e che la narrazione ESG rimane, almeno per il momento, solo una narrazione, appunto.

    Ad oggi, solamente le grandi aziende possono permettersi dei rendiconti non finanziari (comprensivi quindi di un'integrazione dei fattori ambientali, sociali e di buona governance in diverse aree dell'attività aziendale) quasi perfetti.
    Ecco allora che i Fondi sono costretti a ricercare valore in società con rating ESG anche piuttosto basso.
    E' il loro mestiere, d'altra parte.
    Poi, attraverso un confronto con i manager di queste aziende (engagement), provano ad estrarne valore.
    Le aziende quotate in Borsa non possono però più far finta di nulla, e sempre più in futuro dovranno fornire i loro dati benché esenti dalla dichiarazione non finanziaria.

    Il sistema ESG è allora ancor tutto da creare e da rodare.
    Sul lungo periodo la sostenibilità vincerà per forza, altrimenti dovremo trovare un nuovo pianeta verso cui migrare.
    Nel breve, almeno per ora, vincono soltanto le performance, indipendentemente da che azienda (e in che modo) siano state ottenute.
    Per il futuro, però, dà anche tu maggior importanza alla sostenibilità, anche in tema di investimenti finanziari.
    Ne va del futuro di tutti noi.
    Non credi?

    Anche perché:
    - i dati degli indici di Borsa degli ultimi anni mostrano che gli investimenti caratterizzati da rating ESG più elevati sono stati in grado di ottenere dei rendimenti superiori;
    - consentono di veicolare i risparmi verso un'economia sostenibile nel rispetto dell'ambiente della società;
    - permettono due tipi di performance: generare un rendimento nel tempo, ma anche contribuire al raggiungimento di importanti obiettivi climatici e di sostenibilità.
    Non lo dimenticare.
  • 4 - IL MANTRA DEL BUON WARREN

    Gli ultimi due anni non sono stati facili per Warren Buffet e per la sua Berkshire Hathaway.
    Warren e la sua società, hanno infatti performato peggio della Borsa americana sia nel corso dello splendido 2019 (+11% per Buffett, a fronte del +28% dell'indice azionario S&P500), sia nel corso del 2020 da poco concluso (+16% l'indice azionario USA, contro il +2,4% degli investimenti di Buffett).
    Numeri rari, a tal punto che c'è chi inizia a pensare che l'oracolo di Omaha, alla veneranda età di 90 anni (97 per il suo socio in affari Charlie Munger...), abbia perso il suo fiuto per gli investimenti.

    A sua parziale discolpa, va detto che gli ultimi anni sono stati piuttosto difficili per i titoli ciclici, i preferiti del buon Warren.
    L'ultimo biennio ha infatti visto trionfare i titoli azionari growth, ad alto potenziale di crescita, e i titoli legati alle energie rinnovabili finora un pò snobbati dal mitico investitore.
    Buffett è infatti considerato come il re del value investing, stile e strategia di investimento trasmessagli dal suo mentore, nonché grande economista, Benjamin Graham.
    Approccio basato sulla ricerca di opportunità nei titoli che appaiono sottovalutati dal mercato, e il cui prezzo non rispecchia i fondamentali.
    Oggi, al contrario, il mercato sembra disposto a pagare prezzi straordinari per azioni di società ad alto potenziale di crescita, quasi sempre operanti nei settori delle nuove frontiere tecnologiche, spingendone le quotazioni fino anche a 1.000 volte gli utili societari, come nel caso di Tesla.

    In questa prima parte del 2021 sembra però esserci il cambio di rotta.
    Si è verificata infatti, nei mercati finanziari, un'inversione tra i titoli value che stanno facendo molto meglio rispetto ai titoli rappresentativi di aziende growth.
    Le quotazioni della Berkshire stanno infatti prendendo slancio proprio da questo.
    Va comunque ricordato che due anni di sottoperformance non cancellano i risultati strabilianti raggiunti nel tempo.
    Dati alla mano, risulta infatti che chi avesse investito 100 $ in Berkshire Hathaway all'inizio del lontano 1965, a fine 2020 si sarebbe ritrovato con un capitale di 2.810 milioni di $.
    Gli stessi 100 $ investiti invece nell'indice azionario americano S&P500, sarebbero diventati 23.454 $.

    Ma chi veramente riesce a tenere saldi i propri investimenti, e le proprie convinzioni, per così tanto tempo?

    Buffett, in ogni caso, non sembra certo essere preoccupato dalle performance di breve periodo, e attraverso la sua famosa lettera annuale agli investitori, fornisce una ricetta (sempre di lungo termine nonostante la sua veneranda età...) per proteggere gli investimenti, in primo luogo da noi stessi, e poi dalla volatilità dei mercati.
    "Bisogna lasciare che il tempo faccia il suo lavoro, non farsi disorientare dalla confusione, diversificare, movimentare poco il portafoglio d'investimento e ridurre i costi dove possibile".
    Buffett, infine, è sempre solito confermare il suo vecchio motto che lo porta a puntare sui titoli e sulle aziende americane: "Never bet against America" (mai puntare contro l'America).

    Lunga vita caro Warren!!!
  • 5 - NON E' TUTTO DIAMANTE CIO' CHE BRILLA

    Se mi conosci (o mi segui) da un pò di tempo, già saprai che per me la diversificazione è la base di un solido piano di investimento del risparmio e del patrimonio in essere.
    Oggi voglio approfondire questo concetto, raccontandoti della vicenda dei diamanti da investimento.
    Sapevi che c'è stato un periodo, nemmeno troppo lontano, in cui le primarie banche italiane hanno massivamente proposto questo tipo di investimento?
    Potrebbero aver contattato anche te!
    Nel 2016-2017, infatti, Unicredit, Banca Popolare di Milano, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, strinsero accordi commerciali con le due società che detenevano il monopolio del mercato mondiale dei diamanti da investimento.
    22.000 clienti portarono così a casa la loro luccicante pietra preziosa, rassicurati dal fatto che avrebbero sempre potuto rivenderla alla stessa società collocatrice, e cullati dalla considerazione che negli ultimi 60 anni questa tipologia di investimento aveva sempre incrementato il proprio valore, anche in periodi di crisi e crolli delle borse.

    In questo business le banche si ponevano, ufficialmente, come mere segnalatrici di clienti, estraniandosi poi dal processo commerciale di proposizione e vendita.
    Non è stato dello stesso avviso l'Antitrust, che nell'autunno del 2017 ha sanzionato gli istituti di credito per le pratiche commerciali, ritenute scorrette, messe in atto nell'affare diamanti.
    Pur riconoscendo che la trattativa veniva condotta senza il diretto coinvolgimento della Banca, non si è potuto fare a meno di rilevare che il tutto avveniva comunque all'interno delle filiali bancarie, e sempre nelle filiali i clienti venivano preventivamente avvicinati dagli impiegati che consegnavano loro le brochure ed il materiale promozionale. 
    Innegabile, quindi, che i 22.000 acquirenti di diamanti non si fossero avvicinati di loro spontanea volontà a questo mondo di nicchia, poco conosciuto e molto poco liquido
    A complicare le cose è poi anche intervenuto il fallimento della Intermarket Diamond Business, una delle due società monopoliste del settore, proposta al tempo da Unicredit e Banca Popolare di Milano ai propri clienti.

    Ciò ha causato un'ingente perdita di valore e di possibilità di rivendita agli ignari investitori, che credevano di avere tra le mani un tesoretto inattaccabile e sempre convertibile in denaro sonante.
    Da qui, nasce la condanna al pagamento di una sanzione da 12milioni di € complessivi, ripartiti tra le 4 banche "colpevoli", ridotta poi del 30% nel Marzo di quest'anno. 
    L'iter giudiziario non è ancora terminato: gli istituti di credito non ci stanno a dover pagare una multa che risulta essere il doppio di quella comminata alle società venditrici dei preziosi beni, e promettono ulteriori ricorsi. 

    Quale insegnamento possiamo allora trarre da questa vicenda?
    Sicuramente che è importante diversificare con criterio, affidandosi in particolare ad ETF o Fondi, che amministrano con professionalità e competenza le somme affidate. 
    Acquistare invece singoli titoli, o singole asset class come in questo caso, non significa affatto diversificare correttamente.
    Può esporre anzi a rischi molto, molto elevati.
    L'importante è averne sempre consapevolezza.
  • 6 - CALA IL SIPARIO SULLA PIU' GRANDE TRAGEDIA CHE ABBIA MAI COLPITO WALL STREET

    Nel concludere la mia precedente 7Nin7M, ti ho voluto ricordare della morte, Mercoledì 14 Aprile, di quello che è stato probabilmente il più grande truffatore della storia: Bernie Madoff.
    La sua scomparsa fa calare il sipario sulla grande tragedia di Wall Street: il crollo del 2008 innescato dal fallimento della Lehman Brothers, che fece emergere una serie di gravi patologie del capitalismo finanziario americano.
    L'estrema spregiudicatezza nell'assumere rischi enormi, e l'inadeguatezza del controllo, lasciarono spazio a personaggi senza scrupoli, fino ad arrivare alla maxi-truffa di Madoff, divenuta il tragico simbolo di un'era di eccessi e avidità.

    Il finanziere, morto all'età di 82 anni in un carcere del North Carolina, stava scontando una condanna a 150 anni di detenzione.
    La sua gigantesca truffa, stimata inizialmente in un buco di 65 miliardi di $, scoperta quando il crollo di Wall Street gli fece improvvisamente mancare la liquidità necessaria per sostenerla, fu costruita con pazienza certosina e un incredibile lavoro artigianale da parte di Madoff, che riportava tutto a mano su registri cartacei, senza lasciare tracce in reti informatiche.

    Per molto tempo Bernie non ebbe problemi a tenere in piedi il suo circo, grazie alla reputazione da ex presidente del Nasdaq e uomo molto noto nell'ambiente di Wall Street, unita alla sua abilità di falsario, alla cieca fiducia di ricchissimi investitori nelle sue capacità finanziarie, e anche alla cecità dei controllori.
    Garantiva a tutti i suoi clienti profitti annui compresi tra il 10 e il 12%.
    Cifre alte ma abbastanza credibili, e rimborsava puntualmente chi liquidava gli investimenti.
    Evitava i sospetti definendoli semplici maldicenze di concorrenti invidiosi.
    Tra i suoi clienti, non solo ricchi privati americani, svizzeri, mediorientali e sudamericani, ma anche prestigiosi fondi d'investimento americani, accecati dalla promessa di succulenti profitti in assenza di volatilità.
    Tra le banche italiane, UniCredit e il Banco Popolare caddero nella truffa.

    Una sera di Dicembre del 2008, Madoff, non più in grado di controllare il gioco messo in piedi negli anni, confessò ai figli che la potente finanziaria di famiglia (la Bernard L.Madoff Investment Securities LLC, fondata nel 1960) era, in realtà, solamente un immenso castello fatto di carte.
    Una scatola vuota che si basava unicamente sul gigantesco "schema Ponzi".
    I figli lo denunciarono la mattina seguente, anche per evitare di essere incriminati come complici, e fu subito arrestato.
    Era l'11 Dicembre: l'inizio della grande tragedia finanziaria che in un attimo gettò nella povertà migliaia di ricchi borghesi che persero tutto il loro patrimonio.
    Molti anche la casa.
    Il giudice che successivamente lo condannò, gli comunicò con una certa enfasi la data del suo rilascio nel 2137, quando avrebbe avuto 201 anni...
    Il fratello Peter fu condannato a 10 anni, la moglie Ruth, invece, non fu mai incriminata, così come i 3 figli, che vissero però tra angoscia, rimorsi e l'odio dei tanti truffati mandati in rovina.
    Il figlio maggiore si suicidò nel 2010, mentre l'altro figlio Andrew morì di cancro a 48 anni nel 2014.

    Quello di Madoff è stato lo scandalo più grave nei 75 anni di storia della SEC, l'ente di vigilanza della borsa americana (in Italia abbiamo la Consob a vigilare).
    Un fallimento che ha scosso profondamente l'ente stesso.
    Tra 15 giorni ti spiegherò come riuscì, Bernie Madoff, a truffare un numero così grande di persone.
    Che cosa tendenzialmente spinge gli investitori a cadere in queste truffe finanziarie, anche a causa del classico "effetto gregge".
    Perché ricorda: nel gregge ci sono persone irrazionali ma anche razionali.
    In molti sanno infatti di appartenere a un gregge, ma sono anche certi di poterne entrare ed uscire a piacimento, magari addirittura di guidarlo quel gregge, sempre al momento giusto, guadagnandoci.

    Ad oggi manca ancora il nuovo Ponzi, o il nuovo Madoff.
    Ma fidati, è solo questione di tempo se continuerà la politica dello struzzo dei regolatori e dei politici.
    Intanto, in Turchia, una piattaforma di scambio di criptovalute, la Thodex, è stata di recente accusata di aver frodato gli investitori.
    La truffa avrebbe coinvolto 391.000 investitori per un valore stimato di 2 miliardi di $ di investimenti.
    Anche di questo tratterò allora nel prossimo numero della mia 7Nin7M.
  • 7 - ZOOM: QUELLA VERA E QUELLA "FALSA"

    Sulla scia della fama conquistata nell'ultimo anno dall'App Zoom (ne parlai anch'io, a suo tempo, nella mia 7Nin7M del 24 Aprile dello scorso anno), molti investitori sono corsi in massa a comprare il titolo azionario dell'azienda ... finendo però per comprare il titolo di una società cinese di componentistica per cellulari dal nome simile: Zoom Technologies (con identificativo ZTNO).
    Il titolo Zoom corretto, quello relativo all'App per telecomunicazioni, ha invece come codice identificativo ZM. 
    In 3 mesi, la quotazione della società cinese "sbagliata" è salita del +1.813%, mentre, nello stesso arco di tempo, il titolo dell'azienda "corretta" ha guadagnato "appena" il 92%.
    Quando è venuto alla luce l'errore fatto da molti investitori, si è ovviamente scatenato il fuggi-fuggi dal titolo azionario sbagliato, facendo così cadere a picco il prezzo del titolo Zoom made in Cina.

    Questo aneddoto deve allora ricordarci che investire (forse ancor di più in tecnologia) è una cosa seria: lo si deve fare sulla base di modelli di business aziendali solidi, e su corrette valutazioni fondamentali.
    Investire alla cieca, seguendo le mode o i "sentito dire", espone a rischi, invece di farci cogliere le opportunità secolari legate (non solo) al settore tecnologico.
  • Tra 15 giorni, nella mia prossima 7Nin7M, ti parlerò, tra le altre cose, del terreno minato del mercato dei cambi valutari, ti racconterò delle polizze Key-Man molto utili alle imprese, e analizzeremo assieme la costruzione del metodo Madoff.

    Da qui al 14 Maggio i contenuti però non mancheranno da parte mia.
    Stanne pure certo!
    (Sembra quasi una minaccia...)

    Ti auguro un sereno fine settimana!
    Un caro saluto.

    Davide