Un dato più di tutti gli altri (peraltro drammatici come i contagi, le vittime, i danni all'economia) sintetizza bene questo 2020 finanziario: nella seconda settimana di Dicembre,
Zoom, società che gestisce una piattaforma per le videoconferenze,
aveva un valore di mercato di circa 120 miliardi di $, uguale a quello delle sei compagnie aeree più grandi del globo per passeggeri trasportati (Southwest Airlines, Delta, Ryanair, Air China, United e China Southern).
E' il frutto di una nuova equazione che ha trasformato (almeno in parte) il mondo del lavoro e stravolto quello dei trasporti: più il coronavirus si espande, più aumentano le restrizioni agli spostamenti, più le aziende riducono il rischio
del contagio trasferendo, se possibile, le attività sulle piattaforme per lo smart working, e meno poltrone in business class a bordo degli aerei si riempiono.
Il 2020 è stato l'anno di Zoom, Microsoft Teams, Google Meet, Cisco Webex.
Tutte sigle diventate famose soprattutto a partire da Marzo, ma destinate a restarlo per un bel pò.
O forse per sempre...
Se 21 giorni sono considerati come sufficienti perché un soggetto possa sviluppare una nuova abitudine, ecco che il modo di vivere e lavorare introdotto nel 2020 proseguirà anche oltre.
Motivo per cui, una delle vittime più illustri di tutto questo saranno proprio i ricavi delle aviolinee.
Nel 2108 la spesa mondiale per i viaggi d'affari ha sfondato i 1.400 miliardi di $.
Il 21 e più % del totale del settore.
Per vettori come Lufthansa, prima del coronavirus, questi viaggi rappresentavano il 50% dei ricavi complessivi.
Ci si aspetta ora un calo strutturale dei viaggi per affari, con stime che vanno dal -20 addirittura al -50%, teorizzato da Bill Gates, rispetto ai livelli pre coronavirus.
Un pezzo di componente corporate però tornerà.
I viaggi business nazionali riprenderanno prima di quelli internazionali, perché costano di meno e non sono esposti alle restrizioni tra i vari paesi.
In generale però, le aziende hanno capito che si può risparmiare eliminando o riducendo le trasferte, e investendo nella tecnologia per il lavoro a distanza.
Le incertezze dovute al Covid-19 sono ancora molte, ma una cosa è emersa con chiarezza: il lavoro è cambiato per sempre.
La pandemia ha accentuato alcuni trend già avviati in precedenza, come la digitalizzazione e il lavoro a distanza.
Ma non è nemmeno vero che il lavoro si svolgerà tutto in remoto.
Abbiamo infatti ancora e sempre il bisogno di incontrarci per collaborare, per creare e confrontarci.
Anche per rafforzare i nostri legami.
L'approccio migliore sarà allora all'insegna della flessibilità, con un trionfo del modello di organizzazione ibrido.
Un recente sondaggio interno ad Alphabet, la società che comprende Google, ha rivelato che la maggior parte degli impiegati vorrebbe sì, prima o poi, tornare in ufficio, ma non tutti i giorni.
JPMorgan ha un piano per consentire ai 61 mila dipendenti di lavorare da casa una o due settimane al mese, oppure due giorni a settimana a seconda del settore.
Le persone che lavoreranno da casa potrebbero essere tre, quattro volte quelli che già facevano smart working in precedenza.
Questo comporterebbe meno utilizzo dei mezzi pubblici, meno spesa nei locali (bar, ristoranti, negozi) nei dintorni degli uffici, meno persone alla ricerca di case da acquistare (o affittare) nei paraggi.
Se lavorare in ufficio o anche a centinaia di chilometri di distanza non fa più differenza, ecco che verrebbe meno tutto l'indotto dei pendolari.
Qualche avvisaglia in tal senso c'è già.
Dopo che diverse società nell'ambito tecnologico hanno annunciato che i loro dipendenti lavoreranno a lungo in smart work, i prezzi delle abitazioni sono calati.
In alcuni casi anche sensibilmente.
A Novembre, l'affitto di un bilocale nelle due città più costose d'America, San Francisco e New York, è calato rispettivamente del 22 e del 17% sullo stesso mese di un anno prima.
Nella Grande Mela a fine Settembre c'erano oltre 15 mila appartamenti non più affittati, il dato più alto di sempre.
Ovviamente non tutti, per le attività che svolgono, possono lavorare da casa.
Si tratta di circa metà della forza lavoro, e si tratta di persone che hanno impieghi che richiedono collaborazione, presenza fisica, utilizzo delle macchine.
Lo smart working dipenderà anche dal contesto territoriale.
L'attività finanziaria, ad esempio, rappresenta una fetta importante dell'economia britannica.
Questo, potenzialmente, potrebbe rendere l'Inghilterra uno dei paesi con il tasso di lavoro a distanza più elevato del mondo.
Secondo un recente sondaggio, svolto intervistando i responsabili di 800 aziende sparse nel mondo e operative in tutti i settori, emerge che il 38% dei capi si aspetta di vedere i sottoposti in smart working due o più giorni ogni settimana.
Benvenuti allora nella "Zoom economy"!
La nuova economia sempre più fondata sul digitale e sulla tecnologia.