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Uno sguardo al primo semestre economico-finanziario del 2018.

Uno sguardo al primo semestre economico-finanziario del 2018.

Con la chiusura del mese di Giugno, abbiamo vissuto il giro di boa dei mercati finanziari nel corso di questo, fin qui complicato, 2018.
Nel primo semestre dell'anno i risultati, in generale, sono stati infatti piuttosto deludenti, con l'eccezione però di alcune aree geografiche (America su tutte) e di alcuni settori (tecnologia e hi-tech).
Rimangono molte le incognite aperte, ed è forse il caso di orientarsi, nella gestione dei propri risparmi, verso una MAGGIORE PRUDENZA.

I due fattori che stanno caratterizzando, in questa fase, i mercati finanziari internazionali sono prevalentemente:
- il ridimensionamento dell'ottimismo;
- l'aumento della volatilità.
Ma vediamo di trattare, punto per punto, quanto accaduto in questi primi 6 mesi dell'anno.

> POLITICA E BANCHE CENTRALI
Nel corso della prima metà del 2018 il fattore politico ha avuto un ruolo determinante.
Basti infatti pensare alla guerra dei dazi di Trump, e all'incertezza politica in Europa, soprattutto in Italia e in Spagna.
BCE e FED, le principali banche centrali, con un ruolo di primaria importanza a livello economico mondiale, hanno inoltre chiaramente indicato la loro differente, divergente direzione per i prossimi mesi.
Questa dolce normalizzazione vedrà, in America, la FED ancora più veloce e decisa nei rialzi dei tassi di interesse. 
In Europa invece, la BCE comincerà in modo graduale la riduzione degli stimoli monetari e verso fine anno inizierà a smantellare il programma di QE, quantitative easing, operazione che potrebbe mettere sotto pressione gli spread dei titoli obbligazionari corporate e sovrani.
Negli USA l'economia è caratterizzata da una crescita sostenuta e da una, ormai, piena occupazione (disoccupazione al 3,9%).
Il mercato del lavoro è forte e ogni mese si concretizza in un importante numero di nuove assunzioni.
L'inflazione è inoltre prossima al suo target e la politica fiscale, attualmente espansiva, è di aiuto in tutto questo.
A livello valutario si ritiene che il Dollaro possa continuare ad apprezzarsi, soprattutto nei confronti delle valute emergenti.
Nell'eurozona invece il rallentamento della crescita del Pil è dovuto al calo delle esportazioni in seguito ai timori per il commercio globale.

> CRESCITA
Siamo entrati nel 9° anno consecutivo di crescita economica a livello globale.
Gli Stati Uniti stanno crescendo per il 33° trimestre consecutivo e la crescita, in generale, è ancora guidata dalla Cina che peserà per più di 1/3 della crescita intera mondiale nel corso dell'anno.
Il contesto economico attuale vede solamente 4 paesi al mondo in recessione (casi particolari, come ad esempio il Venezuela e paesi minori).
La crescita si dimostra comunque più contenuta rispetto agli standard del passato.
Dovremmo farci l'abitudine, anche a causa di alcune forze secolari.
Il PETROLIO tra il 2014 e il 2016 è crollato del 75%.
Negli ultimi 2 anni il suo valore è invece triplicato.
Se prima il suo crollo ha agito come una sorta di taglio delle tasse, stimolando così i consumi, ora la situazione è opposta.
L'America è l'unica grande economia con gli indici di sorpresa economica (scarto tra le attese dei mercati e la realtà poi dei fatti) in territorio positivo.
Se il 2017 è stato un anno caratterizzato da una crescita sincronizzata a livello mondiale, oggi ci muoviamo invece verso una desincronizzazione della crescita stessa.
Il Giappone, ad esempio, dopo 8 trimestri ha registrato il primo dato negativo di PIL.
La crescita economica, così come i mercati, si presenta sempre più volatile con un commercio mondiale di base più incerto in seguito alla guerra dei dazi per l'egemonia dell'economia globale.
La "battaglia" oggi si combatte sulla tecnologia e sul suo sviluppo.
La Cina, dal 2014, è la prima economia al mondo.

> INFLAZIONE
Sotto questo aspetto, occorre considerare che veniamo da 9 anni di crescita economica in assenza, o quasi, di inflazione. 
Un enigma che non si riusciva a spiegare.
In questi anni abbiamo però vissuto un'importante amazzonizzazione dei consumi.
Si sono poi verificati dei cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro (giovani in ingresso con stipendi ridotti e contratti precari, e donne che, ahimè, ancora soffrono del cosiddetto gender gap).
Poi, come se ancora non bastasse, la deflazione tecnologica ha contribuito anch'essa a mantenere il tasso di inflazione a livelli minimi.
Sono tutti FENOMENI SECOLARI di cui occorrerà tener conto anche in ottica futura.
Nei prossimi tempi ci si attende comunque un aumento dell'inflazione, e le politiche delle banche centrali potranno avere un peso molto importante sotto questo aspetto.
Oggi assistiamo a una vera inflazione solo nei paesi emergenti.
Abbastanza buoni sono inoltre i dati negli USA, con un'inflazione che dovrebbe raggiungere il 3% nel corso dell'estate, per poi rientrare.
Ben diverso invece il discorso in Europa, con la Banca Centrale Europea che ancora fatica per raggiungere il suo obiettivo principale di un'inflazione al famoso tasso fisiologico del 2%.
Ne siamo infatti ancora lontani.

> I PRINCIPALI RISCHI PER I PORTAFOGLI
Come abbiamo visto, i rischi innegabilmente ci sono, e la principale fonte di rischio per i portafogli è probabilmente la geopolitica.
A livello di GUERRA COMMERCIALE occorre distinguere le minacce dai fatti veri, dalle politiche implementate e dai suoi impatti.
Il protezionismo sta però vivendo una certa escalation, sta accelerando.
Ovviamente, la presenza di questo "bullismo commerciale" da parte di Trump (così è stata definita dal ministero del Commercio cinese la politica del presidente americano), che sta diventando multilaterale e sta coinvolgendo ormai numerosi paesi, sta inevitabilmente condizionando le scelte di investimento.
Considerando che i mercati finanziari si nutrono soprattutto di attese, la controversia USA-Cina ha già avuto impatto sulla propensione al rischio degli investitori, rallentando la performance di asset come i titoli azionari e i mercati emergenti.
La situazione inoltre si presenta già piuttosto delicata per alcuni settori, come ad esempio l'automotive e l'acciaio, finiti subito nel mirino dell'amministrazione a stelle e strisce.
La volatilità dei mercati, soprattutto azionari, sarà tenuta alta nei prossimi mesi da queste tensioni, rendendo più complesso il compito degli investitori alla ricerca di rendimenti bilanciati rispetto al rischio.

> ITALIA
Focalizzandoci nel nostro paese, gli ultimi mesi sono stati vissuti in maniera piuttosto "vivace" con importanti impatti soprattutto per gli investimenti obbligazionari in seguito al rialzo dello spread.
Il governo ha dichiarato il proprio sostegno all'Euro ma non sembra intenzionato a rispettare le regole fiscali dell'eurozona.
Il rischio paese è visto pertanto in aumento dagli investitori e, a fine maggio, nell'arco di 48 ore, un BTP a 2 anni ha lasciato sul tavolo qualcosa come 7 anni di rendimenti.
La politica nostrana dovrà prestare grande attenzione al debito pubblico, alla spesa e alle decisioni relative al deficit che verranno chiarite dal DEF (documento di economia e finanza) di settembre.
Un caso-Italia quindi c'è.
La manovra d'autunno sarà la cartina di tornasole per capire se le preoccupazioni siano fondate oppure no.

> SETTORE TECNOLOGICO
Un altro potenziale rischio, è legato alla REGOLAMENTAZIONE DEL SETTORE TECNOLOGICO.
I titoli del settore tecnologico negli ultimi anni hanno attirato grandi attenzioni e importanti flussi di capitali, trascinando, con pochi titoli, la crescita del mercato con valutazioni oggi, in molti casi, da capogiro.
Pensiamo a titoli come Apple, prossima ormai ai 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, Alphabet (holding del colosso Google), Amazon, Microsoft e Facebook negli Stati Uniti.
O ancora, Baidu, Alibaba e Tencent in Asia.
Il settore tecnologico rappresenta il 26% della capitalizzazione dell'indice americano S&P500. 
Nel settore sono investiti qualcosa come oltre 7mila miliardi di dollari, pari a oltre il 50% del Pil europeo.
Il sentiment verso quest'ambito sta però cambiando e le più importanti aziende, spesso operative in un contesto di quasi monopolio, sono ora minacciate da nuove regolamentazioni.
Pensiamo, ad esempio, allo scandalo Facebook e alla collegata protezione dei dati degli utenti.
Un settore come quello del trattamento dei dati va sicuramente rivisto.
L'Unione Europea ha messo inoltre Google, e i maggiori monopolisti mondiali, nel suo mirino.
Bruxelles sembra infatti prossima a comminare una nuova multa alla società di Mountain View per abuso di posizione dominante ottenuta tramite il sistema operativo Android.
Occorrerà pertanto prestare attenzione alla profittabilità futura di certe aziende, che possono essere impattate nel loro modello di business e nelle loro strutture di costo, nonostante la possibile forte crescita organica futura del loro fatturato.

> OUTLOOK E CONSIGLI PERSONALI
Non ci sono segreti né formule magiche per capire, ed eventualmente anticipare, i mercati.
Avere un BRAVO CONSULENTE al proprio fianco è forse il miglior consiglio, perché investire il denaro è cosa altamente complicata.
Contare su un esperto, un professionista della consulenza finanziaria, rimane quindi assolutamente fondamentale.
Da parte mia, visto anche il particolare, non facile momento, posso certamente consigliare, ed offrire senza impegno, un CHECK UP dell'attuale portafoglio.
Potrebbe infatti essere utile analizzare il posizionamento odierno degli investimenti, e valutare poi assieme se è magari il caso di apportare delle modifiche.
A mio parere sarebbe opportuno oggi stare piuttosto "abbottonati" e prudenti.
Le strategie dovrebbero infatti virare dalla direzionalità alla preservazione del capitale e alla minimizzazione dei rischi di drawdown.
Le difficoltà, dopo ormai parecchi anni di performance positive, sono evidenti e potrebbero scatenare delle importanti "limature" nei mercati, oggi caratterizzati da quotazioni piuttosto elevate (America in particolare).
Lo scenario generale sta cambiando, devono cambiare anche i portafogli.
Questo non vuol dire che non ci siano delle aree, e dei settori, interessanti in prospettiva futura.
Quelle aree e quei settori andrebbero però correttamente pesate nel portafoglio di investimento, per avere una costruzione tailor made ben diversificata e con il giusto grado di rischiosità condiviso con il cliente.
In futuro si potrebbero poi verificare delle interessanti occasioni d'acquisto in mercati oggi caratterizzati da prezzi piuttosto cari e sopravvalutati.