I 2/3 delle imprese italiane, come ben sai, sono a conduzione familiare e generalmente di piccola dimensione.
Queste imprese costituiscono da sempre la spina dorsale della nostra economia, e alcune di esse portano avanti i tipici "mestieri di una volta".
Però, per forza di cose, anche loro devono guardare al futuro, innovare e proiettarsi verso l'economia 2.0, grazie anche alla vetrina al mondo fornita oggi dall'e-commerce.
L'azienda che più di tutte, negli anni, è riuscita a fornire ad altre aziende questa vetrina digitale al mondo è Shopify, una vera e propria azienda per le aziende, attiva ormai da più di un decennio.
In questi anni Shopify ha assistito migliaia di aziende, più o meno piccole, a gettare le fondamenta della propria presenza online, aiutandole a sfruttare al massimo le potenzialità offerte da questo potente strumento.
Oggi Shopify è un colosso con sede a Ottawa, in Canada, ed il suo titolo azionario è quotato sia alla Borsa di Toronto, sia al NYSE di New York.
Fa impressione vedere il grafico dell'andamento del titolo dalla sua quotazione ad oggi!
Come molti altri business di successo nati dalla risoluzione di un problema, anche Tobias Lutke e Scott Lake, soci della prima ora, fondarono la loro creatura nel 2004 affrontando ostacoli in merito all'apertura del loro negozio online di
snowboard.
Certamente i due soci non potevano pensare che la loro passione per questo sport invernale li avrebbe portati a creare un colosso dell'e-commerce da miliardi di dollari.
All'epoca nessun software si dimostrava adatto e semplice da usare, per la creazione del loro negozio virtuale.
I due decisero così di progettare in proprio il loro sito di e-commerce partendo dalle basi.
La prima versione aveva un'interfaccia talmente semplice che anche un non addetto ai lavori avrebbe potuto usarla.
Successivamente i due decisero di rendere disponibile al pubblico il programma creato, più per il gusto di condivisione che per altro, all'interno di una community online.
Solo dopo qualche tempo si resero conto di aver creato qualcosa di veramente unico e utile a molti.
Cominciarono allora a ricevere commenti positivi da chi aveva cominciato ad usare il loro programma, e molti chiesero come fossero riusciti a creare qualcosa di simile.
Anche se la vendita delle loro tavole da snowboard si rivelò profittevole, Lutke e Lake capirono che aiutare le imprese a vendere online i loro prodotti aveva un potenziale decisamente maggiore.
Piuttosto che limitarsi a gestire un proprio negozio, si scoprirono molto più inclini a escogitare soluzioni per aiutare commercianti e aziende a lanciarsi online.
Per espandersi ulteriormente avevano però bisogno di maggior supporto.
Fu così che nel 2005 si aggiunse ai due Daniel Weinand, un programmatore conosciuto da Lutke.
Fu proprio questa squadra di tre ragazzi a fondare Shopify.
La piattaforma, dopo un preciso lavoro sul design e sulla progettazione, venne definitivamente lanciata nel 2006, e presentata al pubblico come un servizio che in soli 20 minuti permetteva la costruzione di un sito e-commerce.
Cosa che nel 2004 (pre-Shopify) richiedeva almeno due mesi di tempo.
Creare interfacce personalizzate, tenere traccia degli ordini, organizzare un inventario automatizzato di prodotti, erano solo alcune delle funzionalità messe a disposizione.
Tutte funzioni che ora si danno per scontate, ma che all'epoca scontate non lo erano affatto.
Ciliegina sulla torta, avevano previsto un'integrazione al tutto per processare i pagamenti tramite PayPal o carta di credito, abbandonando così bonifici o contrassegni.
Per la prima volta, individui del tutto inconsapevoli di come funzionasse internet potevano usare strumenti comprensibili per mettere in piedi il proprio business online.
Il 2007 fu per Shopify un anno di svolta, anche perché l'azienda cambiò la modalità con cui incassava.
Agli inizi Shopify si faceva infatti pagare una commissione sulle transazioni.
Una percentuale sulle vendite abbastanza scoraggiante per i suoi clienti, che giustamente volevano aumentare il volume del loro fatturato.
Shopify introdusse quindi diversi piani di abbonamento ai quali si aggiungeva una piccola commissione sulle transazioni, commissione che diminuiva mano a mano che il piano di abbonamento sottoscritto aumentava di prezzo.
La società incentivò così la clientela ad aumentare sempre più le proprie vendite, introducendo anche una serie di strumenti di tracciamento e analisi che permettevano di raccogliere, misurare e comparare i dati sulle scorte di magazzino, le vendite e
le visite dei clienti sul proprio e-commerce.
Ma non furono solamente i piccoli commercianti e le piccole imprese a vedere importanti potenzialità di crescita in Shopify.
Anche attività più strutturate ed importanti, come Tesla Motors, cominciarono ad apprezzare le loro soluzioni.
Il suo software era infatti molto meno costoso e più semplice da usare di molti altri disponibili in quel periodo, come Microsoft Commerce e Yahoo Stores.
Lo sviluppo non si fermò lì.
Shopify riuscì infatti a fare quel salto da strumento a piattaforma che a molte altre aziende operanti sul web non è riuscito.
In molti erano infatti interessati alla personalizzazione e alla possibilità di costruire le proprie app all'interno del negozio Shopify.
Decisero quindi, un pò come fa Apple Store ora, di creare una piattaforma all'interno della quale si potessero condividere e vendere queste applicazioni, ritagliandosi per sé una parte delle transazioni.
La maggior parte delle app è creata e venduta da sviluppatori esterni.
Apple, con il suo Apple Store, permette di vendere le applicazioni dietro pagamento di una commissione.
Shopify adottò allora un approccio simile, e rilasciò al pubblico nel 2009 la piattaforma API (Application Programming Interface) annunciando la creazione dell'App Store per permettere a sviluppatori indipendenti di creare applicazioni e temi altamente
personalizzati per i negozi online Shopify.
Così facendo riuscirono ad attirare e coinvolgere sempre più clienti.
La tecnologia aziendale non si fermò, e nel 2010, ben consapevole del crescente impulso degli acquisti effettuati tramite smartphone, avvenne il lancio di Shopify Mobile.
Grazie a questa applicazione i clienti potevano monitorare tramite smartphone i loro negozi online, così come le informazioni relative alla clientela e alla gestione degli ordini.
L'obiettivo era ovviamente quello di rendere la gestione degli shop online sempre più semplice e fruibile.
Nel 2014 l'azienda arriva a contare oltre 120.000 clienti in tutto il mondo.
Da allora si sono susseguiti aggiornamenti continui e nuova strumentazione.
Shopify è oggi un'istituzione per chiunque voglia aprire una propria attività di vendita online.
Raggiunge ben 175 paesi nel mondo e conta più di un milione di negozi virtuali.
Un business che non solo ha incentivato la vendita dei suoi prodotti, ma aiuta anche i propri clienti a vendere meglio e di più.
Maggiore è il successo dei clienti stessi, maggiore è il successo conseguente ed il guadagno di Shopify.
Pensa: secondo le stime, le vendite globali di e-commerce raggiungeranno i 3.900 miliardi di dollari quest'anno.
Nel 2019 il valore dei prodotti venduti tramite la piattaforma di Shopify era pari a "soli" 61 miliardi di dollari.
Il potenziale mercato è pertanto ancora immenso per l'azienda.
Solo nel primo trimestre di quest'anno i suoi ricavi sono cresciuti del 47% rispetto all'anno precedente.
Ricavi che derivano da diverse fonti, comprese anche le commissioni incassate dai pagamenti effettuati, ma l'introito principale rimane quello della vendita dei piani di abbonamento.
Gli abbonamenti partono da una base di meno di 50 dollari al mese, fino anche a tariffe, per il servizio "Plus" in grande crescita, pari a 2.000 dollari mensili.
Gli ultimi accadimenti hanno portato a un'ulteriore accelerazione di iscrizioni, con imprese enormi come Heinz e Lindt entrate in Shopify ad Aprile.
Come avrai compreso, Shopify offre un servizio di fondamentale importanza in tempi come quello che stiamo vivendo.
Un servizio caratterizzato da costi abbordabili, e rivolto a un universo enorme di settori.
Tra il 13 Marzo e il 24 Aprile la creazione di nuovi negozi virtuali sulla piattaforma Shopify è aumentata del 62% rispetto alle settimane precedenti, supportando così i negozi tradizionali ad entrare nel commercio online.
Shopify si è quotata in borsa nel 2015.
La sua capitalizzazione è oggi pari a circa 115 miliardi di dollari, ed è più che raddoppiata da inizio anno nonostante la forte correzione subita nel primo trimestre.
Shopify non si ferma e continua a guardare al futuro con nuovi investimenti ed acquisizioni.
Lo stesso, consiglio sempre svolgendo il mio lavoro: investi guardando al futuro!