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www.davideberto.it2024-07-27
  • Non mi era mai successo...
    Non mi era mai successo prima di vivere una crisi come quella petrolifera degli anni settanta.
    Non mi era mai successo prima di vivere una crisi come quella della bolla dei titoli tecnologici.
    Non mi era mai successo prima di vivere un crollo di Borsa come quello causato dall'11 Settembre 2001 in seguito al crollo delle Torri Gemelle.
    Non mi era mai successo prima di vivere una crisi come quella causata dai mutui subprime nel 2008.
    Nemmeno la crisi del debito sovrano del 2011 mi era mai successa prima.
    Ed ora, a nessuno era mai successo prima di vivere un lockdown con le attuali conseguenze economico-finanziarie della pandemia da Covid-19.

    Non mi era mai successo... è la frequente motivazione con cui l'investitore spaventato, inesperto e prudente, giustifica la propria uscita dai mercati finanziari durante i più violenti periodi di discesa, per trovare poi "consolazione" nel conto corrente, e dire che mai più nella sua vita metterà piede in Borsa.
    Nessuno ama confrontarsi con situazioni mai provate prima, che producono inevitabilmente ansia, preoccupazione, e che diventano presto emotivamente ingovernabili.
    Per questo, in un simile contesto, la cosa più naturale è farsi dominare dall'istinto, che dice di "liberarsi dal male" prima di perdere tutto.

    Ogni crisi è, per certi versi, unica e irripetibile.
    Ma il punto è un altro: ciò che non è mai successo a chi investe è già successo mille volte al mercato.
    Il mercato è caduto, s'é fatto male, a volte é pure rimasto a terra per un bel pò.
    Ma poi, anche nei momenti peggiori, é sempre riuscito a trovare insospettabili risorse, ed é ripartito.
    Chiaro il passaggio?
    Il problema è che quest'ultima parte tendiamo a dimenticarcela.
    Il Toro (mercato rialzista) che ha vita lunga si scorda, mentre i segni dell'Orso (mercato ribassista) rimangono indelebili anche se le sue apparizioni sono fugaci.
    La differenza tra chi vince e chi perde negli investimenti finanziari é tutta qui: vedere la storia dei mercati nel loro complesso, o farsi suggestionare solo da una parte di essa.
    Queste cose vanno spiegate e rispiegate, sempre con trasparenza, onestà intellettuale e dati alla mano.
    Capirle non risolve la vita.
    Ma certamente ne migliora una parte.

    Ti auguro una buona lettura!
  • 1 - NESSUNA ALTERNATIVA ALL'INVESTIMENTO: 3 MOTIVI

    Il contesto economico, sociale e demografico verso il quale stiamo andando, richiede un ripensamento delle abitudini e la precisa consapevolezza che non cambiare può essere finanziariamente letale.
    Essere dei risparmiatori non basta più.
    Occorre diventare investitori, e ti spiego il perché.

    La logica del risparmio implica che il denaro dorma, sia disoccupato, non lavori per te.
    Al contrario, la logica dell'investimento è liberatoria perché solleva dallo sforzo di fare tutto da soli, trasferendo al mercato il compito di assolvere alla sua funzione, quella di remunerare nel tempo il denaro.
    Gli italiani detengono oggi in forma liquida, non investita, oltre 1.600 miliardi di euro, pari a più del 75% del nostro PIL.
    Perché i risparmiatori sono ancora così numerosi?
    Per un motivo molto semplice: il risparmio è l'area di comfort che meglio conosciamo e che non vogliamo abbandonare.
    Uscirne spaventa.
    Il risparmio è uno scudo a protezione delle paure.
    Risparmiare è faticoso, costa sacrificio, è il risultato di una scelta impegnativa: rinunciare ad un consumo immediato, a beneficio di un consumo futuro.
    Il pensiero che questo sforzo, questa fatica possa essere messa a repentaglio dalle oscillazioni dei mercati finanziari, e magari da una di quelle fasi di turbolenza alle quali periodicamente assistiamo, spinge all'inerzia e al rifiuto di ogni variabile di incertezza.
    Al contrario, si tende spesso a pensare che investire faccia rima con pericolo, con speculazione, con l'impotenza che ci si sente di avere davanti ad eventi ingovernabili.
    Se anche tu sei convinto di questo, ti devo dire che questa percezione è distorta e che la realtà è un'altra.
    Per almeno 3 motivi non c'è alternativa all'investimento.

    1. Che cosa dovresti temere? 
    Il vero pericolo è stare fuori dai mercati perdendo certamente potere d'acquisto con il passare degli anni.
    I risparmi immobilizzati in strumenti infruttiferi perdono valore nel tempo in modo costante solo per effetto dell'inflazione.
    Per fare un esempio, considerando la media degli ultimi 20 anni dell'indice dei prezzi al consumo (1,7%), 10 mila euro depositati nel 2000 su un conto corrente varrebbero oggi 7.138 euro, quindi circa il 30% in meno (2.862 euro in termini assoluti).
    Senza considerare poi la crescente incidenza dei costi bancari.
    Lasciare i propri risparmi fermi sul conto corrente equivale inoltre a perdere una bella fetta dei rendimenti offerti dai mercati, che nel lungo periodo pagano sempre, ricordalo.
    La vera speculazione è scommettere invece su un sistema di welfare che in futuro possa essere generoso con te, quando tutti i segnali vanno nella direzione contraria.
    La vera impotenza sarà dover rinunciare a progetti e sogni che sarebbero stati ampiamente realizzabili, se solo ti fossi fermato a riflettere e a pianificare determinate scelte.

    2. Il tempo è il tuo più grande alleato, la variabile più importante.
    Se eviti il rischio specifico (scommettere cioè in singoli titoli, emittenti, settori o aree geografiche) e rispetti gli orizzonti temporali che la statistica finanziaria suggerisce, non c'è di che temere.
    Il tempo trasforma una scommessa in investimento, calma le intemperanze di cui i mercati sono improvvisamente capaci, e restituisce un premio per il rischio con una sorprendente regolarità.

    3. Metodo e disciplina possono annoiare, ma premiano.
    Pensa al denaro che hai accumulato fino ad oggi e a dove si trova.
    Pensa a come si confonda con ciò che guadagni con il tuo lavoro.
    Pensa ora invece di trasformare con sistematicità e persistenza una parte di quel reddito in un mattoncino del tuo patrimonio futuro.
    Ogni mese puoi contribuire a costruire un pezzo dei tuoi progetti, avvicinandoti passo dopo passo alla meta.
    Avere costanza e metodo non è semplice, annoia anche se vogliamo, ma quanto valore ha?

    Sono certo che condividerai, in fondo, queste mie considerazioni.
    Sono certo che tu sia il primo ad essere convinto che il tuo sforzo di parsimonia meriti di più di ciò che hai finora ottenuto.
    E sono certo che tu diventerai presto un investitore.
    Si tratta di passare all'azione, e su questo (se ancora non sei un mio cliente) non vedo l'ora di darti una mano.
  • 2 - NON INCAPPARE IN QUESTO ERRORE

    Una volta costruito, il proprio portafoglio di investimento va guardato e monitorato il meno possibile!
    Ripeto spesso e volentieri questo mantra ai miei clienti, motivandolo perlopiù da ragioni di tipo comportamentale.
    Osservare frequentemente l'andamento dei propri investimenti è, ad esempio, una tipica rappresentazione di short term bias: focalizza pertanto l'attenzione sul breve periodo, allontanando il focus dai reali obiettivi da raggiungere con la pianificazione grazie al lungo termine.
    Secondo recenti studi della società di consulenza americana Dalbar, negli ultimi vent'anni i fondi comuni di investimento azionari hanno fatto registrare un rendimento medio annuo dell'8%.
    L'investitore ha ottenuto invece solo il 4%.
    Perché questo?
    Perché il 54% degli investitori in fondi azionari rimane investito per meno di 2 anni, travolto anche dall'eccessiva disponibilità di informazioni che lo disorientano e lo spingono verso operazioni di breve termine su soluzioni d'investimento pensate invece per il lungo periodo.

    L'abitudine di guardare troppo spesso l'andamento del portafoglio non è però dannosa solo per motivi comportamentali, ma anche per delle ragioni strettamente quantitative.
    Esistono infatti dei principi matematici che, se conosciuti e rispettati, aumentano la consapevolezza e incentivano i comportamenti virtuosi allontanando invece quelli nocivi.
    Tali principi sono riconducibili alle caratteristiche proprie della cosiddetta distribuzione gaussiana.
    La distribuzione gaussiana è quella teoria che spiega la probabilità degli esiti quando, ad esempio, lanciamo due dadi.
    Statisticamente, se questo semplice esercizio viene svolto per un numero sufficientemente ampio di volte, sulla base di questa teoria sappiamo che la somma dei due si concentrerà attorno al valore medio dei risultati (tra 6 e 7), mentre con minor frequenza usciranno risultati estremi (2 e 12).
    Allo stesso modo, se prendiamo una popolazione abbastanza rilevante di persone la cui altezza media è di 170 cm, siamo in grado di affermare che la maggior parte di esse avrà una statura prossima a questo valore.
    Senz'altro ci saranno persone molto basse o molto alte, ma la loro presenza sarà via via inferiore spingendosi verso gli estremi.
    Questo dipenderà dalla volatilità, da quanto cioè i valori oscillano attorno al valore medio: tanto più essa è elevata, tanto più è possibile trovarsi sulle "code" alle estremità.
    In generale, dunque, la distribuzione gaussiana afferma che, partendo da una adeguata popolazione di dati, il maggior numero di rilevazioni si addenserà attorno al valore medio.
    E più aumenta l'intensità del dato (in positivo o in negativo), minore sarà la sua frequenza.
    Tornando al monitoraggio del portafoglio di investimento, alcuni studi hanno portato a delle probabilità di osservare dei rendimenti positivi dell'indice azionario americano S&P500, rispetto a un determinato orizzonte temporale (OT).
    Con OT di 1 giorno, la probabilità di vedere un rendimento positivo dell'indice è pari al 52%.
    Con OT di 1 mese, tale probabilità si attesta al 58%, che aumenterebbe al 63,5% a 3 mesi, e al 76% a 1 anno di OT.
    A 3 anni, la probabilità di vedere il segno "+" si attesterebbe all'89%, per salire ulteriormente al 94% a 5 anni, e addirittura al 98,65% con un orizzonte temporale di 10 anni.
    Insomma, più frequentemente tendiamo a guardare il nostro portafoglio, più è probabile che l'esito in termini di performance sia negativo, più ci esponiamo all'emotività e a tutte quelle distorsioni comportamentali che subentrano soprattutto nei momenti più infausti.
    Non solo: se consideriamo che, per la nostra mente, vedere una perdita fa molto più male di quanto faccia bene un guadagno di pari entità, capiamo che lo scenario si fa ancora più estremo.
    Possiamo in generale dire che più è accentuata la volatilità, più il rispetto del tempo sarà premiante.
    Il rispetto, quindi, dell'orizzonte temporale stabilito in partenza, aumenta la probabilità di ottenere risultati in linea con le aspettative, trovandosi di conseguenza in uno stato di serenità, tranquillità e sicurezza, evitando di incorrere in pericolose trappole mentali.
    Perché, come detto più volte, il tempo è il sonnifero della volatilità.
  • 3 - GESTIONE ATTIVA O GESTIONE PASSIVA?

    Le oscillazioni dei mercati finanziari, come accaduto in questi mesi, sono linfa vitale per il gestore attivo, che si propone di creare "alfa" (valore aggiunto) a favore dei clienti investitori, attraverso un'efficace attività di selezione dei titoli da inserire e togliere dal portafoglio del Fondo Comune in gestione, cercando di cogliere il momento giusto per comprare ai minimi e vendere ai massimi.
    Ricorda: affidare i propri risparmi a un gestore professionista è sempre un'opzione da caldeggiare, soprattutto in tempi di turbolenze finanziarie.
    L'alternativa ai tradizionali fondi comuni, strumenti gestiti appunto in maniera attiva da società e operatori abilitati, è offerta dagli Etf (acronimo di Exchange traded funds), strumenti passivi di investimento che replicano alla perfezione il paniere di titoli sottostante.

    Per dare l'idea della differenza filosofica dei due strumenti di investimento, ipotizziamo di valutare l'ipotesi di investimento nel mercato azionario cinese con un'ottica di medio-lungo periodo.
    - L'opzione 1 è quella di sottoscrivere le quote di un fondo comune ad hoc, specializzato appunto nella Borsa del colosso asiatico.
    Il team di gestione del fondo valuterà con attenzione quante e quali azioni comprare e vendere, in base all'andamento del mercato nel suo complesso, e dei singoli titoli azionari rappresentativi di aziende, in modo da massimizzare il rendimento a seconda delle valutazioni fatte.
    La scommessa è semplice ma complicata allo stesso tempo: battere il benchmark di riferimento, ossia il paniere rappresentativo dell'intero mercato.
    Questo non è semplice da fare, soprattutto su lunghi periodi, e identificare i fondi attivi in grado di sovraperformare a lungo termine l'indice di riferimento necessita di robuste competenze.
    Questo è il valore aggiunto del gestore, che saprà attrarre ulteriori investimenti futuri proprio in base alla sua capacità di generare ottime performance nel tempo.
    - L'opzione 2 prevede invece l'investimento in un Etf, il cui gioco è chiaro da subito: se si sottoscrivono infatti le quote di un Etf legato all'andamento del mercato azionario cinese, ho la garanzia che il prodotto in questione replicherà esattamente l'andamento del paniere sottostante.
    Né più, né meno, sottratti ovviamente i costi dell'Etf stesso.
    Potrò dire allora di aver investito i miei soldi in Borsa, ma non potrò usufruire dell'abilità di un gestore (si spera) in grado di farmi guadagnare più del mercato di riferimento, o di farmi perdere meno del mercato stesso.
    Gli Etf sono compratori quando tutti comprano, e venditori quando tutti vendono.
    Per questo amplificano le oscillazioni di mercato e non possono mai andare controcorrente, come invece possono fare i gestori attivi.

    Una variabile che può condizionare la scelta è certamente data dai costi delle due diverse soluzioni di investimento.
    Le commissioni (costi di gestione) applicate da un fondo comune a gestione attiva sono, per forza di cose, maggiori di quelle applicate da un Etf.
    Si paga infatti il costante lavoro di analisi e ricerca svolto dal team di gestione del fondo, che quotidianamente valuta e decide che titoli eventualmente vendere e dismettere dal motore del fondo stesso, e quali titoli invece acquistare ed inserire in portafoglio.
    L'Etf, al contrario, replica la composizione di un indice in maniera assolutamente passiva, senza la necessità di un particolare lavoro di analisi e studio dietro le quinte.

    Meglio allora costruire la propria pianificazione finanziaria servendosi di Fondi Comuni o di Etf?
    Meglio affidarsi a un Professionista serio e competente, che saprà probabilmente far buon uso di entrambi gli strumenti nel raggiungimento degli obiettivi di vita dei propri clienti!
  • 4 - TI GARANTISCO CON FORME DI GRANA E DI PARMIGIANO

    Un mutuo sul formaggio per pianificare una nuova fase di crescita ed espansione.
    Così, con un finanziamento da 27,5 milioni di euro, l'azienda casearia bresciana Ambrosi getta le basi per il suo futuro sviluppo estero, grazie a 120 mila forme di Grana Padano e Parmigiano Reggiano date in garanzia alla banca erogatrice dell'operazione.
    Seppure in un momento delicato per l'economia e per i consumi, la casearia lombarda, un colosso da 400 milioni di ricavi consolidati, ha deciso di investire nella costruzione di un centro destinato alla stagionatura dei formaggi, che si aggiungeranno alle 700 mila forme che già produce ogni anno.
    Questo piano, in cantiere da tempo, prende ora il via grazie a un finanziamento dal profilo nuovo, organizzato da Banco BPM, che in qualità di capofila ha raccolto attorno a sé Cassa Depositi e Prestiti, Mediocredito Centrale e Deutsche Bank.
    Un'operazione innovativa che vede appunto a garanzia delle linee di credito le classiche forme di Grana e Parmigiano valorizzate sul mercato tra i 550 e i 740 euro l'una.
    A ragione, a detta dell'azienda, asset ben più liquidi di un classico immobile.
    Il prestito, privo di garanzie statali, avrà una scadenza a cinque anni e un tasso variabile, e servirà a incrementare l'attività di stagionatura a sostegno di una continua crescita del gruppo Ambrosi.
    Un gruppo già presente in Germania, il mercato più forte dopo quello italiano, e con posizioni di rilievo anche negli USA, in Francia e in Gran Bretagna, zone servite da tre filiali dirette.
    Una forma di Grana si fa in un giorno, ma bisogna poi attendere quasi due anni per poterla vendere.

    Oggi, la crescita e l'espansione in nuovi mercati di un'azienda può passare dunque anche da operazioni di finanza innovativa e straordinaria come quella pianificata dall'azienda bresciana e dagli istituti partner.
    Sempre più, superata l'emergenza di breve, molti imprenditori saranno portati a fare importanti ragionamenti, per garantire un futuro sostenibile alla loro impresa e ai suoi dipendenti.
  • 5 - ACQUA ... IN BORSA

    Irrinunciabile, insostituibile, sempre più scarsa.
    E' l'acqua la commodity (materia prima) probabilmente più preziosa oggi.
    E presto, come l'oro e il petrolio, avrà una sua quotazione di mercato influenzata dalle leggi della domanda e dell'offerta, ma potenzialmente (forse inevitabilmente) anche da manovre di speculazione finanziaria.
    E' stato creato dunque il primo future al mondo sull'acqua.
    Il future è quel contratto finanziario con il quale si acquistano titoli o merci ad un prezzo fissato subito, ma con consegna e pagamento posticipato a una certa scadenza futura.
    Da tempo comunque esistono fondi comuni di investimento azionari specializzati in aziende operative nell'ambito dei servi idrici, come il Pictet Water ad esempio, fondo con una storicità di addirittura 15 anni.
    Il contratto future debutterà in Borsa in questo quarto trimestre dell'anno, e impiegherà come sottostante il Nasdaq Veles California Water Index, che rispecchia a sua volta il prezzo dei diritti sull'acqua in California.
    Un mercato potenziale da 1,1 miliardi di dollari, sotto i riflettori in questo periodo per i devastanti incendi, provocati anche dalla siccità, che imperversano in gran parte dello Stato americano.
    Lo strumento finanziario, per ora limitato ai soli Stati Uniti, potrebbe però presto diventare un riferimento di portata globale, considerando che, si stima, il 47% della popolazione mondiale vivrà nel 2030 in aree afflitte da gravi problemi idrici.
    Proprio in merito a questa fondamentale commodity, sei a conoscenza che solo lo 0,25% dell'acqua mondiale è oggi utilizzabile?
    Mentre le risorse di acqua dolce non variano in maniera significativa, la richiesta di acqua è in forte aumento a causa della rapida crescita della popolazione, del maggior benessere e dell'urbanizzazione, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
  • 6 - IL GATTO E LA VOLPE DEI NOSTRI GIORNI

    Credo tu conosca la storia di Pinocchio.
    Conoscerai allora anche la storia nella storia del Gatto e la Volpe, i truffatori per eccellenza.
    Quelli capaci di portare l'ingenuo e impreparato Pinocchio a sotterrare le sue monete nel Campo dei Miracoli, dove sarebbe cresciuto un albero pieno di Zecchini d'Oro che lo avrebbe fatto diventare ricco.
    Oggi il Gatto e la Volpe dell'epoca hanno nomi diversi, esotici, legati anche alla tecnologia e al digitale.
    Hanno estensioni e ramificazioni in tutto il mondo.
    Sono loro a raccontare ai risparmiatori la favola, mai abbastanza ricordata, del Campo dei Miracoli, pur di far sparire le monete del malcapitato Pinocchio di turno.
    Eppure sarebbe semplice.

    La Consob ha dedicato un sito alle truffe finanziarie e a come evitarle:
    http://www.consob.it/web/area-pubblica/occhio-alle-truffe
    Vige una semplice regola: se stai decidendo di operare con un intermediario finanziario, verifica prima di tutto che sia regolarmente autorizzato.
    Banche, sim, assicurazioni, consulenti finanziari, assicuratori, piattaforme di trading online...
    Ogni componente di queste categorie ha un albo ufficiale in cui dovrebbe essere regolarmente registrato.
    Se regolarmente autorizzato, tale autorizzazione tutela, in caso di contenzioso, l'investitore.
    Se non trovi il tuo intermediario finanziario nell'elenco di pertinenza, fatti qualche domanda.
    Se non lo trovi non è autorizzato.
    Se non è autorizzato, perché rischiare i propri risparmi?
    Se invece pensi di essere più furbo, e di guadagnare proprio perché quell'intermediario sarebbe fuori dalla legalità ... allora leggi le righe che seguono.

    Sono sempre i possibili facili guadagni la molla che fa scattare l'interesse del malcapitato di turno.
    Le azioni dei colossi tecnologici salgono da tempo senza sosta?
    Perché allora non tentare la fortuna per guadagnare tanto in poco tempo?
    Ma per farlo gli strumenti tradizionali di investimento non bastano più.
    Perché comprare delle azioni, o investire in fondi comuni di investimento, quando con dei prodotti a leva con importi limitati posso moltiplicare i potenziali guadagni?
    Ecco allora che si cercano piattaforme di trading sempre più spinte e specializzate.
    Ce ne sono alcune legalmente registrate, ma ce ne sono anche molte altre dalle quali è meglio stare alla larga.
    La loro unica caratteristica è quella di gettare in continuazione ami che l'ingordigia trasforma in pasti succulenti, così saporiti che sono in molti quelli che finiscono per abboccare.
    Lo schema adottato da queste piattaforme di trading sembra sempre lo stesso: lo Schema Ponzi.
    Le sue caratteristiche tipiche sono:
    - la promessa di guadagni elevati in poco tempo;
    - l'ottenimento dei guadagni stessi attraverso escamotage finanziari o investimenti di alta finanza documentati in modo poco chiaro;
    - l'offerta rivolta a un pubblico poco competente in materia finanziaria.
    Dopo che la persona è stata presa di mira, viene sollecitata ad investire.
    Telefonate, mail, messaggi sullo smartphone...
    Nulla viene lasciato al caso fino a che la persona non capitola e versa le sue prime somme di denaro sul conto tecnico dal quale verranno poi disposte le operazioni di compra-vendita (operazioni che nella stragrande maggioranza dei casi neanche esistono).
    A questo punto, per far sì che l'investitore sia sempre più ingolosito, sarà necessario farlo guadagnare un sacco.
    Il conto può crescere vertiginosamente.
    Le operazioni otterranno successo e i guadagni aumenteranno incredibilmente.
    Verrà allora voglia di aggiungere altro denaro per guadagnare sempre più.
    A quel punto però il banco salta.
    Si incappa nell'operazione sbagliata e si manda in rovina tutto ciò che si era costruito in precedenza.

    Tutto finito?
    No, perché arriverà altro denaro gentilmente offerto dai gestori della piattaforma.
    Una piccola iniezione di fiducia che intende evitare l'interruzione di quel flusso magico capace di far guadagnare tanto in poco tempo.
    E ci si rituffa a capofitto nel "gioco".
    Una volta entrati, un pò come per le sale slot, sarà sempre più difficile uscirne, e se ci si riesce, lo si farà ovviamente con le tasche vuote.
    Molte di queste strutture illegali attraggono anche i malcapitati a versare ulteriori soldi per ritirare le somme guadagnate (ma realmente sparite).
    Vuoi ritirare il guadagno? Versa allora l'importo corrispondente alle tasse da pagare!
    Nessuna realtà legalmente autorizzata chiederebbe mai di versare soldi per pagare le tasse sul guadagno.

    Conclusa così?
    Non proprio.
    Passa qualche settimana e il malcapitato viene contattato da qualcuno che gli garantisce di poter recuperare buona parte di quanto perso in precedenza.
    Ma chi è questo "qualcuno"?
    Ovviamente l'adescatore stesso che si presenta con una diversa modalità: chiedere soldi (che nuovamente spariranno) per recuperare gli altri già spariti.
    I frodati sono in balia di un mondo senza scrupoli, che approfitta bellamente della loro buonafede e ignoranza in materia, ma anche di uno stato psicologico labile che spesso impedisce loro di denunciare la frode subita alle autorità preposte, e di confessare la cosa alle persone vicine.

    Ora verrebbe naturale, per i più profani, pensare di demonizzare l'intero mondo del trading on line.
    Niente di più sbagliato.
    In questo specifico settore (che non è il mio settore), come in tanti altri del resto, ci sono molte società che operano correttamente, nel rispetto delle regole e delle norme.
    Il trading certamente non è per tutti, ma questo è diametralmente differente dal considerare di essere truffati da operatori e sistemi che non possiedono alcune crisma di legalità.
    Ho ritenuto opportuno parlarti di questo perché, in tutti gli aspetti della vita, credo che chi si informa vince.
    E vince anche contro chi fa di tutto per farci del male.
    Ricorda, consapevolezza e competenza sono sempre le regole di base per far sì che l'incontro con il Gatto e la Volpe di turno non ci porti a perdere le nostre cinque o più monete.
  • 7 - NUMERI E DATI DI UNA CRESCITA ESPONENZIALE

    Si tratta di un trend economico dall'importante e sicuro sviluppo futuro.
    Ma si tratta anche, i miei clienti lo sanno, di un settore su cui investire i propri risparmi con un'ottica di lungo periodo.
    Sto parlando della robotica e robot.
    Da inizio anno, nonostante il Covid e il conseguente lockdown globale, soluzioni di investimento focalizzate in questo importante ambito industriale sono state in grado di generare performance attorno anche al +20%.

    Alla fine del 2019, nelle fabbriche di tutto il mondo si contavano 2,7 milioni di automi.
    Il 12% in più rispetto all'anno precedente, con un aumento dell'85% dal 2014 secondo l'International Federation of Robotics di Francoforte.
    Dal 2010 i robot sono più che raddoppiati, e secondo alcune stime potrebbero diventare addirittura 20 milioni entro il 2030.
    A guidare l'avanzata di questa armata è la Cina, che nel 2019 ha installato 140mila automi, aumentando il proprio stock del 21% a 783mila unità.
    Già oggi, quasi un terzo dei robot nel mondo sono in Cina, saldamente alla guida del processo di automazione con, però, un paradosso: il paese produce meno di 1/3 dei robot industriali che utilizza, importandone il 71%.
    Il mercato degli utilizzatori è dominato dall'Asia, dove sono concentrati i 2/3 dei nuovi robot installati nel 2019.
    Dietro la Cina, il paese con lo stock più importante è oggi il Giappone con 355mila unità.
    In forte recupero l'India, che ha installato 26.300 robot lo scorso anno (più dell'intero stock del Regno Unito), raddoppiando in soli 5 anni la sua dotazione.
    Anche gli Stati Uniti importano gran parte dei robot che utilizzano (293mila a fine 2019, in aumento del 7%), soprattutto dal Giappone e dall'Europa, i produttori principali.
    In Europa i robot in funzione lo scorso anno erano 580mila (+7%), con la Germania a fare da locomotiva con 221mila unità, contro le 74mila dell'Italia e le 42mila della Francia.
    In Italia, le vendite di nuovi robot industriali sono aumentate lo scorso anno del 13%.
    In termini di "densità", vale a dire di automi installati ogni 10mila lavoratori, Singapore (918) e Corea del Sud (855) guidano la classifica, seguite a grande distanza da Giappone (364) e Germania (346).
    Nel nostro paese sono 212 i robot installati ogni 10mila lavoratori.

    L'automazione consente, tra le altre cose, di mantenere la produzione nelle economie sviluppate, o di riportarcela senza aumentare i costi.
    Si stima che tra il 2011 e il 2016, il costo di produzione di un robot sia diminuito dell'11%, mentre il costo del lavoro in Cina sia aumentato del 65% dal 2008 nel settore manifatturiero.
    L'automazione porta però con sé una problematica complessa: la distruzione di posti di lavoro.
    Anche grazie agli investimenti nel campo dell'intelligenza artificiale, l'industria dei robot sta già facendo nascere lavori altamente qualificati che prima non esistevano.
    Difficilmente, però, il numero di posti creati per assemblare robot potrà essere uguale a quello dei posti distrutti dal loro impiego nelle fabbriche e nei servizi.
    Oxford Economics calcola che per ogni automa installato, si perdano 1,6 posti di lavoro.
    Le conseguenze negative si concentrano su regioni a economia meno avanzata all'interno dei Paesi sviluppati, ancora dipendenti dalla manifattura, e sui lavoratori poco qualificati.

    Recentemente, leggendo il libro "L'investitore intelligente" di Benjamin Graham, risalente addirittura al 1949, ho letto che "è opinione diffusa che l'arte dell'investimento di successo risieda anzitutto nella scelta dei settori che hanno più probabilità di crescere in futuro, e successivamente nell'identificazione delle aziende più promettenti in quei settori". 
    Scegliere i settori è compito del (bravo) Consulente Finanziario, d'intesa con il cliente in base ai suoi obiettivi di investimento, alla propensione al rischio e all'orizzonte temporale.
    Scegliere invece le singole aziende è più compito, a monte, del team di gestione delle varie soluzioni di investimento.
    Certo è che ignorare oggi un trend così forte, e dalle chiare potenzialità future, sarebbe un grave errore.
    Non trovi?
  • Nel prossimo numero della mia 7 Notizie in 7 Minuti, in uscita Venerdì 23 Ottobre, ti parlerò, tra le altre cose, di uno Schema Ponzi assolutamente attuale che mette purtroppo le mani in tasca a tutti noi, e tratterò anche di aziende tecnologiche europee che, ahimè, faticano terribilmente a reggere il passo dei colossi americani e asiatici.

    Concludo augurandoti un sereno fine settimana.
    Un caro saluto,

    Davide