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Benjamin Graham e i suoi concetti da INVESTITORE INTELLIGENTE.

Benjamin Graham e i suoi concetti da INVESTITORE INTELLIGENTE.

Per chi svolge il mio lavoro e mastica di finanza, una delle figure più importanti del secolo scorso è stata sicuramente quella di Benjamin Graham, vero punto di riferimento in ambito finanziario.
I suoi concetti, il suo modo di investire e di approcciare i mercati, saranno sempre attuali anche tra centinaia di anni.
Il suo stile VALUE e le sue idee possono certamente essere d'aiuto anche per chi muove i primi passi nel mondo degli investimenti finanziari.
Conoscere quindi meglio questo luminare, e leggere i suoi concetti di investimento, è sicuramente un buon primo passo per pianificare al meglio il proprio futuro finanziario.
Buona lettura!


Benjamin Graham (BG 1894-1976) è stato un economista, professore universitario e imprenditore statunitense.
E' considerato uno dei migliori investitori che sia mai esistito, e fu anche il più grande pensatore di investimenti pratico di tutti i tempi.
BG è il padre del VALUE INVESTING, uno stile di investimento di successo che consiste principalmente nell'acquistare titoli azionari offerti dal mercato momentaneamente con uno sconto significativo rispetto al loro reale valore intrinseco.
Si definiscono infatti ancora oggi Value, quei titoli caratterizzati da valutazioni di mercato basse rispetto ai loro valori patrimoniali e reddituali.
Un approccio questo che richiede un investimento di lungo termine e una mentalità contrarian che tende a sfruttare il comportamento irrazionale degli investitori emotivi.
Paura e avidità portano infatti spesso a decisioni di investimento errate, basate sulla percezione e sull'emozione piuttosto che sulla realtà.
Tutto questo può creare importanti opportunità per gli investitori Value di lungo periodo.
Sembra facile...ma non lo è!

Benjamin Graham è diventato anche famoso per aver scritto, quasi settant'anni fa, nell'ormai lontano 1949, il saggio di tecnica degli investimenti finanziari The Intelligent Investor (letteralmente "l'investitore intelligente").
E' stato questo il primo libro a descrivere, per gli investitori individuali, la struttura emotiva e gli strumenti di analisi essenziali per raggiungere il successo finanziario.
Rimane sicuramente ad oggi il miglior singolo libro sugli investimenti mai scritto per il grande pubblico.
Nella sua ultima revisione, datata 1973, la prefazione è stata scritta nientemeno che da Warren Buffet, conosciuto anche come l'oracolo di Omaha per la sua abilità negli investimenti finanziari, probabilmente il più famoso studente di BG.

Per Graham, correttamente, il titolo azionario rappresenta la proprietà di un business reale, con un valore sottostante che NON dipende dal suo prezzo.
Il mercato poi è una sorta di pendolo che oscilla sempre tra ottimismo insostenibile (che rende così le azioni troppo costose) e ingiustificato pessimismo (che, al contrario, rende i titoli a buon mercato).
L'investitore intelligente è un realista che vende agli ottimisti e compra dai pessimisti.
Ancora, il valore futuro di ogni investimento è una funzione del suo prezzo attuale.
Più elevato è il prezzo che si paga e più contenuto sarà il suo ritorno.

Proprio dal libro The Intelligent Investor sono tratte queste frasi, sempre utili e da osservare con grande attenzione se si vuole investire pianificando al meglio il proprio futuro finanziario:

1) L'investitore ha diritto di aspettarsi buoni risultati dall'applicazione continua e coraggiosa del principio di acquistare dopo che il mercato è sceso sostanzialmente, per vendere dopo un rialzo spettacolare.
Ma non può pretendere di ridurre questo principio a una semplice formula matematica, che garantisca profitti e assenza di periodi di apprensione.

2) I veri guadagni negli investimenti dovranno pervenire, com'è avvenuto nel passato, non dal comprare e vendere ma dal possedere e mantenere titoli, ricevendone interessi e dividendi, e beneficiando dell'aumento di valore nel lungo periodo.
Le maggiori energie e capacità degli azionisti/investitori, dovrebbero essere quindi dirette ad assicurarsi i migliori risultati operativi dalle loro aziende, assicurandosi di avere un management formato da persone oneste e competenti.
I buoni management producono infatti un buon prezzo medio di mercato, mentre i cattivi management producono cattivi prezzi di mercato.

3) Ma come può il tipico investitore avere successo cercando di comprare a bassi livelli del mercato e vendendo poi ad alti livelli, piuttosto che cercando di prevedere come si muoverà il mercato stesso?
Perché nel primo caso agirà solo dopo che il mercato si è abbassato a livelli accettabili per gli acquisti o alzato a livelli di vendita.
Il suo ruolo quindi non è quello di un profeta, ma piuttosto quello di un uomo d'affari alla ricerca di buone occasioni di investimento.
Non cercherà quindi di essere più furbo degli altri investitori, ma solamente di essere meno irrazionale della massa di speculatori che insistono nell'acquistare dopo che il mercato è salito e vendere dopo che è sceso.
Se il mercato persiste poi in comportamenti insensati, tutto ciò di cui ha bisogno, è comune buon senso per sfruttare tale insensatezza.

4) Per avere reali speranze di successo, l'investitore che si cala nell'arena del mercato azionario deve dotarsi di un armamentario mentale  che lo distingua dal pubblico di operatori del mercato.
Un'arma mentale, ad esempio, può essere l'indifferenza alle fluttuazioni del mercato.
Tale investitore acquista con prudenza quando ha fondi disponibili e poi lascia che i prezzi si aggiustino da soli.
Dovrà occuparsi del valore e non dei movimenti di prezzo.
Dovrà essere relativamente immune all'ottimismo come al pessimismo e impermeabile alle previsioni economiche e del mercato.
In una sola parola, dovrà essere psicologicamente preparato ad essere un vero investitore e non uno speculatore mascherato da investitore.
Se riuscirà a fare tutto questo, entrerà a far parte di un gruppo specializzato e fortemente disciplinato, uscendo dal pubblico di operatori del mercato.

5) L'esperienza passata sembra avere grande valore e validità quando si considera il mercato azionario.
Le buone regole di una volta sembrano buone ancora oggi.
E' possibile, naturalmente, che la continuità di comportamento del mercato un giorno cesserà (forse domani) e l'esperienza passata si dimostrerà un ostacolo per capire le nuove condizioni.
Ma non è parte di un comportamento intelligente correre il piccolo rischio di sbagliare seguendo i buoni principi di una volta, piuttosto che correre il ben più grande rischio ignorando l'esperienza passata?

6) L'acquisto di un titolo a buon mercato presuppone che la valutazione attuale del mercato sia sbagliata, o quantomeno che l'idea del valore che si è fatto l'acquirente sia più corretta di quella del mercato stesso.
Per alcuni questo può sembrare arrogante o temerario.

7) Nel caso del tipico titolo sottovalutato, non c'è ragione al mondo per aspettarsi che il suo prezzo aumenti prontamente dopo che l'investitore ha deciso di acquistarlo.
In realtà ci si potrebbe chiedere se, visto che il mercato sottovaluta il titolo al momento dell'acquisto, tale sottovalutazione non potrebbe continuare indefinitamente, e anzi perfino aumentare?
Non c'è alcuna ragione teorica per cui questo spiacevole risultato potrebbe essere escluso.
Il conforto e l'incoraggiamento per l'investitore intelligente sono da ricercarsi nell'esperienza pratica.
Nel lungo periodo infatti, i titoli tendono a raggiungere e a vendersi a prezzi non molto diversi dal loro valore indicato.
Questa affermazione è indefinita riguardo al tempo, in alcuni casi il momento viene anche posticipato per molti anni.
L'investitore dovrebbe però basare le sue azioni non sulle eccezioni ma sull'esperienza media.
I nostri studi indicano che l'intervallo richiesto per correggere una sostanziale sottovalutazione oscilla in media tra l'anno e mezzo e i due anni e mezzo.

8) Il vero investitore non ha mai (o quasi mai) la necessità di vendere le proprie azioni, e può ignorare le quotazioni di mercato.
Deve considerarle, ed agire a causa di esse, solo nella misura in cui egli lo desideri.
Quindi, l'investitore che si preoccupa o che fugge in preda al panico a causa del declino del mercato sta trasformando perversamente un suo basilare vantaggio in uno svantaggio.
Sarebbe meglio che le sue azioni non avessero alcuna quotazione di mercato, perché così gli sarebbe risparmiato il tormento mentale causatogli dall'errore di giudizio di altri.

9) L'investitore ha il beneficio della quotidiana valutazione dei suoi titoli (per quello che tale valutazione può valere), e può aumentare o diminuire i suoi investimenti al prezzo del giorno se decide di farlo.
L'esistenza di un mercato fornisce quindi all'investitore alcune possibilità che non avrebbe nel caso di titoli non quotati.
Ma il mercato non impone la quotazione corrente a un investitore che preferisce formarsi la propria idea di valore con qualche altra fonte.

 10) Sostanzialmente le fluttuazioni del prezzo hanno un solo significato per il vero investitore.
Gli forniscono l'opportunità di acquistare con giudizio quando i prezzi diminuiscono drasticamente, e di vendere saggiamente quando invece avanzano molto.
Negli altri periodi sarebbe meglio si dimenticasse del mercato e prestasse attenzione solamente ai dividendi e ai risultati operativi delle aziende in cui investe.

11) Il primario interesse dell'investitore consiste nell'acquistare e detenere titoli adeguati a prezzi adeguati.
Non sbaglierebbe poi di molto se il suo motto fosse semplicemente "Mai acquistare un'azione dopo un sostanziale rialzo o vendere dopo un sostanziale ribasso".

Posso concludere allora questo mio articolo, proprio scomodando il buon Warren Buffet, il più grande discepolo di Benjamin Graham e del suo stile Value.
INVESTIRE E' SEMPLICE MA NON E' FACILE...
Farsi seguire in questo da un bravo Consulente Finanziario è sicuramente la prima, intelligente mossa da compiere.
Buona pianificazione finanziaria!