Gli eventi degli ultimi giorni sono difficili da commentare.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna un punto di non ritorno, e spinge il conflitto armato al confine dell’Unione Europea.
Questa crisi, prima di tutto umanitaria e sociale, ma anche economica e finanziaria, ci ricorda quanto sia difficile fare previsioni sul
futuro, soprattutto per chi, come me, vive a stretto contatto con i mercati finanziari.
Mercati che, com’era lecito attendersi, hanno reagito in maniera scomposta, con nuovi picchi di volatilità in uno scenario già intricato di suo, attorno alle variabili energetiche e di politica monetaria.
In tutto questo, le attività finanziarie russe sono state colpite in modo particolarmente duro.
Ricorda sempre che l’immediata reazione dei mercati non è mai il metro
giusto per impostare una valida strategia di portafoglio.
Come il passato ci insegna, queste fasi richiedono nervi
saldi e barra ferma nella gestione dei propri risparmi, nonché aderenza al
proprio percorso di pianificazione finanziaria.
Sempre, ovviamente, se ne hai uno ben chiaro e ben strutturato di percorso...
Nell’immediato futuro, saranno le notizie sull’auspicata de-escalation, o sulla recrudescenza degli scontri, a dare il tono alle singole giornate di borsa.
La volatilità (in un verso o nell’altro) continuerà ad essere protagonista, e non sarà semplice identificare con sicurezza affidabili driver di mercato.
L’esperienza, anche recente, mostra quanto possa poi
rivelarsi un grave errore vendere nei momenti di panico.
Non fu saggio vendere nel 2016, dopo la sorpresa della Brexit e dopo l’elezione contro ogni aspettativa di Donald Trump.
Non sarebbe stato saggio vendere neppure nelle settimane drammatiche del Febbraio 2020, alle quali fecero seguito, nonostante i disastri nella vita sociale e nell’attività economica, nuovi record di borsa.
Oltre alla tentazione di vendere per paura, esiste anche il rischio
dell’illusione di abilità: il tentativo cioè di “giocare” il mercato nella sicurezza di saper cogliere il miglior momento in cui acquistare o vendere.
La storia dei mercati è sempre lì a dimostrare che il
lungo periodo premia, e la serie degli indici mostra con altrettanta evidenza che tentare di saperla più lunga è costoso, e rischia di
compromettere radicalmente il risultato dell’investimento.
Il tempo, non il “timing”, è l’ingrediente
del successo nella gestione del risparmio.
Alleato del tempo è il metodo, prevalente su qualsiasi
previsione.
Ricorda anche che il “porto sicuro”, nei momenti di forte volatilità dei mercati, si avvale di 2 strumenti particolarmente efficaci:
1) La diversificazione tra diverse asset class possibilmente tra loro poco correlate;
2) La capacità di adattarsi rapidamente alle nuove situazioni, ai repentini cambiamenti di direzione, la prontezza di aggiustare eventualmente i portafogli con flessibilità, riconoscendo i segnali ma ignorando i rumori.
Diversificazione, gestione attiva e flessibilità,
permettono allora di gestire i rischi di breve termine, e ricercare la
ricompensa, ovvero il rendimento, nel lungo periodo.
“Keep calm and carry on” era il motto che, nelle intenzioni del governo inglese nel 1939, avrebbe esortato i cittadini a tenere alto il morale e ad andare avanti.
I manifesti vennero stampati ma in realtà mai distribuiti.
Sono poi diventati iconici solo dopo la loro riscoperta negli anni 2000.
“Keep calm and stay invested” è invece il motto familiare agli investitori e ai consulenti accorti, consapevoli delle insidie del “timing” e delle virtù lenitive del tempo.
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