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www.davideberto.it2024-10-11
  • Che cosa risponderesti alla seguente domanda: negli ultimi 20 anni, quanto ha eroso l'inflazione i nostri soldi?
    A spanne avrei risposto circa il 25% ...
    La stessa domanda può essere formulata anche in questo modo: quanto devo scontare degli interessi che ho ricavato negli ultimi 20 anni, per definire il rendimento di una strategia di investimento?
    Sì, perché prima devo mantenere il potere d'acquisto (è tassativo, altrimenti ci perdo), e poi posso immaginare di poter chiamare investimento la mia strategia.

    Ecco, qualche tempo fa, il sito de Il Sole 24 Ore ha risposto in questo modo alla prima domanda: il 36,53%!
    Non è tutto, tieniti forte.
    Bisogna poi tener conto dell'imposizione fiscale sui rendimenti ottenuti!!
    Il risultato finale, considerando le tasse, sarebbe pari al 46%.
    Insomma, il 46% di rendimento lordo in 20 anni se n'è andato per comprare gli stessi chili di pane del 2000.
    E sull'inflazione recuperata ci vanno pure pagate le tasse!
    I calcoli non saranno magari precisi al centesimo, ma poco importa, il concetto è chiaro e vuole sanzionare la "pazzia" degli oltre 1.400 miliardi di euro di liquidità depositata dagli italiani nelle banche, senza una pianificazione e senza una strategia di investimento per lo meno inflattiva.
    Già, perché l'inflazione se ne frega delle nostre paure e trotta allegramente ai suoi ritmi senza che noi spesso ce ne accorgiamo ...

    Buona lettura!
  • 1 - COME CAMBIA LA RATA

    In un momento come quello attuale, in cui il Coronavirus sta sconvolgendo non solo le abitudini personali, ma anche i mercati e le previsioni economiche, è lecito chiedersi se il virus possa avere effetti anche sui mutui.
    Ebbene, l’impatto, seppur lieve, per un cosiddetto effetto cascata potrebbe esserci.
    Partendo infatti dalla prospettiva di una decrescita economica in Italia e a livello globale, ecco che ulteriori interventi da parte della Banca centrale europea si fanno sempre più concreti.
    All’orizzonte potrebbero allora vedersi nuovi tagli del tasso di interesse, con quelli sui depositi che scivolerebbero ancora di più in territorio negativo.
    Questa ulteriore limatura avrebbe ripercussioni sui tassi con cui sono calcolati i mutui, ossia l’Euribor nei mutui a tasso variabile, e l’Irs nelle operazioni a tasso fisso.
    Questi, che si trovano già ai minimi storici, potrebbero scivolare ancora più giù, rendendo più favorevoli le condizioni di finanziamento non appena le banche torneranno a una normale operatività.
    L’Euribor a 3 mesi, in particolare, si è portato a -0,27%, ma ancora più significativo è stato il movimento al ribasso dell’Irs che ha aggiornato i minimi di sempre oscillando nel suo dato a 30 anni attorno allo 0,04%, contro il range 0,36-0,65% di inizio anno, prima cioè che scoppiasse l’emergenza.
    Chiaramente questo andamento si riflette immediatamente sui mutui, collegati a stretto giro a questi indici.
    Per andare sul concreto, ora si riesce a sottoscrivere un mutuo trentennale (la durata più lunga) con un finanziamento dell’80% del valore dell’immobile, ad un tasso poco sopra l’1%.
    Queste percentuali aiutano a contenere la rata da pagare ogni mese, seguendo la regola base del "più basso è il tasso, più la rata del mutuo si contrae".
    Per i mutui a tasso fisso già in essere, la rata allora non varierà, visto che si segue la struttura prevista da contratto.
    Cambierà soltanto per i nuovi finanziamenti che potranno godere di tassi ancora più bassi.
    Discorso diverso per i mutui a tasso variabile, per i quali la rata potrebbe farsi più piccola.
    L’eventuale ulteriore calo riguarderà soltanto la componente interessi e non la componente capitale del mutuo, che invece tenderà a salire nel tempo per la struttura del piano di ammortamento alla francese.
    Lo scenario dei mutui in termini di condizioni economiche è quindi senza dubbio favorevole, e tutto ciò rappresenta un forte incentivo per l’acquisto di un immobile, che in un contesto economico in prospettiva più difficile potrebbe diventare più favorevole.
    Se hai già in essere un mutuo, il mio consiglio è quello di analizzarne le condizioni con attenzione, valutandone eventualmente la surroga così da beneficiare di condizioni migliori.
    Se si volesse invece lasciare il mutuo presso la stessa banca, chiederne la rinegoziazione non costa assolutamente nulla.
    Se da una parte però i tassi potrebbero beneficiare di tutta questa situazione, dall’altra è probabile che le banche nell’erogare nuovi finanziamenti puntino a ridurre il rischio erogando con Ltv (rapporto tra somma prestata e valore della casa) più basso rispetto a quello attuale, badando anche a indebitare meno il cliente rispetto alle sue possibilità reddituali.
    La crisi sanitaria sta avendo anche un altro impatto sui mutui, con la difficoltà a realizzare le perizie degli immobili.
    Una soluzione potrebbe però arrivare dal gruppo Yard Reaas, una delle principali realtà italiane nel campo dei servizi immobiliari e della valutazione.
    Grazie a Virtual Survey 365, si può stabilire un contatto audio-video a distanza tra chi occupa l’immobile oggetto di valutazione e un perito certificato.
    Con l’app vengono rilevate le caratteristiche costruttive e le finiture del fabbricato e dell’unità.
    E’ inoltre possibile controllare la planimetria catastale rispetto allo stato di fatto, e verificare la presenza di eventuali difformità.
    In pratica è possibile disporre di tutti gli elementi necessari per redigere una classica perizia del bene, con costi minori rispetto a quelli della valutazione fisica, e con informazioni più facili da aggiornare in caso di lavori nell’immobile.
    Mutui quindi alla prova del post Coronavirus ...
  • 2 - IL PAESE DEI FALLIMENTI SERIALI

    Nella 7 Notizie in 7 Minuti del 10 Aprile ho parlato della recente bancarotta del Libano.
    Ora, invece, è molto probabile si stia delineando il 9° default in 200 anni da parte dell’Argentina del presidente peronista Alberto Fernandez.
    Sarebbe il secondo fallimento nel giro di vent'anni.
    Il paese ci potrebbe cadere così nuovamente anche per colpa di un’eredità debitoria lasciata dal precedente governo liberista di Maurizio Macri.
    Il governo albiceleste ha recentemente comunicato di non aver versato i 500 milioni di dollari che avrebbe dovuto restituire ai propri creditori internazionali entro il 22 Aprile.
    Con un apprezzabile sense of humor, il ministro dell’economia Martin Guzman, in un soleggiato pomeriggio d’autunno australe in cui il Covid-19 costringe a webinar e a riunioni via Skype, lo annuncia così: “estamos en un default virtual”.
    Virtual mica tanto …
    Oggi non possiamo pagare il debito, abbiamo la volontà di farlo ma non ne abbiamo la possibilità”.
    La ristrutturazione del debito argentino vale circa 69 miliardi di dollari e viene proposta “seria e ragionevole”, capace di fornire al paese le condizioni per rimettersi in piedi.
    Proprietari delle obbligazioni governative, i tango bond oggetto della ristrutturazione, sono cinque grandi fondi di investimento internazionali che avevano prestato soldi al paese comprando i suoi titoli di stato ad alto rischio e rendimento.
    La riduzione nel capitale, e quella nel pagamento degli interessi, equivarrebbe a una cancellazione del 62% del debito complessivo.
    Non pagheremo nulla nel 2020, 2021 e 2022, nel 2023 pagheremo invece una cedola media dello 0,5%”.
    I creditori esteri avranno 20 giorni di tempo per comunicare o meno la loro accettazione.
    E pensare che alcuni titoli di debito sono stati emessi dal governo soltanto 2 anni fa, come anche l’improbabile titolo governativo a 100 anni, definito "Matusalem" ...
    Ora mancano i soldi per le cedole.
    Chi sarà allora quel pazzo, privato o investitore istituzionale, che in futuro presterà ancora soldi al paese argentino specializzato in fallimenti seriali?
    Un paese caratterizzato oggi da una recessione in ulteriore peggioramento (già -3% nel 2019), da un'inflazione sopra al 50%, e con il 35,5% della popolazione in stato di povertà.
    Il tutto ulteriormente aggravato dall'epidemia di Covid-19.
    La credibilità, ormai da tempo, sta lontana da Buenos Aires ...
  • 3 - IN FORTE FRENATA PER LA PRIMA VOLTA DAGLI ANNI '70

    L’epidemia da Coronavirus provoca una forte e inedita contrazione dell’economia cinese.
    Nel primo trimestre 2020 il Pil del dragone è sceso del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.
    Un dato che si espone abbastanza in linea con le aspettative degli analisti.
    Rispetto al precedente trimestre di fine 2019, il tonfo arriva al -9,8%.
    La dinamica negativa appare senza precedenti dall’avvio organico delle rilevazioni statistiche nel 1992, e di fatto dai tempi della fine della Rivoluzione Culturale dopo la metà degli anni ’70.
    Gli investimenti in asset fissi sono calati del 16% rispetto a un anno prima, sulla scia del -25% del settore manifatturiero, mentre quelli in infrastrutture sono diminuiti del 20%.
    Gli investimenti in e-commerce e servizi ad alta tecnologia, per contro, sono aumentati addirittura del 39,6%.
    L’export è sceso nel trimestre del 13,3%, e l’import del 2,9%.
    A Marzo le vendite al dettaglio di beni di consumo risultano in calo del 16%, mentre la produzione industriale mensile ha recuperato fino a limitare l’arretramento al solo 1,1%.
    Un dato, questo, apparso come un incoraggiante segnale di ripresa, che si aggiunge alle indicazioni secondo cui anche i consumi appaiono in recupero con il progressivo ritorno alla normalità (o quasi) delle attività sociali.
    Già da tempo l’economia del gigante asiatico era su una traiettoria discendente: la crescita nel 2019, secondo i dati ufficiali del governo, da prendere però con le pinze, si era fermata al 6,1% (6% nell’ultimo trimestre).
    Il dato peggiore da quasi un trentennio.
    Il governo cinese farà probabilmente ogni sforzo per evitare che anche il secondo trimestre mostri il segno negativo.
    Secondo le stime dell’Fmi, nel 2020 il Pil non potrà espandersi più dell’1,2%, dato che la pandemia sta frenando l’economia di molti Paesi e inciderà in modo pesante su export e servizi.
    Personalmente le stime future mi fanno sempre un po’ sorridere.
    Ancora di più in questo periodo dov'è molto complicato prevedere il prossimo futuro.
    Le valutazioni del Fondo monetario implicano che l’economia cinese sia indirizzata ad uscire, in ogni caso, dalla crisi prima e meglio di tutte le altre grandi economie (solo l’India è anch’essa attesa in espansione), a fronte di gravi recessioni previste negli USA e nell’Eurozona.
    Stime a parte allora, vedremo nei prossimi mesi come andranno veramente le cose …
  • 4 - NUOVO GIRO DI VITE NEL CONFLITTO TECNOLOGICO USA-CINA

    Invocando ragioni di sicurezza nazionale, l’amministrazione Trump si sta muovendo per bandire dagli Stati Uniti, non solo i produttori cinesi di apparati per telecomunicazioni, ma anche il gestore di telecomunicazioni China Telecom, che aveva ottenuto l’autorizzazione ad operare negli States fin dal 2007.
    Il Dipartimento della Giustizia e altre agenzie federali, hanno chiesto alla Fcc (Federal communication commission) di revocare la licenza a China Telecom Americas Corp. a fornire servizi internazionali di telecomunicazione da e per gli USA.
    Quasi un anno fa, la Fcc aveva negato la licenza a un altro gestore cinese di tlc, China Mobile, temendo che Pechino potesse condurre attività di spionaggio contro il Governo statunitense, e aveva inoltre reso noto di aver messo sotto scrutinio le autorizzazioni concesse in precedenza a China Telecom e China Unicom.
    La sicurezza del nostro Governo e delle comunicazioni professionali, così come quella dei nostri dati più privati, dipende dal nostro rivolgerci a partner di nazioni che condividono i nostri valori e le nostre aspirazioni per l’umanità”, ha dichiarato il responsabile della divisione sicurezza nazionale del dipartimento della Giustizia.
    Il gruppo cinese ha respinto i rilievi e sottolineato di aver avuto un atteggiamento “estremamente collaborativo e trasparente con le autorità di regolamentazione”, andando anche oltre a quanto richiesto, al fine di dimostrare gli elevati standard internazionali con cui opera.
    Ha anche dichiarato di esser pronto a fornire ulteriori informazioni per chiarire la sua posizione.
    Come non bastasse, nelle scorse settimane il dipartimento della Giustizia americano ha anche deciso che il collegamento sottomarino diretto via cavo con Hong Kong potrebbe porre problemi di sicurezza, consentendo a Google e Facebook di utilizzarlo per il traffico dati solo fino a Taiwan.
    Anche se la crisi determinata dall’attuale epidemia rende in questo momento gli USA dipendenti in parte da forniture sanitarie cinesi, prosegue dunque l’offensiva americana contro le società tecnologiche cinesi delle tlc.
    Il caso più noto è sicuramente quello di Huawei, società che Washington chiede anche ai paesi alleati di escludere dalle proprie reti avanzate, creando loro seri grattacapi diplomatici.
    Il focus della campagna USA contro la Cina punta a indebolire il controllo asiatico sulle infrastrutture mobili di nuova generazione, il 5G.
    Gli Stati Uniti temono infatti che la Cina, tramite Huawei e i suoi fornitori di telecomunicazioni, possa diventare la forza dominante nel 5G a livello globale.
    Trump si gioca così la rielezione alla Casa Bianca cavalcando il sentimento di chi non si fida.
    Mike Pompeo, segretario di Stato americano, nei giorni scorsi ha apertamente accusato la Cina di aver fatto uscire il virus dal laboratorio di Wuhan, nascondendo la cosa al mondo intero.
    La serie tv tra le due superpotenze mondiali é più che mai nel vivo.
  • 5 - IN TRATTATIVA PER LO CHAMPAGNE

    Quello che spesso si tende a pensare, è che le aziende italiane siano sempre “preda” di aziende straniere.
    Non sempre però é così, anzi, ultimamente sono proprio le nostre aziende d'eccellenza a fare shopping oltre confine.
    Ultimamente leggevo, ad esempio, che il Gruppo Caffo 1915 (azienda di Limbali, nei pressi di Vibo Valentia, famosa per il Vecchio Amaro del Capo) ha acquisito, grazie a un’operazione condotta senza leva finanziaria, lo storico marchio olandese di amari Petrus.
    Il gruppo milanese Campari (Davide Campari Milano SpA è l’azione quotata in Borsa a Milano) ha invece recentemente annunciato l’avvio di una negoziazione esclusiva con la società francese Sarl Ficoma, holding familiare di Francis Tribaud, per l’acquisizione di una partecipazione dell’80% (e nel medio termine della totalità del capitale azionario) di Sarl Champagne Lallier e di altre società del gruppo.
    La società è proprietaria del brand di Champagne “Lallier”, fondato nel 1906 ad Ay, una delle rare località classificate come Grand Cru nello Champagne.
    Nel 2019 le vendite sono state pari a un milione di bottiglie (700mila a marca Lallier).
    Il perimetro della possibile acquisizione da parte di Campari include i brand, i relativi stock di prodotto, le proprietà immobiliari con i vigneti e gli impianti produttivi.
    Con questa possibile acquisizione, che segna l’ingresso della prima società italiana nella categoria dello Champagne, Campari Group potrebbe ampliare la propria gamma di prodotti premium, aggiungendo ulteriore massa critica nello strategico mercato francese in cui il gruppo ha recentemente iniziato a operare attraverso la propria struttura commerciale diretta.
    I dettagli sul valore dell’acquisizione saranno comunicati, precisa Campari, solo a transazione avvenuta.
  • 6 - HAI GIA' SENTITO PARLARE DI WOVEN CITY?

    Al CES 2020 (Consumer Electronic Show, fiera dell'elettronica di Las Vegas tenutasi dal 7 al 10 Gennaio), Toyota ha rivelato i suoi progetti per la costruzione di un prototipo di città del futuro, su un’area di 708.000 mq alle pendici del monte Fuji in Giappone.
    Chiamata Woven City, sarà un ecosistema completamente connesso e alimentato da celle a combustibile di idrogeno, con l’intento di trasformare la città in un esperimento in continuo sviluppo.
    Pensata come un “laboratorio vivente”, Toyota Woven City servirà da casa a residenti e ricercatori a tempo pieno, che potranno testare e sviluppare tecnologie come la robotica, la mobilità personale, le case intelligenti e l’intelligenza artificiale in un ambiente reale.
    Costruire una città completa dalle fondamenta è un’opportunità unica per sviluppare le tecnologie del futuro, compreso un sistema operativo digitale per le infrastrutture della città.
    Con persone, edifici e veicoli tutti collegati e in comunicazione tra loro grazie a dati e sensori, saremo in grado di testare l’intelligenza artificiale connessa, sia nel mondo virtuale che in quello fisico, massimizzandone il potenziale”, ha detto Akio Toyoda, presidente della Toyota Motor Corporation.
    Toyota estenderà un invito aperto di collaborazione ad altri partner commerciali ed accademici, ed esorterà gli scienziati e i ricercatori interessati di tutto il mondo ad andare a lavorare i loro progetti in questo incubatore, unico nel suo genere nel mondo reale.
    L’ispirazione che spinge tutto questo è quella di andare a migliorare il nostro modo di vivere nel futuro, creando uno stile di vita e una mobilità sempre migliore per tutti.
    Per la progettazione di Woven City, l’incarico è andato all’architetto danese Bjarke Ingels, già autore di progetti di alto profilo come la Lego House in Danimarca, le sedi centrali di Google in California e a Londra, il Two World Trade Center (WTC2) a New York.
    La città è progettata per essere completamente sostenibile, con edifici realizzati soprattutto in legno per ridurre al minimo le emissioni di CO2, utilizzando le tradizionali tecniche di falegnameria giapponese combinate con metodi di produzione robotizzati.
    I tetti saranno provvisti di pannelli fotovoltaici per generare energia solare, oltre a quella generata dalle celle a combustibile a idrogeno.
    Toyota prevede di tessere gli esterni di tutta la città con vegetazione autoctona e idroponica.
    Le residenze saranno dotate delle più recenti e moderne tecnologie di domotica per assistere la vita quotidiana.
    Le case utilizzeranno l’intelligenza artificiale basata su sensori per controllare la salute degli occupanti, prendersi cura delle esigenze di base e migliorare la vita quotidiana.
    I veicoli destinati a spostare i residenti attraverso la città saranno completamente autonomi e a zero emissioni.
    I parchi di quartiere, il grande parco centrale per lo svago così come la piazza centrale per gli incontri sociali, sono progettati per riunire la comunità.
    Incoraggiare il legame umano sarà un aspetto altrettanto importante di tutta questa esperienza.
    Toyota intende accogliere a Woven City i dipendenti della Toyota Motor Corporation e le loro famiglie, le coppie in pensione, i rivenditori, gli scienziati in visita e i partner del settore.
    La popolazione inizialmente prevista sarà di 2.000 persone, che andrà ad aumentare man mano che il progetto si evolverà.
    L’inaugurazione del sito è prevista per l’inizio del 2021.
    Ricordo che già alcune case di investimento a livello mondiale hanno inserito nella loro offerta di prodotto soluzioni azionarie che investono nell'ambito delle Smart City, ossia in titoli di aziende che lavorano nell’innovazione tecnologica aggiunta all’urbanizzazione intelligente.
    Oltre a Woven City in costruzione, ad esempio, Singapore è da tempo una smart nation densamente popolata e molto attrattiva.
    Una Smart City è una città che migliora la qualità della vita dei suoi cittadini.
    Sempre più persone in futuro, soprattutto nei mercati emergenti, popoleranno le città.
    Il trend è pertanto molto interessante e di sicuro sviluppo.
  • 7 - SARA' LA VERA ANTI TESLA?

    La nuova sfida a Tesla (azienda fondata dall’istrionico Elon Musk, quotata in Borsa al Nasdaq di New York) non arriva dalla Germania, ma dalla Svezia e anche un po’ dalla Cina.
    A lanciarla è infatti Polestar, il brand svedese nato due anni fa da Volvo (gruppo cinese Geely), in seguito alla trasformazione della divisione sportiva a vero e proprio marchio dedicato alle auto ibride ed elettriche ad alte prestazioni.
    Le sue fabbriche sono in Cina.
    La casa, dopo aver lanciato l’ibrida plug-in Polestar 1, e l’elettrica 2 appena entrata in produzione, ha svelato recentemente nuovi dettagli sulla concept Precept, una berlina dalle grandi dimensioni.
    Sarebbe dovuta essere una delle star del salone di Ginevra poi annullato per ovvi motivi.
    Questo prototipo prefigura la direzione del linguaggio stilistico che il marchio intraprenderà, anticipando inoltre il terzo modello full electric che sarà probabilmente battezzato Polestar 3, andando a qualificarsi come anti-Tesla Model S, e competendo anche con modelli tedeschi a zero emissioni.
    La vettura farà inoltre leva su modelli sostenibili, riciclati, interni vegan molto di moda, tecnologia di bordo e un design inedito ottenuto mixando linee con spigoli vivi e forme arrotondate.
    Sicuramente affascinanti le porte che si aprono ad armadio per migliorare l’accesso a bordo, grazie all’assenza del montante centrale tra le portiere.
    Gli interni, puliti ed essenziali, sono caratterizzati da una plancia dominata da un ampio schermo da 15 pollici in configurazione verticale, comandabile anche da chi siede sulla seconda fila di sedili grazie all’attivazione vocale o tramite la strumentazione presente nel tunnel posteriore.
    A bordo c’è poi Google: il sistema di infotainment è basato, come sui modelli Volvo di ultima generazione, sulla variante automobilistica del sistema operativo Android.
    Vedremo allora se Polestar sarà in grado di portare nuovo brio ad un settore messo in grave difficoltà dalla crisi.
  • Nei giorni scorsi ho letto un'intervista fatta a Luca Parmitano, astronauta italiano.
    Voglio concludere allora questa mia 7 Notizie in 7 Minuti riportando le sue splendide parole che mi sento di condividere appieno:
    "Ritengo che fare esperienze sia l'unico modo di vivere.
    Non ha valore misurare la vita contando il numero degli anni, il concetto mi è estraneo.
    La vita si misura con l'esperienza.
    Per questo ne cerco sempre di nuove, che mi portino oltre il conosciuto.
    Per tutti può essere anche semplicemente imparare una lingua, suonare uno strumento.
    Apprendere qualcosa crea un cambiamento nella nostra qualità della vita capace di migliorare il domani".

    Ti auguro un buon fine settimana!
    Un caro saluto.

    Davide