In attesa del boom del 5G, l’avanzata dell’IoT (
internet of things, l’internet degli oggetti) sembra proprio inarrestabile.
Uomini e cose, animali e piante, minuscoli oggetti che si collegano ai satelliti e grandi elettrodomestici dagli algoritmi intelligenti.
Secondo le stime, i 27 miliardi di dispositivi collegati nel mondo alla Rete nel 2017, diventeranno 125 miliardi nel 2030.
I ricavi di quest’anno del settore sfioreranno i 1.300 miliardi di dollari, con un incremento per il prossimo anno almeno del 20 – 30%.
Un business planetario insomma, nel quel i grandi produttori hi-tech (e non solo) stanno investendo soldi e risorse umane.
Ecco allora alcuni recenti sviluppi da parte di importanti aziende.
Vodafone ha recentemente aperto un faro sul mondo dei consumatori privati.
E’ nata infatti “V by Vodafone”, un sistema dedicato alle persone che per lavoro, sport o divertimento cercano oggetti con un collegamento continuo a Internet.
Grazie alla sinergia tra tecnologia delle infrastrutture della telefonia cellulare e dei satelliti, Vodafone ha realizzato piccoli oggetti capaci di più funzioni.
Quali? Monitorare con il tracciamento via satellite auto e moto per esempio, ma anche animali domestici e oggetti come borse, zaini, chiavi, portadocumenti.
Vodafone ha ancora progettato sistemi per l’assistenza agli anziani o per il monitoraggio del benessere e della salute.
Il tutto utilizzando sensori a basso costo da infilare ovunque (in tasca, al collare di fido, nell’auto) e in qualsiasi oggetto che si voglia individuare al volo via smartphone grazie appunto al Gps, a Internet e alla rete celllulare.
Haier, multinazionale cinese nata solamente nel 1984, che nel tempo ha assorbito marchi storici come anche Hoover e Candy, sta sfornando elettrodomestici IoT sempre più perfezionati.
L’ultimo è un aspirapolvere (Hoover H-Free 500) con connessione wi-fi che, oltre ad aspirare lo sporco, segnala a chi lo usa le calorie consumate durante la pulizia.
Non solo, Haier ha appena firmato un accordo con Amazon per attrezzare i propri prodotti con Alexa, il sistema vocale smart, e alla recente edizione di Ifa (salone della tecnologia di Berlino) ha presentato lavatrici e asciugatrici capaci di parlare,
ascoltare e restare sempre connesse a Internet.
Questo sistema intelligente capisce, per esempio, che tipo di detersivo è necessario e quando si esaurisce lo ordina automaticamente via Amazon.
Candy Rapido è una lavatrice che si comanda con un’app: basta inviarle una foto dei capi da lavare e lei capisce quale tipo di programma e che detersivi usare.
Grazie all’IoT, non solo gli utenti riescono a interagire con le macchine, ma gli stessi elettrodomestici colloquiano tra loro e con l’esterno per realizzare una vera casa intelligente.
Insomma, un lavoro di gruppo coordinato dall’intelligenza artificiale.
Altro settore strategico per l’avventura dell’Internet degli oggetti è l’industria automobilistica.
Gli ultimi modelli di auto, anche le utilitarie, hanno sistemi capaci di collegarsi a Internet.
Basta un’app ed è possibile in ogni momento individuare la propria auto, impartirle dei comandi (avvia la ventilazione, accendi i fari, suona il clacson …) e soprattutto iniziare il cammino verso la guida autonoma.
Il parcheggio automatico è ormai quasi un optional di serie, ma in alcune auto (come nelle Bmw) ci sono sistemi che via smartphone, Gps e rete cellulare, riescono a far uscire la vettura dal garage e farla parcheggiare davanti casa.
Anche la guida autonoma, benché limitata, è una realtà.
E con l’arrivo del 5G (codice stradale permettendo) diventerà prima o poi una consuetudine.